Quei cento milioni non spesi di Claudio Giacchino

Quei cento milioni non spesi Parlano gli imputati al processo per il tragico rogo di via Cibrario, altra udienza sul «caso Ferrerò» Quei cento milioni non spesi Tanto sarebbe costato il nuovo impianto elettrico dello Statuto - Interrogato il progettista Donisotti, che diresse la ristrutturazione neU'80: «Ciò che ora è abnorme, allora era regola» • Lo Statuto? Era uno dei cinema più sicuri di Torino. Funzionava da un sacco di "'ini, era stato controllato decine di volte dalle varie commissioni di vigilanza succedutesi nel tempo e nessun tecnico aveva mai avuto nulla da eccepire. In materia di sicurezza, dopo la sciagura è cambiato tutto, in modo abissale. Faccio un esempio: poco tempo fa il titolare di un teatrino di provincia mi ha chiamato nel suo locale, voleva sapere da me se bisognava apportare migliorie. Ho dato un'occhiata in giro, sono inorridito. Tutto, là, era fuori legge, stando alle norme di oggi. Prima dello Statuto, al proprietario avrei detto che per mettersi in regola si sarebbero dovuti, al massimo, fare alcuni lavoretti.. Cosi s'è difeso Amos Donisotti, imputato della tragedia dello Statuto perché, secondo l'accusa, fu il direttore della ristrutturazione della sala di via Cibrario com¬ piuta nell'agosto '80. Assistito dall'aw. Geo Dal Fiume, questo geometra di 65 anni che ha passato la vita a costruire cinema ed è il progettista di quasi tutte le «multisale» di Torino, ha negato: -Macché direttore dei lavori, io svolsi solo un'attività di consulenza senza entrare nel merito delle decisioni del proprietario, Raimondo Capello: Poi ha insistito sulle differenze . -macroscopiche- di mentalità e norme tra il -prima, e il «dopo, del rogo che è costato 64 vite. -Le situazioni che oggi sono considerate abnormi, allora erano la regola-. Sull'impianto elettrico dello Statuto (sarebbe stata la causa del disastro) ha detto: • Certo che era vecchio, ma non obsoleto come hanno sostenuto i periti. Rifarlo sarebbe costato 100 milioni, Capella disse che, dopo tutti i lavori di ammodernamento già eseguiti, non aveva più soldi anche per quest'opera. Non voglio demonizzare Capella, non era il solo proprietario che dinanzi alle spese tentennava'. Alla domanda: «Cosa fece. in concreto, la commissione di vigilanza che per ultima (febbraio '81) Ispezionò il cinema?» ha replicato: «Le solite cose: ha girato per i locali, ha parlato con Capella, ha posto quesiti. Non mi pare che abbia avuto nulla da ridire. Non ricordo se esaminò documenti, piantine». Accusati della tragedia sono anche Anastasio Ricci e Elio Appiano. Il primo si occupò degli arredi dello Statuto. Difeso dagli aw. Gianaria e Piacentino, ha respinto gli addebiti: 'Usai i materiali (non furono sottoposti a trattamento antifuoco, ndr) fornitimi da Capella.. Elio Appiano è processato perché era l'elettricista del cinema. Assistito dall'aw. Santoni, ha dichiarato: -A quell'impianto io misi mano per l'ultima volta nel 1977, sei anni prima dell'Incendio. Ma non intervenni nel lavori di ristrutturazione del 1980.. Il processo riprenderà lunedi. Claudio Giacchino lllllllllllllllilllllllllllltl l'itti llliiliiil iiiimiiiii

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