Mal di guerra, il Vietnam secondo Kubrick di Alessandra Comazzi

Mal di guerra, il Vietnam secondo Kubrick Mal di guerra, il Vietnam secondo Kubrick ED eccolo anche In Italia (proiezione a Torino nei cinema Grand'Eliseo e Romano) Fall Metal Jaeket di Kubrick, il film sul Vietnam realizzato dal grande regista di 2001 Odissea nello spazio e di Arancia meccanica, fermo dai tempi di Shining. In America, dove non si temono le uscite estive, la pellicola è andata sugli schermi in luglio, suscitando esiti contrastanti In Inghilterra è uscita il mese scorso, e il successo è stato grandissimo. Successo soprattutto di pubblico: una partenza a razzo in sei locali di Londra, 137 cinema in tutta la Gran Bretagna, incassi superiori a quelli di Rombo (336 mila sterline soltanto la prima settimana di proiezione). I critici, invece, come già negli Stati Uniti, si sono mostrati perplessi e divisi. La perplessità maggiore nasce dalla domanda: perché ancora film sul Vietnam? Non è anacronistica questa esplosione di pellicole che rianalizzano, da tutte le angolazioni e sotto tutti gli aspetti, la tragedia americana nel Sud-Est asiatico? Le domande si fanno più profonde per Kubrick, un regista che non si può sospettare di mal di scia. Ma di pigrizia sì, visto che il critico David Denby del New York Times ha scritto: «Il film è un caso di pigrizia intellettuale spacciata per verità amara: Kubrick ha tirato fuori un caos dal suo stato di alienazione e di demoralizzazione e lo ha chiamato Vietnam». Ma proprio questo era, nelle intenzioni del regista, lo spirito della pellicola. Dice Ed O'Ross, uno degli interpreti: «Questo non è un film sui Vietnam. La ragione per cui Kubrick ha scelto U Vietnam è che in questo modo poteva esprimere meglio la sua posizione antimilitarista». Cosi un altro critico, Hoberman del Village Voice: *Full Melai Jacket sembra essere stato girato più con disciplinata ripugnanza che con una convinzione bruciante. Jocker, la recluta burlone. C'è un texano, e sarà chiamato cowboy; il mite e cicciottello diventerà Gomer Pyle (l'ottuso marine di una famosa serie tv). Le reclute sono addestrate da un classico sergente (non raffinato come quelli del coppoliano Giardini di pietra), che sarà anche un po' sadico, ma in fondo non fa altro che il suo perfido dovere, dando esattamente quel che si chiede da lui. H grasso, Gomer Pyle, è la vittima predestinata del sergente: ma imparerà a usare l'M-14 meglio di tutti, sarà trasformato in macchina da guerra. Più disincantato e preparato, l'intellettuale Jocker terrà testa al sergente per più tempo e con maggior determinazione: è lucido, sa analizzare la guerra e la sua schizofrenia. Ma anche la sua personalità, infine, sarà manomessa: e Jocker diventerà un omicida, come tutti. I protagonisti di Full Metal jacket sono praticamente sconosciuti, tranne Matthew Modine (Jocker), già interprete di Streamers (Altman) e Birdy di Alan Farker. Lee Ermey, il sergente, non è un attore di professione, ma un vero sergente dei marines in pensione, in un primo tempo assunto da Kubrick come consulente (su consiglio di Coppola), e poi promosso al ruolo di attore. II film è stato girato tutto in Inghilterra, negli studi di Pinewood (gli stessi dei film di 007). Sembra perché una pellicola realizzata a Londra è infinitamente meno costosa di una realizzata a Hollywood o a New York; perché i Pinewood Studios erano perfettamente attrezzati alla ricostruzione del campo di addestramento marine di Parris Island; perché non serviva una giungla neppure per le scene di guerra, visto che il momento storico che del film è l'offensiva del Tet, sferrata a sorpresa dai vietcong a Da Nang, Houé e Saigon nel 1968. i meno la scena iniziale, che si svolge dal barbiere del campo di addestramento di Paris Island. Qui 17 reclute vengono rapate a zero, simbolico taglio col passato e con le radici, simbolica e minacciosa anticipazione dell'uomo nuovo che da ognuno di quei ragazzi nascerà dopo la preparazione alla guerra. Quei ventenni verranno privati della dignità, della libertà, persino del nome, saranno i soprannomi a prevalere. C'è una recluta che si permette di fare dello spirito imitando John Wayne e infatti sarà chiamato Jocker, marine protagonista, parla evidentemente a nome del regista quando alla fine del film proclama: Mi trovo in un mondo di merda, ma sono vivo e non ho paura». Intanto, che cosa significa il titolo? Full Metal Jacket è un termine di gergo militare che indica le pallottole di piombo rivestito di rame usate per i fucili M-14. n film è tratto da ShortTimers, un romanzo di Gustav Hasford. ex corrispondente di guerra. Il regista aveva dichiarato di essere stato sconvolto da questo libro, del quale la pellicola riproduce fedelmente al¬ Una scena di «Full Metal Jacket», il discusso film di Kubrick sul Vietnam Alessandra Comazzi