Consigli e training

Consigli e training Consigli e training CHE sia sport duro è facile da capire. Basta dare un'occhiata al tipo di abbigliamento usato dai piloti, fatto di armature che inizialmente sono derivate dal football americano. n motocross è uno sport completo, che impegna tutti i muscoli del corpo. Oltre agli scuotimenti, provocati dall'irregolarità del terreno, bisogna anche tener conto di quelli causati da frenate ed accelerate, durante le cui fasi diventa problematico rimanere in sella. Tenuto presente che per ottenere un buon risultato non bisogna farsi portare dalla moto, bensì portarla. In curva occorre sedersi molto avanti sulla sella per far mordere la ruota anteriore, quella che assicura la direzione, operando piccoli spostamenti a seconda del tipo di traiettoria e di pendenza che si sta affrontando, o del salto che si deve compiere. Se in tratti rettilinei ci sono molti buchi bisognerà invece tenersi in piedi sulle pedivelle, per assorbire con le gambe 1 contraccolpi. Un professionista del motocross sostiene programmi di preparazione intensissimi: 4 ore e più di percorso, un'ora di palestra al giorno (usando anche i pesi), 30 km di corsa o 100 di bicicletta, il tutto ogni settimana. Proprio a Torino e dintorni sono nati e cresciuti grandi campioni come Emilio Ostorero (di Avigllana), attuale et della Federazione Motocross, Stefano Benso (di Vlnovo), Giuseppe Cavallerò (di Caselle), Piero Coscia (di Torino), Paolo Plron (di vaiar Perosa), Antonio Allemand (di Bardonecchia), Sergio Franco (di Rivoli, grandissimo talento purtroppo non espressosi ai vertici a causa di gravi incidenti), Maurizio Dolce (di Torino), per citarne alcuni. Le speranze del motocross piemontese sono ora riposte, tra gli altri, su Paolo Caramellino (di Nichelino) e sui giovani torinesi Marco Petrarca, Gianluca Peila e Max Oazzarata. g, d. e.

Luoghi citati: Bardonecchia, Nichelino, Perosa, Rivoli, Torino