L'intellettuale nella camicia del burocrate di Luciano GallinoPiero Bianucci

Parliamone Parliamone L'intellettuale nella camìcia del burocrate Rita Levi Montaldni: perché ho cambiato editore PROPONGO a tutti coloro che amano i libri, la ricerca, il lavoro culturale di mandare subito un telegramma di solidarietà ad André Miquel, professore al College de France, testé dimissionario dalla carica di direttore generale della Bibliothèque nationalc (vedi Le Monde del 7 ottobre). Le ragioni della sua fuga dal prestigioso incarico? Il mal di burocrazia. L'essere costretto a dedicare il 90% del tempo a minutaglie amministrative invece che a un vero lavoro di direzione. I controlli asfissianti sulle spese da pochi franchi, nel quadro d'un bilancio da 90 milioni (oltre 18 miliardi di lire). Il dover fare i conti con tre diversi ministeri-padroni: dell'Educazione, della Cultura e delle Finanze. Come non provare simpatia, comprensione, Bnfiihlung per la resa di questo esimio collega? Francia o Italia, siamo infatti tutti esposti agli effetti del micidiale intreccio di tre principi posti dalla cultura dell'amministrazione pubblica, dal diritto e dal sistema politico, alla base di ogni sana ed efficiente organizzazione burocratica. Primo è il principio della Trasmutazione Professionale. In base ad esso, se un tale si distingue come ricercatore, studioso o autore, sino a toccare i vertici dei riconoscimenti peculiari della sua professione, si deve trovare il modo di nominarlo ad ina carica che abbia un prevalente contenuto amministrativo, tale cioè da configurare i jia professione del tutto estranea alle competenze e alla vocazione dell'interessato. Un corollario di questo principio consiste nell'evitare nel modo più fermo che il malcapitato possa dispone di strutture di supporto, come si dice, ovvero di personale in grado di aiutarlo a fare un mestiere che non è il suo. Non meno tosto è il principio dell'Unico Responsabile. Parto ineffabile dell'immaginario giuridico, o almeno dei facitori di diritto amministrativo, questo principio stabilisce che di tutto quanto accade entro un apparato burocratico — ma proprio di tutto, abbia esso cento addetti o centomila — è responsabile unicamente il suo capo, direttore o presidente che six Corollario di questo principio è la inderogabilità della Firma, il segno magico che attesta che il Responsabile ^'presente, attento e consapevole di tutto quanto succede da un capo all'altro della sua organizzazione. L'operare del principio dell'Unico Responsabile è ben visibile nella corsa allo scarico da ogni responsabilità di tutti gli altri addetti dell'organizzazione (con ragione, essendo tutti targati implicitamente come irresponsabi¬ li); nonché nei rettori costretti a firmare migliaia 'di fogli di viaggio altrui anziché occuparsi in primo luogo del governo degli atenei, nei generali che si occupano di strategie di difesa nel poco tempo lasciato loro dai problemi della dotazione di carra igienica delle caserme, e nei direttori di biblioteche nazionali, come Miquel, occupati soprattutto con gli ordinativi di cancelleria invece che con una politica della memoria sociale. Terzo membro di questa triade infernale è il principio della Santificazione della Norma, ben noto ai sociologi dell'organizzazione. In base ad esso, le norme elaborate come mezzi per conseguire detcrminati fini sono investite di una tal carica affettiva e intellettuale da diventare il solo scopo per cui l'organizzazione esiste. Tanto peggio per i suoi fini, caso mai sorga un conflitto tra le due entità. Da questo intreccio di principi transnazionali il collega Miquel è stato sopraffatto. Certo che se oltre ad esprimergli solidarietà provassimo in buon numero, r.el nostro piccolo, ad imitarlo... MILANO — L'editore Garzanti ha conquistato uno dei libri più attesi sul mercato italiano, e già annunciato (ma da un altro editore): l'autobiografia di Rita Levi Montalcini. Premio Nobel per la medicina 1986. Il contratto firmato è arrivato in via della Spiga mercoledì. Il libro sarà confezionato a ritmo da primato, per essere in vetrina a dicembre. La velocità è da instonf boofc ma la storia del libro è lunga e travagliata. Quando, come un fuoco pirotecnico a scoppio ritardato, arrivò un anno fa la notizia del Nobel per una scoperta che la Levi Montalcini aveva compiuto nel '53, alcuni quotidiani ospitarono una intera pagina di pubblicità della Mondadori che prometteva l'imminente pubblicazione dell'autobiografia della ricercatrice neolaureata. In effetti il testo non era ancora completo, «e in ogni caso — ci disse Rita Levi Montalcini a Stoccolma durante le 'prove' della cerimonia di premiazione — il Nobel ridisegna alcune prospettive: ci vorrà almeno qualche mese di Qranquillità perché possa rivede¬ re il tutto e scrivere l'ultimo capitolo*. Ma a parte il completamento del lavoro, in mezzo si è anche messa una vicenda legale. Mondadori qualche mese fa ha pubblicato un'autobiografia di Doris Duranti, attrice di regime del fascismo (Il romanzo della mia vita). La cosa ovviamente non è piaciuta a Rita Levi Montalcini, che ha preferito rompere il contratto piuttosto che vedere la propria autobiografia sotto la stessa etichetta editoriale. .Non mi importa delle difficoltà giuridiche della mia posizione — ci ha detto nei giorni scorsi, quando tutto era ancora in mano ai legali — moralmente so di avere ragione. Non posso pubblicare con un editore che mette il mio libro accanto a quello della Duranti. Contrasta troppo con le mie idee, il mio impegno nella Resistenza, le mie battaglie femministe*. Ora la vicenda è chiusa. Livio Garzanti può essere soddisfatto perché questa è la storia di un best-seller annunciato. E i precedenti avventurosi non potranno che aiutarne il lancio. . Luciano Gallino Piero Bianucci

Persone citate: André Miquel, Doris Duranti, Levi Montalcini, Livio Garzanti, Rita Levi Montalcini, Rita Levi Montaldni

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Stoccolma