A lezione in punta di piedi

A lezione in punta di piedi A lezione in punta di piedi nzando nzando NON c'è la Scala, né l'Opera, né il Bolscioi, né il Metropolitan, eppure a Torino la danza diventa un'attività sempre più diffusa, ricercata, sentita quasi come un'esigenza di vita alla quale non si può rinunciare. Non che la città non abbia una tradizione nel campo: le scuole Bella Hntter, Susanna Egri e Sara Aquarone sono II a dimostrarlo. Negli ultimi anni, però, c'è stata un'esplosione di questa disciplina che, come ogni attività «da palcoscenico», un tempo era guardata con qualche sospetto. Sarà stato Bob Fosse, o i film come «Flash dance», o i serial tipo «Saranno famosi», chissà. Certo è che oggi danzare è un fatto culturale, o una moda. A Torino le scuole di danza sono molte, moltissime. Dappertutto, sotto diverse sigle, nascono corsi, seminari e stage, nascono nuovi generi e nuovi maestri. Difficile star loro dietro. Per chi si iscrive, le aspettative sono diverse. Qualcuno la prende come uno sport, un semplice esercizio fisico che «fa bene» e mantiene in forma; altri come divertimento fisico-mentale, svago dai problemi e rimedio allo stress della vita cittadina, una sorta di Cinar in tutù. Ma c'è anche chi sogna Isidora Duncan, o Nureiev. Davanti a questi si apre una strada irta di difficoltà, fatiche e, speriamo, soddisfazioni. Le possibilità a Torino, non sono molte. I maestri lamentano la man¬ Fracci no psicologicamente. I maggiori sbocchi, comunque, li hanno i ballerini maschi. I ragazzi trovano di più perché sono pochi, e soprattutto sono pochi bravi. C'è ancora il vecchio pregiudizio della dubbia virilità che incombe probabilmente sulla professione. Tra le ragazze, invece, la concorrenza è fortissima e la lotta all'ultimo sangue; si va avanti a botte di concorsi, audizioni, e c'è chi ripone i sogni nel cassetto per diventare ballerina di fila da Berlusconi. A Torino, in particolare, le prospettive sono molto limitate. Per ottenere dei risultati bisogna lasciare la città, e magari essere disposti ad andare all'estero, dove alcune scuole torinesi sono conosciute e tenute in considerazione. Dna strada può essere optare per mestieri paralleli al danzare vero e proprio. Certo chi sogna alte vette guarda con disprezzo e superiorità le colline, ma esistono sbocchi di lavoro alternativi alla danza più che dignitosi, creativi, interessanti Uno di questi è l'insegnamento, che può dare, nel settore, grandi soddisfazioni; c'è poi la coreografia che apre spazio alla fantasia, e la possibilità di diventare critici di danza. Forse si era iniziato con altre idee in testa, ma oggi, anche nella danza, come in tutti gli altri campi professionali, l'esperienza insegna che bisogna accontentarsi. canza di teatri adatti alla danza Le scuole, da parte loro, affermano di fare ciò che possono: garantire una professionalità ad alto livello non vuol dire «tout court» garantire un lavoro. L'avvenire, e in questo campo men che meno, non è mai ipotecatine; gli stessi insegnanti consigliano a volte di affiancare alla danza un'attività parallela, per ridurre al minimo il rischio. Con questo scopo è nato a Torino, primo esperimento del genere in tutta Italia, il Liceo Coreutico, riconosciuto a tutti gli effetti dal Ministero della Pubblica Istruzione. Il liceo, che fa parte dell'Accademia Regionale di Danza del Teatro Nuovo, è modellato sull'esempio di un conservatorio per la danza, nel quale si attua un'equilibrata fusione tra le materie scolastiche tradizionali e la disciplina coreutica. Il piano di studi prevede 5 anni di corso, dopo i quali si consegue il diploma di maturità, che dà libero accesso all'università. Le famiglie potranno tirare un sospiro di sollievo ma attenzione: il progetto parte solo quest'anno, ed è troppo presto per giudicarne gli effetti, che pure si annunciano molto positivi. Anche gli allievi, d'altra parte, devono pagare il loro contributo: danzare richiede doti fisiche notevoli e capacità di resistenza; i due terzi, in genere, si perdono per strada, alcuni rinunciano all'ultimo, «scoppiano», non ce la fan¬ Cristina Caccia

Persone citate: Berlusconi, Bob Fosse, Cristina Caccia, Fracci, Sara Aquarone, Scala, Susanna Egri

Luoghi citati: Italia, Torino