Perché non li teniamo tutti noi? di Sandro Doglio

Perché non li teniamo tutti noi? Perché non li teniamo tutti noi? DAL primo settembre, la legge consente di cercare e raccogliere i tartufi nelle province di Asti e Cuneo, dove cresce il prezioso tartufo bianco. In molti ristoranti, quindi, il tartufo è già comparso e secondo gli esperti quest'anno è buono, bello e naturalmente un po' caro. Sulla collina Nino Bello — che ama essere definito piccolo re dei tartufi — già annuncia grandi serate ai ristorante La Cloche in onore esclusivo del profumatissimo tubero come negli anni scorsi. I pareri, però, sono divisi: c'è chi già compera e serve i tartufi, ma c'è anche chi ritiene che il tartufo diventa buono soltanto ai primi freddi e quindi li mette in menù malvolentieri o non li porta del tutto. E' il caso illustre del grande Guido di Costigliole d'Asti, che non vuole tartufi freschi in casa fino a ottobre avanzato. Ha rifiutato di servirne a clienti che pretendevano la settimana scorsa il tartufo bianco fresco. Quindi ci sarà ancora tempo per parlare di tartufi. Ma ci piace segnalare il parere di un attento lettore sull'esportazione dei preziosi tartufi: «Il tartufo è sempre più esportato da Alba e da Asti soprattutto all'estero», ci scrive G. A. da Canelli (Asti). E aggiunge: «Ma mi sembra politica discutibile delle autorità favorire e applaudire questa esportazione. In cifre significa ben poco, in compenso i pezzi più belli e sani se ne vanno fuori e a volte ci rimangono i "falsi" mentre i prezzi salgono. Mi sembra che l'esclusività o quasi costituirebbe un forte richiamo turistico visto che il tartufo bianco cresce soltanto da noi e forse i prezzi sarebbero meno scandalosamente alti». Ingenuità? Utopia? Campanilismo? Oppure un saggio suggerimento turistico-gastronomico? Sandro Doglio

Persone citate: Nino Bello

Luoghi citati: Alba, Asti, Canelli, Cuneo