Giudice amico dell'assassino «Non frenai l'inchiesta Siani»

Giudice amico dell'assassino «Non frenai l'inchiesta Stani» Napoli: i difensori degli imputati accusano un magistrato Giudice amico dell'assassino «Non frenai l'inchiesta Stani» «Sono soltanto il padrino di uno degli arrestati» • Il procuratore generale: «Sospetti assurdi» NAPOLI — Travolta da una bufera di polemiche, l'Inchiesta sull'omicidio del giornalista del quotidiano «Il Mattino» Giancarlo Stani rischia di affondare .In un mare di ambiguità e confusione. Oli avvocati difensori di Ciro Giuliano, Giuseppe Calcavecchia e Giorgio Rubolino, i tre presunti assassini arrestati per ordine del procuratore generale Aldo Vessla, si accingono a chiedere 11 trasferimento in altra sede dell'istruttoria per «legittima suspicione». Sulla complessa indagine graverebbe un clima di tensione che non consentirebbe agli inquirenti di lavorare con la necessaria, dovuta serenità, Quali sono, questi elementi di turbativa che impedirebbero alla Procura generale di Napoli di proseguire In un'inchiesta che rischia di tornare al punto di partenza? A fornire lo spunto alla difesa è soprattutto un tourbillon di voci incontrollate e di «si dice» sul conto di un magistrato della procura generale di Napoli Armando Campana, che avrebbe tentato di condizionare pesantemente l'inchiesta per aiutare Giorgio Rubolino, suo amico di vecchia data. Ma questi condizionamenti vengono smentiti Nega infatti il procuratore generale Aldo Vessla: •Nessuna ingerenza. La prova è nei fatti: Rubolino è stato arrestato. Non ho deferito il dottor Campana al Consiglio superiore della magistratura, né ho aperto un'inchiesta a suo carico». Negano anche 1 rappresentanti dell'organo di autogoverno della magistratura: •Fino ad oggi non è stata aperta neppure un'indagine conoscitiva sulla vicenda; precisa un membro della commissione disciplinare del Csm. Armando Campana, 60 anni da trentaquattro In magistratura, ha lasciato temporaneamente il lavoro per «motivi di salute», e ha chiesto di essere trasferito al più presto dal suo ufficio. Ammette di conoscere bene Giorgio Rubolino, il presunto assassino: fu padrino di cresima del giovane, orfano di un magistrato che aveva diretto la pretura di Torre Annunziata, 'Ero molto legato a quel ragazzo — dice — Io consideravo mio figlio*. Ed è per salvare un figlio che lei avrebbe tentato di condizionare l'inchiesta sull'omicidio di Giancarlo Stani? • No, guardi, io non sono responsabile di alcuna scorrettezza. Le notizie diffuse da alcuni organi di stampa sono distorte. E allora è meglio ristabilire la verità. Molti mesi fa, su un quotidiano locale, lessi un articolo da cui si evinceva chiaramente che Rubolino era coinvolto nell'omicidio di Giancarlo Siani. Per correttezza mi recai dal procuratore generale: gli dissi che conoscevo bene Rubolino, orfano di un magistrato, e la sua famiglia. Aggiunsi che, secondo me, quel ragazzo non poteva essere un assassino. Uno sbandato, questo si ». Ma lei è un magistrato, non un qualsiasi cittadino, e in quel momento parlava con un procuratore generale che stava conducendo un'inchiesta delicatissima. Non poteva quel colloquio essere interpretato come un tentativo di Ingerenza in un procedimento penale? E' assurdo. Il procuratore generale capi benissimo lo spirito con cui pronunciai quella frase. La mia convinzione che Rubolino non fosse un assassino era fondata solo sull'affetto che nutrivo per quel ragazzo. Non ho mal letto gli atti dell'inchiesta, non potevo assolutamente conoscere gli elementi che in seguito avrebbero indotto il procuratore generale a firmare l'ordine di cattura*. E il dottor Vessla come reagì al suo intervento? • E' un magistrato molto preciso, e soprattutto bravo. Disse esattamente ciò che mi aspettavo: avrebbe indagato con la massima attenzione e con il massimo scrupolo su Giorgio Rubolino. Insomma, era evidente che da parte mia non c'era alcun tentativo di condizionare un giudice che, tra l'altro, è il capo del mio ufficio. E del resto non mi risulta che il dottor Vessla abbia ritenuto di informare gli organismi competenti, deferendomi al Csm. Dopo quel colloquio, i nostri rapporti sono rimasti ottimi. Godo della massima fiducia del procuratore generale, che anche recentemente mi ha affidato inchieste molto delicate. Non credo l'avrebbe fatto, se avesse avuto sospetti sul mio conto*. In serata si è appreso che 1 legali di Giorgio Rubolino hanno chiesto la formalizzazione dell'istruttoria a carico dell'Imputato. Entro cinque giorni, il procuratore generale della Repubblica Aldo Vessia dovrà prendere una decisione. Se accoglierà la richiesta, gli atti della tormentata inchiesta sull'omicidio del giornalista Giancarlo Siani saranno trasmessi al giudice istruttore. Qualora dovesse rigettarla, il procuratore generale dovrà depositare nella cancelleria del tribunale una motivazione del suo rifiuto. Una mossa, quella degli avvocati che lamentano scarsezza di informazioni sulla posizione del loro assistiti, piuttosto chiara: il tentativo è di scoprire di quali elementi accusatori sia in possesso l'alto magistrato. Fulvio Mllone

Luoghi citati: Napoli, Torre Annunziata