La forza-lavoro dì tutte le macchine equivale a cento miliardi di operai

La forza-lavoro dì tutte le macchine equivale a cento miliardi di operai La forza-lavoro dì tutte le macchine equivale a cento miliardi di operai IN mezzo a noi è all'opera un imponente esercito di schiavi artificiali: la forza lavoro sviluppata da tutte le macchine in funzione nel Paesi industrializzati è pari — come è facile calcolare a partire dal consumi energetici mondiali — a quella delle braccia di cento miliardi di operai. Fino a pochi anni fa, questi schiavi artificiali erano in grado di compiere solo lavoro strettamente meccanico e rigorosamente ripetitivo. Oggi, con lo sviluppo dei computer, il loro comportamento è assai più vario e autonomo, e il ventaglio delle funzioni in cui possono sostituirci o assisterci si è allargato all'improvviso. Lavoratori instancabili, pretendono un salario assai basso: con un litro di gasolio, una macchina compie il lavoro che un uomo compie in tre giorni; e un litro di gasolio costa all'incirca seicento lire. Ci obbediscono in maniera incondizionata, svolgendo con assoluto rigore solo le operazioni fisiche e 1 «percorsi logici» che noi chiediamo loro di compiere. Qualunque grande impero del passato avrebbe considerato come un sogno realizzato 11 poter disporre di schiavi di simile perfezione. Fra le macchine, quelle che più ci assomigliano sono state chiamate robot. A qualcuno dei robot, quasi per gioco, è stata data la forma umana: sono robot antropomorfi. Ma 1 più evoluti fra i robot non sono quelli che più ci assomigliano come forma; sono quelli che meglio sanno svolgere le funzioni dell'uomo. Alcune macchine, tanto per fare un esempio, sanno leggere un libro e tradurlo da una lingua all'altra; o sanno compiere, In una fabbrica, il lavoro di molti uomini, svolgendo nei fatti, anche nel riguardi del lavoratori umani, la.funzione di caporeparto. Eppure, proprio quel rigore logico che porta il loro cervello a procedere senza possibilità di errore dalle premesse (imposte loro dall'uomo) alle conclusioni — che è la caratteristica che 11 rènde perfettamente ubbidienti al padrone — rende d'altra parte stupidi i nostri schiavi artificiali: assolutamente passivi, privi di iniziativa e di inventiva, incapaci di senso critico. «Futuro remoto» è il titolo di una rassegna di scienza • fantascienza che Napoli ospiterà alla Mostra d'Oltremare dal 16 al 25 ottobre. Il programma comprende le mostre «L'immaginarlo scientifico», «Pre-Visioni» ed «Energia domani», una serie di conferenze al Teatro Mediterraneo e una ricca locandina di film e di documentari. A Vittorio SlWestrlni, direttore con Vincenzo Lipardl dell'iniziativa e ordinarlo di fisica all'Università di Napoli, abbiamo chiesto questo articolo- Schiavi fedeli; schiavi potenti per la loro forza fisica, per la loro memoria, per la loro capacità di meccanico calcolo; ma schiavi stupidi. Può capitare che una simile miscela divenga esplosiva. Il caccia lanciamissili britannico Sheffield era una nave modernissima, il cui sistema di difesa, dotato di mille occhi artificiali, era comandato da un moderno em» cresce e si perfeziona anche i giapponesi scoprono computer, abilitato a comandare di propria iniziativa il lancio di sofisticati missili capaci di Intercettare ogni arma di offesa. Un unico grande robot a difesa della nave. Durante la guerra delle Falkland (o Maldive) la Sheffield è stata affondata da un missile argentino AM.39 Exocet, di fabbricazione francese, contro cui il sistema automatico di difesa non ha preso alcun provvedimento. Questo comportamento ci appare strano a lume di naso, ma non è per niente . strano dal punto di vista di un robot istruito a obbedire senza chieder ragioni: nel caso della Sheffield, 11 computer di bordo era stato istruito a considerare VExocet come un missile amico. Questo episodio costituisce un esemplo particolare appartenente a una categoria generale. Uno schiavo addetto alla nostra difesa — delegato ad esemplo a vegliare sulla nostra incolumità durante il nostro sonno — non può essere semplicemente stupido e ubbidiente. Non possiamo sperare, prima di addormentarci, di prevedere tutto ciò che potrà succedere duran¬ la cogenerazione te la notte, e lasciare al nostro schiavo — ubbldlentlssimo e dotato di ferrea memoria e cronometrica precisione — Istruzioni preconfezionate su ; come comportarsi ih tutti i possibili casi. Uno schiavo delegato alla difesa deve avere due doti in più: capacità di iniziativa e buon senso; che è come dire, deve avere la capacità di mettere in discussione le premesse. Una caratteristica, dunque, capace di prdls porre alla disubbidienza? In certa misura, certo; ma è, per l'appunto, una questione di misura, una questione.di buon senso. Si tratta della capacità, che l'uomo ha e 11 computer non ha, di confrontarsi costruttivamente con l'errore: il computer è fatto per essere infallibile, ma se incontra un errore — ad esemplo un errore di premessa — non ha alcuna capacità di assumere controprovvedimenti. Almeno 1 computer di oggi. Perché ci stiamo preparando a produrre, per il futuro, computers capaci di superare questo limite; e dunque dotati di capacità di autoapprendlmento continuo, di spontanea acquisl- FORSE non è male dare ogni tanto qualche brutta notizia al lettore, affinché si convinca che il cammino della scienza, anche in astronomia, non è tutto rose e fiori. E* il caso del problema dell'esistenza nella nostra galassia di oggetti sub-stellari e possibilmente di pianeti, oltre a quelli che ben conosciamo e che formano il sistema solare. In tempi ormai remoti, ma non poi tanto, un gruppo di ricercatori, dopo decenni di assidue osservazioni effettuate con le metodologie tradizionali, andava affermando che tali oggetti esistono e ne aveva pubblicato addirittura una lista circostanziata. La loro presenza veniva desunta non dalla pochissima luce che Irradiano, ma dal moto a zig-zag della stella cui appartengono. Naturalmente, questo metodo esige anni di assiduo lavoro, quanto dura prevedibilmente il periodo orbitale del compagno attorno alla sua stella, ed è difficile garantire che in tutto questo tempo non si verifichino alterazioni negli strumenti usati, introducendo errori sistematici di difficile individuazione. Le nuove tecniche lnterferometrìche che intanto si erano introdotte (siamo al 1984) sembravano però confermare l'esistenza di oggetti planetari almeno In un caso, quello del compagno della stella VB 8, mostrandone addirittura l'im- cernente di metterle insieme, sfruttandone al massimo le possibilità. Sensibili riduzioni si hanno sia nel personale di coperta (da 42 a 21 uomini) e di macchina (da 28 a 6), sia negli addetti al sistemi elettrici (da 27 a 6) e alle comunicazioni (da 10 a 2). Tre i requisiti per raggiungere questi obiettivi: maggior carico di combustibile e di munizioni per ridurre i rifornimenti in mare, migliore abitabilità degli alloggi, maggior possibilità di impiego delle armi di bordo, concentrate in poco spazio. Lo scafo della •fregata intelligente- si presenta come lo sviluppo di una nave convenzionale con grande volume e basso profilo, elementi questi che contribuiscono a ridurre la sagoma radar e ad avere a disposizione molto spazio per le armi e le attrezzature di bordo, eliminando la congestione di sovrastrutture che disturba le navi convenzionali e le rende più vulnerabili. A bordo sono posti 1 sistemi d'arma consueti, sia di attacco, sia di difesa, compresi due elicotteri impiegabili nella lotta ai sommergibili e velivoli senza pilota teleguidati per la sorveglianza dell'aera circostante la nave, oltre l'orizzonte. Molto spazio viene naturalmente concesso agli apparati di guerra elettronici con sistemi radar e optronlci in grado di rilevare qualsiasi tentativo di. attacco e di provvedere automaticamente alla difesa.

Persone citate: Sheffield, Vincenzo Lipardl

Luoghi citati: Falkland, Maldive, Napoli