Nel paradiso d'America Colombo lasciò in vita solo i cani

Nel paradiso d'America Colombo Nel paradiso d'America Colombo lasciò in vita solo i cani BUENOS AIRES — Un romanzo metastorico, di stile tra il barocco e il surrealista, che racconta le origini latinoamericane, ricreando miti, leggende e realtà della scoperta dell'America, è valso allo scrittore e diplomatico argentino Abel Posse il Premio .Rómulo Gallegos. 1987. Il libro s'intitola Los perros del Paralso (1 cani del Paradiso;, usci nel 1983 in Ispagna, edito da 'Ariel Vergara-, ed era ormai quasi esaurito sul mercato ispanoamericano. Riappare ora, pubblicato dalla casa venezuelana •Monte Avita., con una tiratura iniziale di 25 mila copie. Quest'anno erano in concorso 124 romanzi di 20 paesi. Erano 20 anche i finalisti, fra cui Temporada de angeles, del cubano Lisandro Otero, massimo rivale di Los perros del Paralso nelle ultime votazioni della giuria; El hombre que hablaba de Octavia de Càdlz del peruviano Alfredo Bryce Echenique; due romanzi cileni. De amor y de sombra di Isabel Aller.de (pubblicato da Feltrinelli con il titolo L'amore e l'ombra; e La desesperanza di José Donoso (che sta per uscire da Feltrinelli); tre libri venezuelani, La tragedia del generallsimo di Denzil Ramerò, El gallo de las espuelas de roo di Guillermo Morón e La luca de Fausto di Francisco Herrera Luque; Cerca del ego del messicano José Agusttn e Las naves quemadas dello spagnolo (nato nelle isole Canarie) JJ. Armas Marcelo. ti -Rómulo Gallegos* è il massimo premio letterario latino-americano e fu vinto nelle edizioni precedenti dal peruviano Mario Vargas Uosa, dal colombiano Gabriel Garda Mdrquez e dai messicani Carlos Fuentes e Fernando del Paso. Abel Posse è nato nella città argentina di Cordoba nel 1934, ha fatto i suoi studi a Buenos Aires e poi a Parigi. Si è laureato in Lettere e Scienze Politiche, seguendo la passione letteraria e la carriera diplomatica. Parigi, Tubinga, Siviglia, Mosca e Lima sono state alcune delle -sue-, città come funzionario. Ora lavora all'ambasciata argentina di Israele. Poesie e racconti di Posse sono apparsi in numerosi giornali e riviste ispanoamericani ed il suo primo romanzo è stato Los bogavantes, seguito da La boca del tigre, di cui Ernesto Sabato disse: «L'opera dell'uomo In crisi totale». Il romanzo seguente fu Dalmón (tradotto in Italia da una piccola casa editrice napoletana, JN). Racconta la leggendaria figura di Lope de Aguirre, Ifuomo che in piena selva amazzonica dichiarò la guerra al suo re, Filippo II, e, preferendo il Demonio al Dio imperiale, inseguì il pazzo sogno di conquistare il mondo intero cominciando dal Perii e dalla Spagna, uccidendo i suol ufficiali e poi quasi tutta la sua gente, compresa la figlia, «per evitarle — diceva — il dolore della vita». Personaggi chiave del romanzo ora premiato, I cani del Paradiso, sono Isabella la Cattolica, Fernando d'Aragona e Cristoforo Colombo. «In quel trio di mitici personaggi — ha detto Posse — ho cercato di scoprire le origini di un sogno imperiale grandioso che credo sia alla base delle nostre attuali sventure e squilibri. Ho voluto descrivere l'incontro fra due civiltà, che iniziò con scambi di doni e fini in genocidio, in guerra fra Dei». Gl'indigeni americani videro in quegli uomini barbuti che giungevano nelle loro caravelle, dei veri Dei e non si aspettavano certo le stragi ed i saccheggi che presto misero in atto, distruggendo ciò che lo stesso Colombo aveva descritto come un Paradiso. Il dramma fu totale. Posse dice che «tutti persero». Rimasero solamente i cani vagabondi, erranti per le vie d'America in attesa di una rinascita del bel giardino, del Paradiso Terrestre. Posse definisce il suo libro come «un'analisi sull'origine metafisica dello spirito latino-americano e delle contraddizioni fra la vecchia civiltà e l'Utopia di una civiltà nuova». Parla di un malinteso storico essenziale: Colombo crede che gl'indiani siano Angeli e gl'indiani credono che gli scopritori siano Dei. Con il ^Premio Gallegos-, Posse entrerà sicuramente in un giro internazionale più vasto di quello ispano-americano. Parlando di letteratura latino-americana in questi giorni, ha detto: «Non è più letteratura del Venezuela della Colombia, del Messico, dell'Argentina o del Brasile, ma di tutti assieme. E' ormai un fatto continentale che vince le barriere del provincialismo». «Forse — ha soggiunto — è l'unica Multinazionale che si sia potuta sviluppare in un mondo dove, in genere, le Multinazionali vengono usate per svuotare A Tel Aviv, dove è rientrato immediatamente dopo il breve viaggio a Caracas per ricevere il premio, lo scrittore riprende il suo lavoro diplomatico e finisce la stesura di un nuovo romanzo, Los heraldos negros (cori intitolato in omaggio al poeta peruviano Cesar Valleio). Sarà il tento suo appuntamento con la storia latino-americana e •ricorderà quell'allucinazione vissuta dal gesuiti nel secolo XVII quando vollero fondare un impero teocratico nel Nord del Paraguay, impresa che falli di fronte alla cospirazione avversa dei portoghesi e degli spagnoli.. «E' — chiarisce lo scrittore — lo stesso tema del film Mission di Roland Joffé e spero che la mia versione letteraria abbia la stessa bellezza di quelle immagini». Vera Jarach