Referendum

Tassa salute CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA Referendum quisiti dal mondo dell'economia come Massimo Riva e Guido Rossi, amendoliani storici come Napoleone Colajanni e Pancrazio De Pasquale, gli ex operaisti e i garantisti degli Anni Settanta quali Massimo Cacciari e Alberto Asor Rosa, tutti i giornalisti e gli opinion makers amici del pei; più un discreto numero di amministratori locali della falce e martello. Insomma Rodotà è divenuto all'improvviso, forse contro le sue stesse aspettative, il punto di riferimento di una grande, anche se eterogenea, quantità di comunisti insoddisfatti. Non s'era mai vista nella storia del pei una secessione di simili proporzioni. E neanche della metà o d'un quarto. Praticamente tutta l'«area comunista» ha seguito Rodotà c s'è ribellata alle indicazioni di Alessandro Natta: a pronunciarsi per il «sì» è rimasta compatta solo la direzione del partito, a questo punto ossessionata dal dubbio d'aver commesso un errore. E l'ossessione produce comportamenti curiosi. Lucia no Violante, l'ex magistrato che oggi guida la Commissione Giustizia del pei e che ave va dato esempio di un'abnegazione bolscevica nel far cambiar rotta alla nave comu nista accantonando le passate, sempre esplicite convinzioni in materia di giudici, adesso annuncia l'intenzione di la sciare l'incarico di partito subito dopo il referendum e di impegnarsi al varo di una «nuova e buona legge» in compagnia esclusiva, oltre che dei democristiani, dei repubblicani, cioè quelli del «no». Renato Zangheri parlando degli intellettuali che con Bobbio e Bonifacio han dato vita al comitato per il «no» intravede nella loro presa di posizione «una rivolta morale» e tiene a precisare che i motivi che la .spirano «sono condivisi dai comunisti». Tutte'le prese di posizione dei dirigenti pei sono zeppe di elogi agli «av¬ versari» e di aspre critiche agli alleati socialisti. Quest'ansia di riequilibrarsi sul versante del «no» nasce dal fatto che il partito comunista sta prendendo coscienza d'essersi andato a cacciare in un cui de sac: mentre i rapporti coi socialisti sono pessimi e dalla base sale una protesta di vaste proporzioni per la mancata o solo parziale presa d'atto della sconfitta elettorale di giugno, il gruppo dirigente s'è impegnato per un successo altrui, cioè per far vincere a Craxi il suo referendum. Il tutto a prezzo di una ormai certa defezione di massa del proprio elettorato. Adesso alle Botteghe Oscure sono in molti a pensare che sarebbe stato più saggio, almeno sotto il profilo politico, dare un'indicazione per la libertà di voto o suggerire l'astensione. Ma è tardi. Ai comunisti non resta che sperare in un risultato che non enfatizzi la loro svista Altrimenti nel comitato centrale che si terrà a novembre, subito dopo i referendum, assisteremo a uno scontro intemo che avrà i toni della resa dei conti. Nel pei possono esser passati sotto silenzio gli errori strategici, ma per quelli tatti ci. in genere, si è chiamati a pagare il conto. Un conto che può essere anche salato. Paolo Mieli «Madonna...» re di controllo: »Per ghiaccio». Via dunque alle procedure previste per quelle condizioni, e soprattutto alla velocità (i francesi contestano all'equipaggio di aver volato troppo lento) che da manuale, per un velivolo carico al peso di 15.500 chilogrammi, é di 133 nodi. Con precisione millimetrica là scatola nera ha rivelato che al momento dell'inizio del primo stallo la velocità del Colibrì era esattamente di 133 nodi. A quota 16 mila 700 piedi, a quindici minuti dal decollo segnato da lunghi silenzi, comincia 11 dramma. Preceduto dalla tranquilla richiesta di Lainè a Lampronti di verificare se «c'è ghiaccio». Lampronti risponde di