Morto Aniello Coppola un liberal nelle file pci
Morto Aniello Coppola un liberal nelle file pei Editorialista delT«Unità», aveva 63 anni Morto Aniello Coppola un liberal nelle file pei Domani i funerali, sarà commemorato da Ingrao ROMA — E' morto ieri, per una crisi cardiaca. Aniello Coppola, editorialista dell'Unito. Nato a Pomigllano d'Arco.Napoli, aveva sessantatré anni. Al pei s'era Iscritto subito dopo la guerra e aveva imparato 11 mestiere all'Unito, con Alfredo Relchlin: -Mi spedivano in Parlamento e non avevo le credenziali. Così facevo le interviste di nascosto finché un commesso non mi scovava e mi cacciava via» amava ricordare. Pur scritte senza tessera d'Ingresso le note politiche di Coppola cominciarono a essere lette con interesse anche fuori dal pei per l'equilibrio, l'arguzia e l'Intelligenza. Nel '64 Aniello Coppola è vicedirettore del giornale comunista a Milano, città che adora: «Per capirla bene mi infilavo sui tram che andavano a San Siro a sentire la gente che parlava». La passione per il giornalismo politico si accompagna in Coppola con la sua adesione al pei. Vive tutte le vicende della sinistra di Pietro Ingrao e dopo la sconfitta degli ingralani all'undicesimo congresso passa a Rinascita, come redattore. Non si sente però in esilio e inaugura una serie di ritratti e inchieste sul mondo politico che 1 suoi avversari apprezzano: -Mi considerano un comunista dal volto umano» scherza lui. Scrive per Feltrinelli una biografia di Aldo Moro senza polemica né propaganda, cercando di capire le ragioni del leader democristiano e i possibili esiti della sua politica. Nel 1977, nel pieno dell'unità nazionale, viene chiamato a dirigere il quotidiano Paese sera. Anche stavolta ironizza su se stesso: -Car- riera rapidissima, da redattore a direttore». