Il paleoantropologo, custode delle orìgini

Il paleoantropologo, custode delle orìgini Il paleoantropologo, custode delle orìgini QUANDO nel 1856 Johann Cari Fuhlrott venne in possesso di alcuni resti ossei provenienti dallo svuotamento di una delle grotticelle della piccola Valle di Neander, il contesto dal quale questi resti provenivano non sembrava avesse particolare importanza per l'Insegnante di Peldhofer. Possiamo anzi ipotizzare* che ricevendo notizia dei resti umani precedentemente alla loro rimozione, Fuhlrott avrebbe scavato la grottlcella con forse piti attenzione ma non in modo tanto diverso dagli operai di cava che l'avevano liberata dal sedimento. Nella polemica che segue la pubblicazione del primi resti di neandertaliani trasostenitori dell'antichità dei resti e del loro interesse paleontologico e critici di questa ipotesi, il contesto del ritrovamento non entra negli argomenti proposti a favore di una delle due tesi. Oli argomenti di discussione sono esclusivamente anatomico-morfologici Quando nel 1908 gli abati Nel suo ultimo libro Dyson avanza una nuova ipotesi: metabolismo e patrimonio genetico hanno origine diversa Bardon e Bouyssonie rinvengono, nello scavo della Grotta della Chapelle-auxSaints, la sepoltura dello scheletro neandertaliano che la descrizione da parte di Marcellin Boule renderà il piti famoso delia storia della pai eantropologia, il contesto archeologico e stratigrafico della scoperta ha già preso una certa importanza.' Nata come scienza anatomico descrittiva, pressata dall'imperativo di dimostrare attraverso le differenze morfologiche l'antichità dei fossili umani, la paleontologia umana comincia ad apprezzare l'interesse delle informazioni esteme ad essa per una migliore comprensione dell'ambiente e del modo di vita di quegli uomini di cui si propone la descrizione dei resti scheletrici. Ola verso la fine del secolo scorso e l'inizio del nostro il contesto archeologico preistorico è periodizzato nelle prime sequenze cronoculturali ad esempio da Cartallhac e dal giovane abate Breuil. Sempre piti i paleontologi umani comprendono che le proprie tesi filogenetiche dovranno appoggiarsi su dati forniti da altre discipline. Nell'agosto del 1972 l'equite di Richard Leakey scopriva nel Turkana orientale il, famoso cranio di Homo habilis KNM ER 1470. Una datazione a 2,6 milioni di anni dei sedimenti in cui i resti vennero rinvenuti non solo avrebbe'fatto di questo resto il piti antico rappresentante di Homo conosciuto, ma avrebbe consentito di rafforzare l'ipotesi, sempre sostenuta dal padre di Richard, Louis Leakey e da una certa scuola antropologica anglosassone, che le australopltecine non rientrassero nella linea di ascendenza dell'uomo. Oli anni seguenti dimostrarono che, pur essendo il cranio quasi completo, il significato filogenetico della scoperta dipendeva direttamente dalle date che 1 mezzi di datazione assoluta, che venivano perfezionati in quegli anni, e le datazioni relative a base paleontolo¬ gica, gli avrebbero attribuito. - Cosi 11 resto venne successivamente datato a 2,6, poi a 1,8 milioni di anni su base paleontologica e poi a 1,8-2 milioni su base isotopica, datazióne tuttora accettata. Nello studio dell'uomo fossile le specializzazioni si moltiplicano e solo un lavoro di équipe consente al paleoantropologo di sostenere le proprie ipotesi sull'evoluzione dell'uomo. E mai come oggi lo studio dell'uomo fossile ha avuto bisogno di geologi del Quaternario, di antracologi, pallnologi, paleontologi di micro e macromammiferi, tafonomi, malacologi, tecnologi delle industrie litiche e soprattutto fisici esperti in metodi di datazione isotopica utilizzabili per periodi antichi. Ma la divulgazione scientifica e la pubblicistica In genere non paiono ancora interessati a porre le proprie domande a questi specialisti. La pubblicistica ha bisogno dell'uomo del momento. La divulgazione scientifica dell'uomo di sintesi. Ed il paleontologo I tre tipi di fossile più antichi: da sinistra, un batterio, un'alga azzurra e uno stromalolite re, in proteine e addi nucleici. Tale duplicità di struttura suggerisce di primo acchito una duplice origine. Se è vero che la comparsa spontanea di una struttura proteica, come pure di una struttura di acido nucleico nel caos molecolare, è un evento improbabile, è anche vero che due eventi improbabili hanno piti possibilità di verificarsi indipendentemente in un lungo arco di tempo che non insieme. Naturamente, argomentazioni vaghe come questa, che chiamano in causa probabilità non calcolabili, cioè non precisabili in termini quantitativi, non possono certo essere conclusive. Eigen e Orgel sono sperimentatori; sono anzi i principali pionieri nel campo della ricerca sperimentale sul problema dell'origine della vita. Non per nulla sono chimici, e questo è proprio un compito da chimici. Eigen e 1 suoi collaboratori, in Germania, effettuarono esperimenti che mostrano l'ori¬ gine spontanea e l'evoluzione dell'organizzazione biologica in provetta. Piti precisamente dimostrarono che una soluzione di monomeri nucleotidici, in condizioni opportune, dà orìgine a una molecola di acido nucleico, la quale si replica, va incontro a mutazioni e compete con la propria progenie per la sopravvivenza. Da un certo punto di vista si potrebbe sostenere che questi esperimenti hanno già realizzato la generazione spontanea della vita dalla non-vita; perlomeno conducono al punto In cui possiamo porci domande e avanzare risposte sulla capacità degli acidi nucleici di sintetizzare e organizzare se stessi (Eigen e altri, 1981). Purtroppo, le condizioni dell'esperimento di Eigen non sono veramente prebiotiche, perché egli ha Introdotto nelle provette una polimerasl (un catalizzatore proteico, o enzima) estratta da un batteriof ago vivente. La sintesi e la replicazione dell'acido nucleico di¬ pendono dalla guida, di natura strutturale, offerta dall'enzima: siamo dunque ben lontani dall'aver dimostrato sperimentalmente la possibilità della comparsa di un ordine biologico In condizioni prebiotiche. Nondimeno, Eigen ha fornito gli strumenti con i quali è possibile cominciare ad affrontare il problema. Oli esperimenti di Orgel sono per cosi dire complementari a quelli di Eigen. Questi era stato in grado di produrre Rna partendo da monomeri nucleotidici che non avevano alcuno stampo di Rna da copiare; Orgel, procedendo nella direzione opposta, ha dimostrato che i monomeri nucleotidici, in determinate condizioni, possono polimerizzarsi in assenza di polimerasl, formando Rna, se dispongono di uno stampo. Egli ha anche trovato che gli ioni di zinco In soluzione costituiscono un buon catalizzatore per la sintesi de il'Rna; può non essere una pura coincidenza che molti enzimi moder¬ umano bene incarna presso 11 grande pubblico il mito del ricercatore delle origini umane. E' lui che riflettendo al crepuscolo, nella sua tenda, con in mano i resti di ' un antico ominide, incarna nella mentalità collettiva attuale l'archetipo shakespeariano dell'uomo alla ricerca di se stesso quale scherzo ed al tempo stesso frutto logico dell'evoluzione della natura. Questa realtà ha un rapido riscontro editoriale. H libro sulla scopèrta dell'australopitecina Lucy e sull'avventura scientifica di Don Johanson diviene in breve .Il nome della rosa» della paleontologia umana. H recente volume di Yves Coppens ne imita, anche se in tono minore, il successo editoriale. Ma il racconto affascinante e controcorrente del geologo Maurice Taieb, indefesso lettore delle formazioni geologiche africane, senza il cui lavoro le scoperte del resti assomiglierebbe molto a quella di Fuhlrott a Neandertal. vende poche ni abbiano nel sito attivo ioni di zinco. Per riassumere, Eigen ha prodotto Rna senza stampo; ma servendosi di un enzima, mentre Orgel ha raggiunto lo stesso risultato senza enzima, ma servendosi di uno stampo (nelle cellule viventi .'.'Rna è prodotto con stampi e con enzimi insieme). Sesupponiamo che l'Rna sia stato la molecola originaria della vita, allora, per far luce sulle origini, dobbiamo produrre Rna non facendo uso né di stampi né di enzimi. A questo traguardo né Eigen né Orgel sono riusciti ad avvicinarsi. Gli esperimenti di Eigen e Orgel trovano una interpretazione piti soddisfacente se si parte dall'Ipotesi che la vita abbia avuto origine in due tempi. Secondo questa ipotesi, la molecola originarla della vita non fu l'Rna: molecole originarie furono le proteine, e una vita di qualche sorta si era già affermata prima che l'Rna entrasse in scena. Oli esperimenti di Eigen e Orgel esplorano in realtà le condizioni proprie al secondo inizio. In pratica descrivono lo sviluppo parassitarlo di una vita basata sull'Rna all'Interno di un ambiente biotico preesistente. Nulla dicono, invece, riguardo al primo inizio, all'origine del metabolismo. E' appunto queste il grande territorio vergine che si apre alla ricerca del chimici sperimentali nel pròssimo futuro. Freeman Dyson migliaia di copie. In questi ultimi anni assistiamo alla logica evoluzione di questo fenomeno. Il paleoantropologo lascia definitivamente gli altri specialisti in una posizione di deuteragonistl e diviene uomo pubblico a tutti gli effetti La sua opinione è spesso invocata dai mass media anche su problemi che non hanno diretta attinenza con la paleontologia umana. In Francia del •ricercatore delle orìgini dell'uomo» si impossessano 1 settimanali femminili L'organizzazione attuale della pubblicistica scientifica fa si che questo comportamento, quando non dettato da predisposizione naturale, sia imposto dalla necessità. Specie sul mercato americano, ma anche europeo, questa vendita di immagine consente un Importante drenaggio di capitali, indispensabile al finanziamento delle attività scientifiche d'equipe necessarie per la continuazione delle ricerche sul terreno ed in laboratorio. Francesco d'Errico

Luoghi citati: Breuil, Francia, Germania