I principali album del grande trombettista americano

Classica Classica Giorgio Pestelli Cosimo Steffani DA almeno due mesi si fa un gran rumore attorno al settantesimo compleanno di Dizsy Gillespie. In Italia s'è perfino parlato di un suo concerto al Teatro alla Scala, poi smentito, per il quale molti avevano formulato previsioni tutt'altro che favorevoli. La città di Bussano del Grappa, dove opera una «cuoia di jazz che porta il suo nome, ha organizzato VII settembre scorso un mbirthday concert' di sette ore con la sua partecipazione. ,. in,, realtà, l'alfiere del jais, moderno festeggia i settantanni fra quattro giorni, essendo nato a Chetato, nel North Carolina, il 21 ottobre 1917. I genitori gli imposero il nome di John Birks; più tardi t musicisti lo ribattezzarono Dizzy (vertiginoso) per via dello stile serrato e brillante. Ma fin dall'esordio, avvenuto a diciott'annl nell'orchestra di Teddy Hill, Dizzy mostro anche di saper divertire cantando, percuotendo i tamburi africani, inventando battute inattese e spiritose. Ha tuttora una tecnica eterodossa, maturata sul campo giorno per giorno, che fa inorridire i professori di conservatorio. Quando soffia nella tromba le sue gote si gonfiano come quelle di un batrace, eppure i suoni escono torniti, precisi e dotati di una cifra inconfondibile alla quale I principali album del grande trombettista americano pezzi d'effetto, altrimenti non saremmo mal diventati popolari. Ne ricordo un paio che scatenavano l'entusiasmo degli spettatori al punto che il gestore del locale ci pregava di non suonarli troppo spesso per evitare che i più focosi spaccassero tutto». Alla ricorrente accusa di essere molto più accomodante rispetto al passato, ragion per cui è diventato uno degli uomini-spettacolo più richiesti del mondo, Gillespie replica sema scomporsi. «La musica dev'essere bella, ma deve anche saper divertire. ÀI mondo ci sono già troppi problemi. Per questo succede che lo accenni passi di danza sul palcoscenico, oppure mi rivolga alla platea con frasi scherzose, oppure canti in modo semiserio. D'altra parte, ormai il pubblico mi vuole cosi. Chi riesce a immaginare un Dizzy che arriva in teatro scontroso e accigliato, magari vestito in frac, e non dice una parola a nessuno? Credo che qualcuno manderebbe a chiamare un'ambulanza». Nei cinquantanni abbondanti di carriera, Gillespie ha inciso molti dischi a suo nome e con altri maestri del jazz, ma mai più del necessario. Tra gli album storici (senz'altro l migliori) vanno citati l'indispensabile doppio In the beginning che comprende le famose registrazioni realizzate negli Anni Quaranta con Charlie Parker, Dexter Gordon, Sarah Vaughan e Sonny Stitt; The great trumpet of them ali e The Sonny Rollins-Sonny Stitt sessions del 1957 e Swing low, sweet Cadillac del 1967. Tra i più recenti si possono consigliare Oscar Peterson & Dizzy Gillespie. Closer to the so uree e New Faces: ai due ultimi prende parte anche uno dei divi dell'ultima generazione, il sassofonista Branford Marsalis. Franco Fayenz

Luoghi citati: Italia, North Carolina