si, nella «parte posteriore» dell'ala e cioè dove il dispositivo di deghiacciamento non agisce. Poi il primo stallo con un pauroso rollio sulla destra: 42 gradi di inclinazione. la lunga scivolata di quota (fino a 9 mila e 400 piedi), la prima ripresa, il secondo rollio a sinistra, Lainè che ordina al suo secondo di •chiamare l'emergenza». Lampronti ubbidisce e via radio annuncia: 'Siamo in emergenza», che equivale a chiedere frequenze libere per facilitare- le comunicazioni e invitare il controllo radar a seguire sul monitor il volo dell'aereo in difficoltà. Quarantasei secondi appena. Fino a quando il Colibrì impazzito, la prua inclinata di 45 gradi, le ali non più in grado di governare il volo, si schianta integro a 386 nodi di velocità, e il nastro del voice recorder fissa le ultime parole: 'Madonna di Dio...» Cesare Martinetti Tassa salute sono invece ubicate in territori montani). Soltanto costoro, come ci ha confermato lo stesso presidente della Corte Francesco Saja, avranno diritto al rimborso della tassa sulla salute eventualmente pagata in più rispetto al dovuto. In pratica potranno riavere la differenza tra l'importo versato all'Inps e la somma dovuta moltiplicando il loro reddito imponibile per la percentuale del 7,5. Ma nello stesso tempo dovranno pagare un conguaglio di Irpei essendo automaticamente diminuito l'importo della tassa sulla salute da detrarre dalla denuncia dei redditi presentata a maggio. L'Erario restituirà quindi solo una parte infinitesimale dei 14 mila 752 miliardi di lire (pari cioè a più di un terzo dell'intero fabbisogno) riscossi nell'86 dall'Inps per contributi di malattia e poi trasferiti al Fondo sanitario nazionale. Nel corso di una breve conferenza stampa il presidente Saja ha tenuto a precisare che la tassa sulla sa¬ lute dei liberi professionisti, artigiani e commercianti può essere ricalcolata in base al reddito definitivamente accertato dopo alcuni anni dall'ufficio imposte in misura di gran lunga superiore rispetto all'imponibile Irpef dichiarato. La Corte non ha invece affrontato il delicato problema della presunta violazione del principio della progressività dell'imposta in base al quale i redditi minori vengono ad essere colpiti in misura quasi doppia rispetto a quelli maggiori, mentre i redditi che superano i 100 milioni sono addirittura esenti dal prelievo. Ad esempio, per un reddito di lavoro autonomo di 30 milioni si paga una tassa di 2 milioni 250 mila, mentre per un reddito di 300 milioni il contributo è di 5 milioni 400 mila. Il meccanismo in cui si articola la tassa sulla salute era stato contestato sotto diversi profili dai pretori di Vercelli, Imperia, Vigevano, Brescia, Vicenza, Venezia, Parma, Macerata, Roma, Campobasso, Salerno, Foggia, Lecce, Taranto, Palermo, Palmi e Trapani. Ecco quali sono le conseguenze pratiche della decisione della Corte Costituzionale. 1) Sono tenuti a pagare la tassa sulla salute i liberi professionisti, gli artigiani e i commercianti che nell'86 e nell'87 hanno ottenuto dai pretori la sospensione del versamento, sia quei contribuenti che hanno preferito rischiare le pesanti sanzioni previste dalla legge senza rivolgersi alla magistratura, In entrambi i casi l'Inps può perseguire i ritardatari. 2) Entro il 31 ottobre, come detto prima, 1 dipendenti e pensionati titolari di redditi di lavoro autonomo o di redditi fondiari superiori ai 4 milioni devono pagare la tassa sulla salute per l'87. I cittadini interessati devono però fare attenzione à non sbagliare. Il calcolo è piuttosto complesso. Si ricorda poi che i moduli del bollettini di conto corrente si trovano solo presso le sedi Inps. Per sabato si prevedono quindi lunghe code davanti agli sportelli postali. Pierluigi Franz A