Semionov, giallista russo scontenti dei diritti d'autore

Semionov, giallista russo Semionov, giallista russo scontento dei diritti d'autore sovietico. Lo andava a trovare ogni sabato pomeriggio, dice, e Andropov era un uomo aperto, rilassato. Certo Semionov non aveva riferito nulla dei segreti del Kgb nei suoi libri: altrimenti, dice, sarebbero stati guai. Ha parlato degli scrittori occidentali che ha conosciuto, come Graham Greene e Hemingway. Dello scrittore di .Addio alle armi, conserva una dedica, in fotocopia, che dice .Buona fortuna sempre.. In un certo senso, con quegli occhi vivaci ed i capelli tagliati a spazzola, ma fitti lungo la fronte, Julian Semionov somiglia all'eroe dell'avventura letteraria americana, al quale forse vorrebbe assomigliare. Addosso ha una giacca di pel¬ le tipo Marion Brando in •Il fronte del porto., molto di moda tra gli scrittori sovietici. Semionov racconta come iniziò a scrivere una storia con la cooperazione della polizia, «l'equivalente della vostra Scotland Yard». Fu poi invitato da Andropov a fare altrettanto per i servizi segreti. Andropov cercò di dare una verginità al Kgb, sostenendo e sottolineando il suo aspetto onesto, per poter meglio lottare contro l'invadente corruzione dei politici, primo fra tutti Breznev con la sua famiglia. Proprio Andropov diede a Semionov l'idea per questo «La Tass e autorizzata ad annunciare...», n romanzo racconta di una nazione africana protetta dal Kgb contro la Cia. i mercenari nazisti, il Pentagono e il capitalismo internazionale: insomma ce n'è per ogni situazione ed i cattivi non mancano. Ma Semionov ha scritto un seguito a questo libro, e sembra non meno interessante. L'idea gli è venuta da un'altra esperienza, a Ginevra, durante l'incontro al vertice tra Reagan e Gorbaciov, dove lo scrittore sovietico era inviato della Pravda. Il libro è già uscito a Mosca ed è di prossima pubblicazione a Londra. Ancora Calder ci ha messo le mani sopra, benché, ha confessato, le complicazioni per comprare i diritti sovietici siano tali e tante che quasi sco¬ raggiano l'editore bene intenzionato. Anche Semionov è scontento della situazione economica in cui si trova lo scrittore in patria: i diritti d'autore sovietici durano pochissimo e lui vorrebbe che fossero estesi a cinquantanni. «Quando vengo pubblicato all'estero è come un furto! Devo pagare il 95 per cento di tasse all'Unione scrittori! Sono tutti ladri l Stiamo discutendo come migliorare questa situazione». Gli scrittori sovietici di gialli sono cosi stanchi del trattamento subito dalle case editrici di Stato, dice Semionov, che stanno pensando di formare una casa editrice alternativa collegata con associazioni di

Luoghi citati: Ginevra, Londra, Mosca