Fiat obiettivo Spagna

Fiat/ obiettivo Spagna Il gruppo si rafforzerà nei settori chiave Fiat/ obiettivo Spagna Umberto Agnelli inaugura una mostra a Madrid - La Casa torinese leader tra gli importatori di auto sul mercato iberico - Romiti: lo choc in Borsa è salutare DAL NOSTRO INVIATO MADRID — Per sottolineare la propria attenzione al grande sviluppo che sta avendo l'economia spagnola, la Fiat ha aperto ieri a Madrid una propria mostra dedicata a «Le forme dell'industria», inaugurata da Umberto Agnelli. L'attenzione del Gruppo torinese per la Spagna è di vecchia data, ma soltanto in questi ultimi anni si è fortemente sviluppata. Come ha ricordato ieri l'amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti, intervenendo, quale ospite d'onore, alla colazione organizzata dall'Associazione spagnola per lo sviluppo del management (Apd), oggi il Gruppo è presente in Spagna con 16 aziende industriali, commerciali e finanziarie appartenenti ai principali settori. Queste aziende danno lavoro a cinquemila persone, che saliranno a sette-ottomila entro qualche mese, ed hanno fatturato 89 miliardi di pesetas (oltre 900 miliardi di lire) nel 1986. Per quest'anno si prevede di superare i 160 miliardi di pesetas (1700 miliardi di lire) con un incremento dell'80 per cento sull'anno scorso, dovuto anche all'acquisizione dell'Alfa Romeo. Oli Investimenti sono stati, sempre nel 1986, di 30 miliardi e nell'87 supereranno i 40. Alla colazione erano presenti il ministro dell'Industria spagnolo Croissier. Precedentemente, nel presentare la mostra alla stampa, il direttore delle relazioni esterne Fiat, Cesare Annibaldi, aveva affermato che «si può fare cultura anche producendo beni come automobili, autocarri, trattori, aeroplani e robot. I valori estetici di una grande azienda che si manifestano vivamente attraverso oggetti, creazioni e progetti, rappresentano — ha aggiunto — altrettanti momenti culturali, significativi della nostra società*. In mattinata Agnelli e Romiti sono stati ricevuti, in udienza privata, dal re di Spagna, Juan Carlos. La mostra, che si compone di quattro linee principali che vanno dalle forme dei prodotti a quelle della comunicazione, del progetto e della produzione per le diverse aziende del Gruppo, va ben al di là della semplice mani- festazione e rappresenta un raffinato e qualificante biglietto da visita con il quale la Fiat intende sviluppare in questo Paese la sua presenza. E i dati lo dimostrano: la Fiat Auto Espana», dopo l'uscita dell'azienda torinese dalla Seat nel 1979, ha venduto nel 1986 venticinquemila automobili, con un fatturato di circa 250 miliardi di lire contro 90 dell'anno pre¬ cedente, un incremento di oltre il 160 per cento. Per quest'anno si prevede un raddoppio delle immatricolazioni, dovuto anche alle Alfa Romeo, che nell'86 hanno venduto quasi 14 mila unità con un fatturato di 170 miliardi. La Pia* si conferma cosi al primo posto tra gli importatori, con una quota di mercato dell'8,2 per cento, superando alcune case che producono direttamente in Spagna. In altre parole, su cento auto Importate, 34 sono italiane. La Spagna è oggi il Paese europeo a maggiore sviluppo industriale e In questa espansione la Fiat ha saputo inserirsi con autorità in molti del settori In cui opera. E' un risultato Importante che va al di là delle statistiche e che si proletta nel futuro perché, come ha detto Romiti, «la competizione economica si gioca sempre più su un terreno globale, malgrado gli anacronistici ostacoli posti dal protezionismo. L'internazionalizzazione dell'impresa appare pertanto come la naturale conseguenza del formarsi l'i questo quadro in cui la divisione del lavoro assume aspetti diversi e più complessi rispetto al passato. Nel quadro della competizione mondiale — ha precisato — è evidente come, per qualunque impresa, di qualsiasi Paese europeo, il mercato interno possa essere solo quello continentale, l'unico in grado di confrontarsi, come dimensione, con il mercato interno Usa e con quello giapponese*. Durante la colazione, alla quale è seguito un dibattito sui temi trattati, è emersa la preoccupazione per le prospettive non soddisfacenti della congiuntura internazionale. 'La debolezza del dollaro, le tensioni al rialzo dei tassi di interesse — ha detto l'amministratore dele gato della Fiat — sono tutti impulsi che potrebbero determinare una nuova recessione mondiale e, quindi, un inasprimento della concorrenza*. E il drammatico ribasso dei mercati finanziari di tutto il mondo è per Romiti la conferma di queste preoccupazioni. «Lo shock delle Borse — ha aggiunto — è comunque salutare perché ridimensiona certi miti e riconduce alla realtà*. Per Romiti, infatti, alcune Borse erano troppo gonfiate e un ribasso non traumatico può ricondurre i mercati nazionali al loro giusto ruolo, quello di favorire il risparmio produttivo. Perché, ha aggiunto ramministratore delegato della Fiat, «la capa cita reale dell'economia quella di produrre beni e servizi e il ritorno dall'era dei giovane finanziere a quella del giovane ingegnere penso sia un fatto positivo*. Renzo Villare li vicepresidente della Fiat, Umberto Agnelli

Luoghi citati: Madrid, Spagna, Usa