La Francia sogna unisex di Stefano Reggiani

La Francia sogna unisex A Cinema Giovani «Jeux d'artifices» di Virginie Thévenet La Francia sogna unisex Una storia di fratelli adolescenti per affrontare il tema dell'androgino, elemento suggestivo della cultura giovanile contemporanea - Dall'Argentina «EI amor es una mujer gorda» di Agresti, testimonianza dello scontento che dura TORINO — Come si starebbe tranquilli se tutto 11 mondo fosse unisex, non ci sarebbero 1 drammi d'amore e una buona amicizia universale regnerebbe su bellissimi Individui indifferenziati. Il tema dell'androgino è al centro del film francese Jeux d'artiflces, Giochi d'artificio, di Virginie Thévenet, presentato al Cinema Giovani. Con una storia di fratelli, adolescenti e smarriti, la Thévenet ha solo sfiorato il tema dell'Incesto, per occuparsi della fantasia d'essere uomodonna, che costituisce uno slancio tipicamente adolescente (la paura di crescere), ma anche un elemento suggestivo della cultura giovanile contemporanea (1 cantanti rock volutamente ambigui o vistosamente mescolati di maschile e femminile). Thévenet è tempestiva ed è anche brava; si capisce, e stata attrice di Truffaut e di Rohmer, scenografa, pittrice e architetto, ha imparato a girare, di suo ci ha messo l'intelligenza e una certa grazia rancorosa. E pensare che il suo primo film (La nuit porte jarretelles) ci era sembrato un poco fatuo e pretenzioso, vuol dire che è migliorata. Due fratelli, Elisa ed Eric, rimasti soli dopo la morte della madre (11 padre è separato) occupano l'appartamento di un amico col gioco-lavoro del fotografo: riprendono tableaux vivants In cui travestono i propri amici, con preferenza verso i tipi androgini, ritraendo un mondo ambiguo in cui la bellezza non ha sesso. Ma la natura li prende in giro (li fa crescere?). Il pianista che s'era invaghito della sorella, risvegliandone i sensi e 1 rimorsi, finisce poi, complice una vacanza In montagna, per fuggire con il fratello di lei. Tra l'altro sono cosi uguali, due bellissimi androgini. Per evitar di cadere nelle braccia l'uno dell'altra, sono stati presi dal mondo e dalle sue contraddizioni. Ma Eric è coerente: ha voluto dimostrare che un fratello può rubare l'amore riservato a sua sorella, senza differenze. Ma la sorella, nel film, ne morirà. Ha un bel titolo il film argentino (di produzione anche olandese) £2 amor es una mujer gorda. L'amore è una donna grassa, di Alejandro Agresti. Dopo tanti film argentini visti agli Incontri di Sorrento l'opera di Agresti, non ufficiale e neppure ufficiosa, completa il quadro. A Sorrento s'erano viste, come dire?, le opere del risveglio democratico e le condanne del passato già consegnate alla storia, qui c'è la testimonianza dello scontento che dura, una visione più «estremista», di una sinistra non riconciliata. Non più la piccola e media borghesia, o il popolo delle campagne, ma il sottoccupato intellettuale urbano e 1 derelitti senza dimora. José è licenziato dal suo giornale moderato perché ha trasformato un pezzo di color; sulle riprese di un film americano in una requisitoria contro lo sfruttamento Usa. Anche la miseria argentina, secondo José, è strumentalizzata a scopi commerciali, come un elemento pittoresco. Vagabonda per la citta, cerca la fidanzata che s'ostina a non credere «desapareclda», parla con gli amici. Ma una sera in tram, s'accorge d'es sere ripreso: è diventato una comparsa involontaria dei film che disprezza. Girato in chiave realistica, è, si capisce, un film visionario, con la metafora di quel megafilm americano sui poveri di Buenos Aires assai improbabile nella realta (Anche se nel film si ipotizza un'opera democraticoavventurosa alla Stone, alla Coppola). Stefano Reggiani Una scena di «Andrej Rublév » che sarà presentato stasera nella versione critica integrale

Persone citate: Agresti, Alejandro Agresti, Rohmer, Truffaut, Virginie Thévenet

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Francia, Sorrento, Torino, Usa