A Wall Street già «bruciati» 700 miliardi di dollari di Ennio Caretto

A Wall Street già «bruciati» 700miliardi di dollari A Wall Street già «bruciati» 700miliardi di dollari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — A una settimana esatta dal «lunedi nero., Wall Street ha ieri subito la seconda caduta di tutti i tempi: l'indice Dow Jones dei titoli industriali è sceso di 156,83 punti, l'8,04 per cento, a quota 1793,93. La tumultuosa seduta, apertasi in un clima di tensione a causa del tonfo delle altre borse, non si è però chiusa nel panico, al contrario di quanto accadde il 19 scorso, quando nell'ultima ora l'indice Dow Jones scese di circa 200 punti, con un crollo complessivo di 508 punti, il 22,6 per cento. Sebbene le sue perdite in poco più di due settimane ammontino a 700 punti, pari a 700 miliardi di dollari, i due terzi del bilancio dello Stato americano, Wall Street non è ancora ko. Ma la Borsa Usa è come un pugile in ginocchio: ieri è stata salvata dal gong, che ha chiuso le trattazioni con due ore di anticipo sul normale orario, come avverrà tutta la settimana, e di una serie di altre tempestive misure della Sec. A differenza del lunedi nero, la seduta di ieri non ha colto impreparate le strutture finanziarie private né quelle pubbliche della superpotenza. Prima ancora che Tokyo, Londra e le altre capitali, dove i mercati erano già aperti da alcune ore, dessero l'allarme, Wall Street è corsa ai ripari. La Sec ha imposto alle banche di investimento e alle agenzie di Borsa un forte aumento di capitale, ha ordinato al «brokers» un impiego limitato del computerà, ha fissato modesti margini di oscillazione per le opzioni sugli indici a venire al mercato di Chicago, e ha preteso la chiusura anticipata delle trattazioni per ragioni contabili, per consentirne cioè la trascrizione sul registri. Novanta minuti prima che suonasse la campana d'avvio della Borsa, inoltre, la Riserva Federale ha messo a disposizione delle grandi banche 6 miliardi di dollari, una somma enorme, per eventuali prestiti agU istituti finanziari di Wall Street che si trovassero in pericolo. Ha detto il guru Henry Kauffman: 'Questa volta, ci sia¬ mo lanciati dal trapezio con la rete di protettone: Questo massiccio sbarramento tecnico non ha impedito che in mezz'ora o poco più l'indice Dow Jones dei titoli industriali precipitasse di 100 punti esatti. Ma ha prevenuto U peggio, proprio quando 11 disastro sembrava inevitabile. ' Dopo un vano tentativo di ripresa, infatti, l'indice è tornato a scendere, ma molto lentamente, mentre diminuiva il ritmo delle transazioni. Forse, se l'operazione di soccorso della Borsa da parte del governo e del Parlamento fosse stata più massiccia, la seduta si sarebbe trasformata in una vittoria per Wall Street. Ma a questo livello, ieri la montagna ha partorito il topolino. Al termine di un'ora di duri colloqull alla Casa Bianca tra 11 presidente e 1 parlamentari, l'America ansiosa e disorientata ha appreso solo che il deficit del bilancio di previsione per l'87-'88, oltre 170 miliardi di dollari complessivi, verrà tagliato di 23 miliardi. E' l'unica misura sinora . annunciata da Reagan, una misura peraltro prevista dagli automatismi della legge sul deficit pubblico, ed è stata subito giudicata debole. La caduta dell'indice Dow Jones dei titoli industriali di ieri non riflette compiutamente le difficoltà di Wall Street. Queste azioni infatti, le «blue chips», il sangue blu della Borsa, hanno resistito meglio delle altre: gli indici minori, che rispecchiano la massa del mercato, sono quelli che hanno subito le maggiori perdite e, in media, 1 passivi ieri hanno superato gli attivi sedici a uno. Un secondo e più grave motivo di inquietudine è stato il calo dello 0,5 per cento dei consumi negli Usa a settembre annunciato dal ministero In un certo senso, nella finanza intemazionale è in corso un referendum sulla reaganomics, ed esso non sta andando bene per il Presidente. Mai come ora 1 fatti dimostrano che il mondò economico è un villaggio globale. Le reazioni sono concatenate: il cedimento di una Borsa provoca quello dell' altra e cosi di seguito. Ma 1 segnali che partono dalla Casa Bianca non sono incoraggianti. In un'intervista a «Time», 11 ministro del Tesoro Baker ha ieri indicato che esiste spazio per un calo degli interessi negli Stati Uniti, e ha esortato la Germania e il Giappone a fare da loco • mitive per l'economia mondiale, suscitando cosi l'ennesimo sospetto che egli miri a un deprezzamento del dollaro. Parlando alla tv, 11 consigliere di Reagan Sprinkle ha ammesso di non sapere se mie nostre iniziative potranno raddrizzare i mercati», e ha sottolineato che • / 'espansione economica Usa, la piti lunga della storia in tempo di pace, è l'unica cosa che può calmare le Borse». Ennio Caretto A partire dalle primissime ore della mattinata con l'apertura della Borsa di Sydney la tendenza all'ingiù ha trovato via via conferma in tutte le piazze mondiali per chiudere con il calo di Wall Street

Persone citate: Baker, Borsa, Henry Kauffman, Reagan, Reagan Sprinkle