La campagna si addice ad Elettra

La campagna si addice ad Elettra La campagna si addice ad Elettra CINQUANTANNI, insegnante, un lungo passato di filmaker indipendente alle spalle e una «sete di nuove esperienze» che ancora lo divora. Tonino De Bernardi ha firmato Elettra. «Per me questa tragedia è un grande rito celebrato in campagna», dice. Cosi la vicenda che tanto affascinava i classici greci (da Eschilo a Euripide a Sofocle) è stata ambientata a Casalborgone, alle porte di Torino. La interpreta gente del luogo, che non ha mai calcato la scena o recitato in un film. «Ma i gesti che si compiono in campagna sono antichissimi, mi sem- " bravano quindi adeguati a una storia cosi antica e pure attualissima», afferma il regista. La passione per la campagna è una costante nella vita di De Bernardi. A Casal borgone si è trasferito nel '72. Fu un ritorno al privato, spiega, dopo anni affollati di impegni e di militan-. za, di film indipendenti e underground. A usare la cinepresa De Bernardi inizia nel '65, in tandem con il pittore Paolo Menzio. Cè a far scuola l'esempio del cinema indipendente americano, che sforna film a poco prezzo realizzati al di fuori di ogni struttura produttiva. Prima ancora De Bernardi è stato un appassionato lettore di riviste come Cinema Nuovo e si è brillantemente laureato in storia della musica con Massimo Mila, sostenendo una tesi su StravinskL Con Menzio realizza II mostro verde, più tardi, nel '67, gira Dei, che viene recensito sul Village Voice da Mekas, uno dei padri dell'underground americana Seguono molti altri lavori, film-eventi che vengono proiettati in Italia, in Europa o in Usa in gallerie, musei, cinema e teatrini-off. «Allora, pur facendolo volevo sconfiggere il cinema, dilatarlo, uscirne fuori come alcuni pittori-di quegli anni uscivano dai quadri», ricorda. Ma forse in quelle scelte radicali c'era anche una punta di paura del cinema come ingranaggio che stritola e divora. Sconfiggere il cinema, per De Bernardi, significava sconvolgerne le strutture narrative e usarlo quasi come una «cura psicanalitica». «Per 18 anni sono stato contro la narrazione, adesso sono per una narrazione interna all'immagine e con le immagini ho quasi un legame affettivo, queste devono nascere dentro di me, devo sentirle come mie», afferma, n cinema lo aiuta a superare i suoi complessi, a vivere. Per anni De Bernardi si è prodotto i suoi film, per lui era un punto d'onore non lavorare per la Rai o altre istituzioni ufficiali «Poi ho capito che delle mie scelte non fregava niente a nessuno. Per sconforto mi sono rivolto alla Rai, che avevo sempre considerato come un mostro cattiva Mi sono stupito scoprendo che non mi tagliava le gambe». La sede piemontese dell'Ente Radiotelevisivo di Stato ha infatti prodotto negli ultimi anni molti lavori di De Bernardi, compresa l'Elettra. Di questa tragedia gli interessava soprattutto il personaggio femminile. L'attenzione per il mondo femminile è un'altra costante del suo ..lavoro. Nell'82 con Donne, un film in~super8 di oltre dodici ore, ha realizzato un galleria di ritratti, diventata famosa, quasi un cult-movie. In quel film ci sono molte donne giovani e meno giovani che si confessano davanti alla macchina da presa. In Elettra ha scelto tre diverse interpreti per lo stesso personaggio. «Non volevo una protagonista, ma far capire che esistono diverse Elettra». Cè l'Eìettra del padre Agamennone e del fraieLo Oreste. Poi c'è l'Elettra della sorella Crisotemide e infine quella della madre Clitemnestra. I personaggi maschili sono per lui sempre un problema, perché «è difficile essere uomo». In questa tragedia per Egisto ha quasi provato pena, avrebbe voluto in qualche modo riscattarla Agamennone invece è diventato 11 padre, visto attraverso gli occhi di Elettra, un padre da «mare anche se è a capo di un esercito «e io non amo gli eserciti». Nel film c'è anche un mondo contadino che sta scomparendo, gesti, luoghi e volti di cui, secondo il regista, bisognava dare testimonianza prima che fosse troppo tardi E in fondo la lotta tra Egisto e Agamennone, che sono cugini, può anche essere vista come una delle tante liti all'interno di una famiglia contadina, magari per la spartizione di questo 0 quel terreno. «Elettra è una storia di amore e odio all'interno di un gruppo familiare, anch'io ho avuto un rapporto di amore ed odio con la mia famiglia, la protagonista continua ad avere il culto del padre morta anch'io ho perso presto i miei genitori in qualche modo la sento vicina, potrei dire che ci sono molte cose autobiografiche ih questo film», conclude. Rocco Moli temi Olimpia 1, domenica 18, ore 17,38. Replica lunedi 19, ore 10,15.

Luoghi citati: Casalborgone, Europa, Italia, Sofocle, Torino, Usa