Il rebus di 24 miliardi che nono fecero ritorno

eh V i^T^' -!r'. e non ritorno eh V i^T^' -!r'. e non ritorno Sono i capitali che l'industriale dolciario aveva all'estero nel '76 Dov'era residente l'industriale dolciario Michele Ferrerò nel '76, quando entrò in vigore la legge che puniva penalmente la costituzione di capitali all'estero? •A Pino Torinese — sostengono il pm Antonio Patrono e l'avvocato dello Stato, Giancarlo Ferrerò — e quindi è responsabile di violazioni valutarie per miliardi-. Ribatte la difesa (avvocato Vittorio Chiusn.no e prof. Marco Siniscalco): «Ferrerò ha la sua dimora abituale a Bruxelles fin dal 75 e non deve rispondere alle leggi valutarie Italiane.. Su questo interrogativo, nodo centrale del processo, è vissuta anche l'udienza di ieri. Michele Ferrerò è Iscritto all'anagrafe belga dal novembre '76, ma alla giustizia non basta, interessa dove l'industriale viveva veramente con la famiglia e svolgeva la sua attività: la cosiddetta residenza di fatto. Se era a Bruxelles già nel '75, prima della legge, non ha ii il un iitiiilKlm il un liiiimi commesso alcun reato. Per | avvalorare questa tesi ieri sono arrivati testimoni dal Belgio. Un professore ha detto di aver dato lezioni di matematica a Giovanni, il più giovane dei figli dell'Industriale. Un compagno di scuola del fratello Pietro ha ricordato i giorni passati sui banchi dell'Istituto St. Joseph di Bruxelles, le gite con l'amico. Sul tema il difensore Vittorio Chiusane in una memoria al tribunale, scrive: .La Guardia di Finanza sostiene che la documentazione scolastica dei figli di Ferrerò è falsa: un'affermazione almeno imprudente. La verità è che, fuor da ogni ragionevole dubbio, Pietro e Giovanni Ferrerò erano in Belgio già dal 75: Restia al trasferimento in Belgio era la moglie di Ferrerò, ma quando fu rapito Pietro Gans (23 gennaio '75), compagno di scuola a Moncalieri dei figli si decise a partire. Ma il grosso problema della residenza non è l'unico di il :iiit>iiitif mi iiiiiiirliiiiiiliiiiiiitiiiiilllMllMM questo processo. Per 11 pm Patrono, anche se Ferrerò risultasse abitante a Bruxelles dal '75 e quindi «straniero», va ugualmente punito: doveva dichiarare all'Ufficio italiano cambi e poi far rientrare in Italia i capitali che già allora aveva oltre confine (oltre 24 miliardi di lire). La legge del '76 poneva questo obbligo a chiunque avesse • disponibilità valutarie all'estero-. Per l'accusa quel •chiunque» si riferisce a tutti i cittadini italiani anche se residenti all'estero. La difesa, che si avvale della consulenza anche dell'avv. Franzo Grande Stevens, ribatte: • Quel chiunque riguarda soltanto i residenti italiani'. Il reato l'ha commesso, se mai la madre dell'industriale che nel '76 aveva 11 50 per cento delle azioni della società e non fece rientrare i capitali: lei era residente italiana La donna, Pierina CUlario è morta il 3 dicembre '80. Nino Pietropinto illiiliiliiiiiiifiiiiiiliitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinutiiii,!

Persone citate: Antonio Patrono, Franzo Grande Stevens, Giancarlo Ferrerò, Nino Pietropinto, Patrono, Pierina Culario, Pietro Gans, Vittorio Chiusn

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Italia, Moncalieri, Pino Torinese