Allarme di Ciampi: c'è rischio di recessione di Stefano Lepri

Allarme eli Ciampi: c'è rischi© di recessione Il governatore della Banca centrale ha paura del super marco, per l'Italia il nodo è l'inflazione Allarme eli Ciampi: c'è rischi© di recessione ROMA — 'Il pericolo maggiore nel mondo è la preoccupazione di una recessione»: ad appena quattro giorni dal suo ultimo Intervento, il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi si fa più esplicito. Dopo il crollo delle Borse, la paura di una crisi economica può portare il mondo-verso una crisi vera. La recessione è possibile. A Wall Street era -necessario, anche se doloroso per alcuni, il ritorno alla razionalità: le quotazioni si erano dilatate troppo al di là del giusto rapporto con i rendimenti'. L'economia reale va bene, ma può essere contagiata dall'incertezza della finanza. Che si può fare per tener lontano 11 pericolo? Lottare più decisi contro l'inflazione, ha detto ieri il governatore ai deputati della Commissione bilancio della Camera, che tra non molto discuteranno la legge finanziaria '88. -Tanto più vi è stabilità dal lato dei prezzi., tanto meglio si può contrastare 11 rischio di recessione. E se c'è qualcosa da cambiare nella legge finanziaria '88, avverte Ciampi, è nel renderla più severa. Occorre frenare prezzi e costi: «Dato che ci si può trovare di fronte a un mondo dove la domanda globale tende a rallentare, si deve dare al nostro Paese la possibilità di non perdere quote di mercato'. Esclusa è invece una svalutazione della- lira, «che a sua volta avrebbe effetti inflazionistici'. E sarebbe meglio che pure il dollaro restasse ai livelli attuali, ha detto Ciampi proprio nelle ore in cui la Banca d'Italia e le altre Banche centrali europee tentavano di rallentare la caduta della moneta americana su tutti i mercati. E' un messaggio importante quello che la Banca d'Italia lancia al mercati valutari squassati da a.1 .éitr • ''■ nuove tensioni: gli accordi del Louvre valgono ancora. Nei cambi tra il dollaro e le altre monete, sostiene 11 governatore, -è necessario un periodo di stabilità, per dare tempo agli aggiustamenti finora realizzati di esplicare i loro effetti'. Solo in un secondo momento «fi potrà vedere se i livelli di cambio attuali sono ancora non appropriati-. Certo .la debolezza del dollaro tende a divaricare l'andamento delle valute all'interno del Sistema monetario europeo-. Le pressioni al rialzo del marco tedesco sono forti, e 1 problemi si moltiplicano: all'interno della Comunità europea «fa riduzione dei differenziali di inflazione tra i Paesi partecipanti paradossalmente rende più complesso il mantenimento del consenso sugli obiettivi di politica economica». Per conservare la solidità del Sistema monetario europeo e anzi rafforzarlo in questa «nuova fasepiù difficile, l'Italia ha delle proposte: come quella di un meccanismo di riciclaggio dei capitali tra Paese e Paese non più con risorse delle Banche centrali, ma con risorse attinte sul mercato. Non è invece giudicata opportuna in questa fase la richiesta, che viene dalla Germania o, come ieri, dal presidente della commissione Cee Jacques Delors, perché venga ridotta la speciale fascia di oscillazione più larga (6%) di cui la lira italiana gode nello Sme. Il governatore conferma però che di questa fascia l'Italia ha fatto e farà «un uso limitato-. Per meglio stabilizzare i cambi l'unica via resta quella di sanare gli squilibri tra le economie reali del vari Paesi, interdipendenti in maniera ormai Inestricabile. E lo squilibrio Italiano, ripete ancora una volta Ciampi, sta nella finanza pubblica e per eliminarlo non esistono scorciatoie. > y Non esiste, innanzitutto, una scorciatoia per ribassare i tassi di interesse, il cui attuale alto livello fa si che il debito cresca su se stesso, per forza propria, solo per pagare gli arretrati. Di fronte ai deputati della Commissione bilancio. Ciampi ha con poche chiare parole dissipato un'illusione che nella politica è ricorrente. Stampando più banconote, come afferma anche qualche economista, 1] collocamento dei titoli di Stato diverrebbe più facile? Ciampi fa notare che è tale la sproporzione tra il deficit e la creazione di moneta, che -perfino nell'ipotesi, nefanda e gravemente inflazionistica, in cui la Banca d'Italia raddoppiasse l'offerta di moneta, non potrebbe comprare più di un decimo dei titoli di Stalo che vengono emessi-. Stefano Lepri

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Jacques Delors

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma