La crisi investe il dollaro

La crisi investe il dollaro Le banche centrali stendono una rete di sicurezza per lo Sme La crisi investe il dollaro DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Cade il dollaro e in Europa le Banche centrali intervengono per frenare il marco tedesco che sale. Vengono smentite prossime riunioni dei «cinque Grandi», ma dagli Usa giungono inviti, per ora accolti senza entusiasmo, a Giappone e Germania perché ammorbidiscano la politica monetaria. I risultati? In Italia la moneta americana ha perso d'un colpo 22 lire, scendendo da 1302,98 a 1278,925 (—1,85%), mentre in tutto U mondo si diffondevano aspettative di ribasso. Però nel dopo-fixing a Francoforte si registra una lieve ripresa. Modesto il rialzo dell'oro, a 475 dollari l'oncia. La discesa del dollaro produce come di consueto un effetto di controspinta verso l'alto per 11 marco tedesco rispetto alle altre valute europee. Cosi, le Banche centrali dei Paesi membri dello Sme hanno agito con visibile coordinamento per evitare che il «serpente» fosse sottoposto a tensioni. Non si è trattato tuttavia di interventi di grande portata. A Francoforte, la Bundesbank ha comprato dollari per 22,7 milioni, allo scopo di moderarne il calo, vendendo marchi; le altre Banche centrali hanno venduto marchi in cambio delle proprie divise. Consistente viene ritenuto l'intervento della Banca nazionale del Belgio; a Milano la Banca d'Italia ha venduto sul mercato ufficiale 12 milioni di marchi su un totale di contrattazioni per 83 mil'oni. La lira ha perso qualche frazione (—0,25%) nei confronti del marco, quotato 723,46 al fixing, e delle altre valute Sme; ha subito un calo un poco più pronunciato nel confronti delle mone¬ te europee non appartenenti allo Sme che hanno registrato spinte al rialzo, ossia il franco svizzero (quotato 876,05) e la sterlina (quotata 2167,175). All'interno dello Sme la lira italiana resta tuttavia In una buona posizione. Le monete deboli per ora sono altre. Le riserve valutarie sono di nuovo a un livello di ampia sicurezza: dopo le mlsu- re di difesa della lira prese il 13 settembre, sono risalite di 7 miliardi di dollari (9000 miliardi di lire). Il discorso del governatore al cambisti, sabato scorso, ha confermato che le autorità non ritengono giustificata nell'immediato una variazione delle parità nello Sme; e si presume che non muteranno parere almeno fino alla definitiva approvazione del disegno di legge finanziaria. Sul mercati valutari mondiali è però diffusa l'opinione che rischino di saltare gli accordi tra i grandi Paesi industriali per stabilizzare le parità tra dollaro, marco, yen giapponese: ovvero che gU Stati Uniti tendano a far scendere il dollaro più di quanto Germania e Giappone siano disposti ad accettare. • EUROTUNNEL — La tempesta abbattutasi sul mercati azionari mondiali non bloccherà l'emissione con cui il consorzio anglofrancese Eurotunnel metterà in moto le complesse operazioni di finanziamento per la costruzione del tunnel ferroviario sotto la Manica che entro il 1993 dovrebbe collegare l'Inghilterra alla Francia. Lo ha dichiarato ieri a Londra Alistair Mortoli, co-presidente della società costituita appositamente per realizzare il progetto.

Persone citate: Alistair Mortoli