«Gorbaciov non vale lo Scudo» di Ennio Caretto

«Gorbaciov non vale lo Scudo» Reagan non abbandona le guerre stellari per un vertice Usa-Urss «Gorbaciov non vale lo Scudo» L'incontro si fa «senza previa intesa sulla Sdì o non si fa del tutto» - «Metterla sul tavolo significa che è negoziabile, ed invece non lo è» - Frank Caducei: «Non è la fine del mondo» - D Cremlino: «Non fraintendete, quest'anno siamo ancora in tempo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — A ventiquattro ore dal niet di Gorbaciov al vertice, Reagan ha ammonito 11 leader del Cremlino che non Intende 'Sacrificare' gli Interessi fondamentali del Paese soltanto per avere un incontro •con luU, cioè che non rinuncerà allo Scudo spaziale per tenere il summit. Parlando alla radio sul crack di Wall Street, In un brevissimo riferimento finale alla Visita di Shultz a Mosca il Presidente ha detto che la missione non ha portato a un accordo sulla data del summit, ma che egli «non ha fretta'. Reagan ha sottolineato che le superpotenze 'Si sono portate più vicine. all'eliminazione delle armi di teatro e hanno compiuto progressi in altri campi, ma non ha precisato se, come e quando potranno firmare il trattato sugli euromissili. Prima ancora che il leader del Cremlino invil la lettera di chiarimento da lui preannunclata a Shultz, il Presidente gli ha cosi dato la sua risposta: o il summit si fa senza previa intesa sulle «guerre stellari., o non si fa del tutto. E' l'atteggiamento anticipato da Reagan alla conferenza stampa di tre giorni fa: quando un giornalista gli domandò se realmente avesse vietato a Shultz di mettere VSdi sul tavolo della trattativa il Presidente rispose: •£' vero: metterla sul tavolo significherebbe che è negoziabile, mentre non lo è». Era stato Shultz in persona a sollecitarlo — invano — a concedergli un minimo margine di manovra sullo Scudo. La brevità e la fermezza del commento sono parse sintomatiche dello stato d'animo di Reagan. Nella settimana più nera del suo duplice mandato, come l'ha chiamata la Washington Post — l'operazione alla moglie per un tumore, il crollo della Borsa, le battaglie con l'Iran nel Golfo Persico, il veto del Senato alla nomina del giudice Bork alla Corte Costituzionale —, il Presidente si è sentito sotto assedio e ha contrattaccato, com'è sempre stato nel suo carattere. Ieri, nel discorso radiofonico del sabato su Wall Street, Reagan ha addossato ai Mg spenders', gli spreconi democratici del Congresso, la responsabilità della crisi, avvertendoli che non aumenterà le tasse. E ha già notificato al Senato che per la Corte Costituzionale prò- porrà un giudice ancora più conservatore di Bork. A Shannon, in Irlanda, dove dopo la riunione della Nato a Bruxelles ha fatto scalo con il segretario di Stato Shultz, il consigliere per la Sicurezza Nazionale Carlucci ha rilasciato dichiarazioni assai più possibiliste. •/ nostri colloqui di Mosca non possono essere considerati un fallimento — ha affermato —. La regola è misurare la gamma dei progressi, e ce ne sono stati tanti in una grande varietà di campi. Non è la fine del mondo se non si è fissata la data del vertice'. Carlucci ha sottolineato che Gorbaciov ha insistito ripetutamente di volere rincontro con Reagan: 'Non fraintendetemi — ha detto — io voglio un vertice, si fa ancora a tempo quest'anno'. 'Non mi sono sentito né ingannato né incastrato', ha concluso il consigliere per la Sicurezza Nazionale. Le rassicurazioni di Carlucci sono destinate a tenere la porta aperta a un compromesso con Gorbaciov sul summit e a prevenire una paralisi delle trattative sul Ennio Caretto (Continua a pagina 2 in sesta colonna)

Luoghi citati: Bruxelles, Iran, Irlanda, Mosca, Washington