Argentin conquista Milano di Gian Paolo Ormezzano

Argentili conquista Milano CICLISMO Successo italiano nel Lombardia, ultima corsa della stagione Argentili conquista Milano Volata a tre dopo una fuga a dieci: battuti Van Lancker e Madiot - Per l'ex iridato è la T vittoria dell'87 in una classica, dopo Liegi in primavera DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Moreno Argento diventa da ieri il santino del nostro ciclismo, ed anche qualcosa di più. Quasi il santo, mentre tramonta il santone Moser. Argentln ha vinto ieri il Giro di Lombardia, 265 km da Como a Milano, è l'unico italiano presente nell'elenco stagionale dei vincitori di corse classiche (questa più la Liegi-Bastogne-Liegi), è arrivato secondo al Mundial. Insomma esiste. E sta pure bene: ha voglie forti e alla luce della sua tipologia legittime, cioè tante altre vittorie come quella di ieri, ha programmi decisi, tante prove di un giorno, il Giro d'Italia al massimo come esercizio di fatica media, senza stravolgimenti, e di rappresentanza furba. Aspettavamo uno straniero, siamo felicissimi di essere stati, sul piano strettamente logico, delusi. Argentin ha sconfitto Van Lancker e Marc Madiot, un belga e un francese, entrambi, specie Madiot, indicati dal pronostico della vigilia. La sua volata in piazza del Duomo a Milano è stata facilissima, con l'ultima curvetta al largo, 11 prendendo anche lo slancio, e la progressione quasi elementare. Difficile era stato per Argento rientrare sui primi dopo le grosse battaglie sulle salite bergamasche: ce l'aveva fatta grazie al colle Valpiana, l'ultimo, pedalato con saggia caratura dì se stesso. Nella discesa di una settantina di chilometri verso Milano Argentln si era trovato con Madiot e Van Lancker, con Giupponi che è sempre bravo in autunno, con Criquielion Mottet Magnago Boyer Schonnenberger Salvador, bella gente. Staccato un gruppo di corridori medi, con 11 nostro Caroli, staccatissimo un gruppo di illustri, con Kelly, Millar. Bugno... Non staccati Fondriest e Baronchelli che si erano ritirati, uno perché troppo giovane (ha attaccato a Eslno Lario, in salita, assurdamente ancorché nobilmente presto), l'altro perché troppo vecchio. Il problema di Argontin era evitare scuciture. Magnano e Van Lancker e specialmente Schonnenberger, prima di una foratura assassina, lo hanno messo in difficoltà. Ha reagito ed ha vinto l'81° Giro di Lombardia ancora prima della volata. Argentln salva un po' la nostra statistica stagionale (ci sono stati anni, lustri in j cui non abbiamo vinto niente, quanto a classiche), conferma se stesso, suggerisce forse l'idea, per un po' di anni, di un ciclismo italiano contropiedlstico, per gare di un giorno, visti i corridori che abbiamo e soprattutto 1 corridori che non abbiamo. Ma questi sono già discorsi del caminetto, da riprendere nei mesi freddi. Ieri, fra l'altro, il Giro di Lombardia, cosi bello quando è brutto (bello come selezione, brutto come clima), ha avuto un tempo mite, nel finale persino un vero sole. Di triste¬ mente autunnale c'era soltanto il nostro timore di una corsa non solo straniera come ordine d'arrivo, ma estranea alle nostre possibilità. Invece, Argento. Moreno In realtà sembra assai Internazionale, con residenza a Montecarlo, soggiorni e progetti americani, guizzi fiamminghi. Per fortuna che parla sempre con accento veneto. La sua squadra Bianchi, di nuovo in cerca di uno sponsor-compagno che troverà forse per linee interne (Bianchi è Piaggio ed è abbastanza Fiat, e adesso con la Gewiss socia 1987 c'è frizione), può lanciarlo su nuove platèe mondiali. C'è un buon lavoro da fare con questo ciclista forte e leggero: a patto di non costringerlo a correre seriamente il Giro d'Italia, che per lui vuol dire stravolgimento di muscoli e almeno due classiche perdute. Ieri bella corsa, combattuta assai, con gli attacchi giu¬ sti nel posti giusti. La decisione è avvenuta sul Valcava (quota 1336, a meno 100 dall'arrivo) e sul Valplana (989 e meno 72). SI sono formati tre gruppetti, intitolablli ad Argentln, a Caroli e a Kelly. La pianura anziché' assemblarli li ha distanziati ancora di più. Meravigliosamente spaventoso o spaventosamente meraviglioso l'ingresso in Milano, nel'apocallsse del traffico, con il lungo tragitto nel centro della città. Bloccate tutte le arterie principali, eppure nessuna rabbia sonora di automobilisti, e tantissima gente attenta ed amica a fare da parete. Per finire, stretta di mano a Giupponi, che meriterebbe di poter fare un Giro d'Italia da capitano (sta nella squadra di Saronni, se c'è ancora Saronni), scalatore e coraggioso com'è. Primo a Valcava e Valpiana, ha snidato la corsa dal nulla tattico. Gian Paolo Ormezzano Milano. Gli applausi di piazza del Duomo sono tutti per Argentin