II sesso entrerà a scuola non sarà una materia di Gigi Padovani

II entrerà a scuola non sarà una materia Due disegni di legge in Parlamento presentati da pei e de II entrerà a scuola non sarà una materia Gli insegnanti dovranno parlarne in ogni disciplina, quando se ne presenti l'occasione ROMA — Soltanto quattro genitori su cento sono disposti a parlare di sesso con 1 figli. E le Informazioni su come nascono 1 bambini vengono dalla famiglia, dicono 1 ragazzi, solo nel 18,6 per cento del casi. Dunque in casa 1 tabù rimangono, come ha evidenziato la ricerca divulgata pochi mesi fa dall'Asper, associazione che si occupa degli aspetti psichici della sessualità. E a scuola? Non è previsto nulla, da quattro legislature 1 partiti si dividono sui progetti per introdurre questi problemi anche in classe. Con 11 nuovo Parlamento si torna a parlarne, dopo la presentazione di due disegni di legge, uno de e l'altro pel. Ma c'è una novità. Gran parte delle incrostazioni ideologiche sono cadute e le due proposte ora si assomigliano molto, in una sorta di compromesso storico sul sesso che potrebbe finalmente sbloccare la situazione. Resta da vedere se le resistenze dei laici — i socialisti stanno per ripresentare una loro legge — continueranno o se lo sforzo di concretezza prevarrà, dopo le divisioni nate sull'ora di religione. • Per carità, non parliamo di ora di religione-, sbotta il ministro per gli Affari speciali Rosa Russo Jervolino, prima a firmare (quando non era ancora nel governo) la proposta democristiana, insieme alla senatrice Gabriella Ceccatelli. E spiega: • Questa non sarà un'ora di educazione sessuale: le divisioni nate su quell'i Itra materia ci hanno insegnato che non dee. no nascere battaglie ideologiche, altrimenti non si concluderà nulla. Ho fiducia che si possa andare avanti, perché questa proposta può essere accettata da tutti, da Marco Boato per i Verdi, ai comunisti e ai laici Si basa su un'etica laica del problema, così come emerge dalla nostra Costituzione* Secondo l'impostazione comune dc-pci, di sesso si incomincerà a parlare fin dalle materne, ma senza che nasca una materia a parte. Se ne occuperanno i docenti statali, aggiornati da corsi specifici e con l'aiuto di esperti esterni: i consigli di istituto dovranno decidere la collocazione nelle lezioni normali dei nuovi contenuti. Secondo il ministro Jervolino si dovranno introdurre questi problemi in diverse discipline. «Per esempio in letteratura si può arrivare a interpretare i testi che parlano di rapporto tra innamoramento e amore. Oggi si insegna l'educazione all'igiene per lavarsi le orecchie, ma si salta l'igiene sessuale — dice la senatrice de —. Ai miei tempi, in arte, si evitava persino l'analisi di certe parti anatomiche di una statua. Si devono superare questi tabù, la sessualità va vissuta anche a scuola come un aspetto normale della personalità*. I maggiori sostenitori della proposta comunista sono i dirigenti della Fgcl: i quattro parlamentari della federazione giovanile sono infatti i primi firmatari. In testa c'è Cristina Bevilacqua, 25 anni, studentessa universitaria a Pavia. «La nostra iniziativa nasce da un lavoro con gli studenti medi di tutta Italia — dice l'on. Bevilacqua, la più giovane deputata a Montecitorio — che nella primavera scorsa firmarono in centomila una petizione. Noi perciò pensia mo anche a spazi autogestiti fuori orario, per discutere: è una esigenza molto sentita. D'altra parte ricordo che al mio liceo si organizzarono questi dibattiti e suscitarono grande interesse, in me come nei miei compagni*. I giovani della Fgcl temono soprattutto che In classe nascano •predeterminazioni di giudizi morali: ai ragazzi si devono dare le informa- Bioni, gli strumenti. Poi le scelte spettano al singolo*. Se le preoccupazioni dei giovani comunisti sono per la media superiore, pedagogisti e psicologi si sottolineano 1 problemi che possono nascere fra gli allievi più piccoli. Il professor Guido Petter, docente di psicologia dell'età evolutiva all'Università di Padova, consiglia una attenta gradualità. •Nelle materne — dice — si potrebbe partire dalle differenze tra maschi e femmine e dallo spontaneo interesse dei bambini sul "come nascono i bambini". C'è poi il periodo dai 6 anni fino al termine delle elementari, in cui c'è una certa latenza di pulsioni emotivo-sessuali, che consente di spiegare sema drammi le tecniche di riproduzione dell'uomo. Infine, nella media inferiore, incomincia la fase degli innamoramenti e si dovranno affrontare i problemi affettivi, fino a questioni difficili come prostituzione e omosessualità*. C'è in genere accordo sul nuovo concetto di una diffusione su tutte le materie dell'educazione sessuale, accolto dagli esperti con un vero sospiro di sollievo. Francesco De Bartolomeis, docente di pedagogia a Torino, ricorda che «i progetti precedenti sembravano redatti da un ginecologo* e in slste sulla necessità di non separare gli aspetti sessuali da quelli più generali legati allo sviluppo dei sentimenti e delle curiosità infantili •Del restò questo non è un problema dei bambini — aggiunge il professore —, che sono degli esploratori per natura, fin da piccoli. Ma attenzione a non togliere importanza ai problemi specifici, altrimenti si arriva all'opposto, alla de-sessualizzazione. Non dimentichiamoci che il sesso è anche fatto di genitali!*. Spetterà ai docenti mette' re in pratica questi principi Occorrerà coraggio e qualche corso di aggiornamento, per evitare che la legge quando sarà varata, venga applicata con i soliti raccontini sulle api. Gigi Padovani

Persone citate: Asper, Bevilacqua, Cristina Bevilacqua, Francesco De Bartolomeis, Gabriella Ceccatelli, Guido Petter, Jervolino, Marco Boato, Rosa Russo Jervolino

Luoghi citati: Italia, Pavia, Roma, Torino