Quel Po ammalato che sta avvelenando l'Adriatico è una vittima delle città, delle industrie e delle cave

Quel Po ammalato che sta avvelenando l'Adriatico è una vittima delle città, delle industrie e delle cave Quel Po ammalato che sta avvelenando l'Adriatico è una vittima delle città, delle industrie e delle cave A scuola si apprende che il Po scorre dal Monviso all'Adriatico per 652 chilometri attraverso la Pianura Padana, ma il saccheggio estrattivo ne ha limato le anse per 7 chilometri. I libri di testo per i bambini e i ragazzi dell'istruzione obbligatoria sorvolano ancora, salvo qualche lodevole eccezione, sulle devastazioni ambientali che anche il «grande fiume» subisce implacabilmente. Se al mare scendono, con - miasmi e macchie oleose, onde color giallo cinerino lo si deve agli scarichi industriali, agricoli e urbani che si riversano nel Po, mentre 1 cementieri ne impoveriscono le sponde. Impressionante il quadro ambientale illustrato al convegno di Villa Quali- no, •Fiume-mare, un rapporto inscindibile*, organizzato dall'Assessorato all'Ambiente del Comune e dal Movimento Sportivo Popolare, di matrice ciellina. Le cifre indicate dagli studiosi dell'Università Statale di Milano sono di per sé eloquenti: ogni anno il Po convoglia nell'Adriatico 3000 tonnellate di detergenti 64 mila di olii e di idorcarburi, 2600 di zinco, 1500 di rame, 485 di piombo, 65 di mercurio e, per finire. 110 mila tonnellate di sostanze putrescibili. •Secondo gli standard della Cee e del Ministero della Sanità — ha ricordato l'architetto Mario Deorsola — in nessun punto del percorso del Po sarebbe possibile attingerne le acque ad uso irri¬ guo, balneatorio e potabile*. Argomento centrale del convegno di Torino, che si chiude oggi pomeriggio con una visita all'impianto di depurazione del Consorzio Po Sangone (la grande speranza per l'equilibrio ecologico da riconquistare in futuro), è il classico «che fare?» per affrontare a monte il problema dell'inquinamento alla foce del fiume. Già all'altezza di Torino il Po giunge «in discrete condizioni di inquinamento perché vi incidono gli scarichi urbani, agricoli e industriali di Saluzzo, Pinerolo (attraverso il Pellice e il Chisone) e dell'hinterland metropolitano*, puntualizza l'assessore all'ambiente del Comune. Gianfranco Guazzane. E alle porte della città, Unnici e quelli dell'Usi — aggiunge Guazzane — sono anche impegnati ad identificare i possibili inquinatori che scelgono la notte, il sabato o la domenica per scaricare nel fiume i propri rifiuti industriali. Sono soprattutto piccole e medie aziende nel mirino dei nostri sorveglianti*. Si è parlato delle attività estrattive che impoveriscono le sponde del Po, con il prelievo di quantità ingenti di sabbia, e della progressiva riduzione degli argini maestri. •Canalizzato*, in un alveo sempre più scavato dalla corrente, il Po rischia in caso di piena di tradursi in una grave minaccia ambientale là- dove gli interventi distruttivi hanno creato 1 maggiori danni •Su questi temi il convegno è stato sinora una cassa di risononanza non adeguata dell'urgenza di denunciare una politica di saccheggio continuo: il problema è quel'lo di cominciare a far pagare gli inquinatori e i rapinatori. Speriamo che nel proseguo dei lavori ci sia più spazio per questo aspetto fondamentale*, commenta l'architetto Dino Barrerà, uno dei fondatori del «Telefono Verde» di Torino. Stamane intervengono alcune associazioni ambientaliste. I rappresentanti della V Circoscrizione hanno già rammentato il grande disagio di chi abita nei pressi della Dora, alle Basse di Stura soprattutto. l rammenta un funzionario, un grosso centro come Moncalieri continua a scaricare una parte consistente dei propri liquami nel Po. Per la verità anche nel territorio di Torino succede qualcosa del genere a causa di Infiltrazioni prodottesi e non ancora riparate, di «acque nere» nella rete degli scarichi più leggeri e «assorbibili». I miasmi che talvolta si respirano in barca sul Po o passeggiando sulle sue sponde si debbono a fognature a cielo aperto come quella che si può •ammirare» sulla riva sinistra del fiume, a poche decine di metri dal Ponte Balbis (zona Molinette). In assessorato si assicura che si prowederà. «/ nostri alga.

Persone citate: Balbis, Mario Deorsola

Luoghi citati: Milano, Moncalieri, Pinerolo, Saluzzo, Torino