La cultura dei lumi a Torino

La €ultura dei lumi a Torino Riapre, dopo quattro anni di restauri, l'Accademia delle Scienze La €ultura dei lumi a Torino La sede, nel palazzo del Guarirli, portata agli antichi splendori con i finanziamenti dell'Italgas - Fondata nel 1757, premiò scienziati come Darwin, Pasteur e Hertz TORINO — La festa per il bicentenario, nel 1983, era .appena finita che arrivò il comandante dei pompieri. L'Accademia delle Scienze, nel tre volte secolare palazzo del Guarirli, era un compendio di contravvenzioni alle norme di sicurezza e doveva essere chiusa. Lo è rimasta ; per quattro anni Oggi l'isti- i turione che portò a Torino 1 settecenteschi lumi di un nuovo mondo riapre le sue ' sale, dopo i lavori di restauro finanziati dalla Società Italgas per ricordare un'altra ricorrenza: l'arrivo, 150 anni fa, delle meno metaforiche luci dei lampioni a gas. Quella che grazie all'Accademia era stata ribattezzata r. Atene d'Italia» sarebbe diventata cosi anche la «ville , lumière» che emulava Parigi grazie a questa eccentricità ' «da ricchi». Ma non sono stati rifatti soltanto gli impianti elettrici - e quello antincendio. Con la spesa di due miliardi e mez- , zo si sono sostituiti 1 palchetti a doghe di noce e rovere e rafforzate le volte sottostanti, si è restaurato lo : scalone guarinlano, cosi come le statue In gesso, i bu- ■ stl In marmo e in bronzo che affollano le sale, le decorazioni a tempera delle pareti e del soffitti e la biblioteca, con le .boiseries. tirate a lucido. E' la meritoria restituzione al perduto splendore di qualcosa che contribuisce alla fisionomia della città non meno del Museo Egizio, della Sindone o della Mole Antonelliana. Ricordo e un po' anche simbolo di una importante epoca di transizione. Su un versante, la grìgia Torino dell'.ancien regime», di Carlo Emanuele in che definiva gli intellettuali .surplus de la nation. e rìm proverava al poeti di sprecare, con 1 loro brevi versi, la carta, e del suol ministri che, per paura di dover fare 1 conti con le nuove idee, negavano il riconoscimento reale alla Privata Società Scientifica fondata nel 1757 da tre giovanissimi studiosi, 11 chimico conte Angelo Saluzzo di Mortesiglio, 11 matematico Luigi Lagrange e 11 medico Giovanni Francesco Cigna. Sul versante opposto la nuova Torino di Vittorio Amedeo in che era stato educato dal marchese Solare di Breglio a diventare un •principe liberale», sensibile alla cultura e •phllosophe» egli stesso, con un corso di studi che comprendeva Cartesio, Galileo, Newton, Grazio, Locke e Voltaire. Tanto che aveva creato una «controcorte» accogliendo gli intellettuali disprezzati dal padre e le nuove idee che questi riteneva, oltre che pericolose, un Inaudito lusso per il «povero» Piemonte. E che nel 1783, salito al trono, avrebbe concesso alla Privata Società Scientifica la so¬ spirata patente reale e il titolo di Accademia. Da allora, per duecento anni, l'Accademia fu 11 suggello della nuova allenza tra il quasi millenario potere monarchico e il nascente movimento scientifico e tecnologico, tra «savoir vivre» aristocratico e «savoir taire» borghese. Centro di rapporti privilegiati con gli studiosi di tutto il mondo attraverso una fitta ragnatela di corrispondenze che fin dall'Inizio si stabili con studiosi come Buffon, De Saussure, Condorcet, Lavoisier, d'Alembert, Linneo, Spallanzani, Franklin. E prezioso consulente dello Stato per molte iniziative di ordine pratico e riforme. Dai verbali risultano pareri e consigli fomiti sui più svariati argomenti: dall'arte tintoria alla disinfestazione parassitaria, dai pozzi artesiani all'illuminazione pubblica, dalla difesa dei boschi alla combustione delle polveri da sparo. Con l'analisi dei gas sprigionati nell'esplosione il giovane conte Saluzzo non solo offri un contributo, riconosciuto e prezioso, alle teorie di Lavoisier, ma pervenne all'.ordtgno pneumatico chimico., cioè a quella .macchina utilissima per filare la seta per mezzo del vapore dell'acqua bollente.. Nella biblioteca, frattanto, si andava accumulando un patrimonio di carta stampata che oggi è inestimabile: 210 mila libri, 40 mila periodici, tremila manoscritti e 40 mila lettere. L'Accademia per oltre un secolo assegnò ogni due anni anche un premio paragonabile al Nobel istituito nel 1835 dal dottor Cesare Bressa: dodicimila lire, che allora non erano poche. L'elenco dei premiati comincia con Charles Darwin, per proseguire con nomi del calibro di Luigi Pasteur, Enrico Hertz, John Raylcigh, che ebbe poi anche il Nobel, e Emesto Schiapparelli. La serie terminò soltanto nel 1940, quando dodicimila lire erano, purtroppo, diventate una cifra se non irrisoria certamente troppo modesta Riapre dunque le sue sale dominate dal ritratto di Vittorio Amedeo in, dopo la parentesi quadriennale, un'istituzione benemerita della cultura non soltanto piemontese. E ben lontana dallo stereotipo di un tranquillo rifugio per venerandi e canuti scienziati, se è vero che oggi le sue due sezioni, di scienze fisiche diretta dall'astronomo Mario Girolamo Fracastoro e di scienze morali diretta da Luigi Firpo, annoverano tra 1 250 soci nomi come quelli di Bobbio, Galante Garrone, Abbagnano, Momigliano, Regge, Mila, Elia, Geymonat, Argan e Castronovo. Per non citare che 1 più noti al grande pubblico. Giorgio M art Ina t

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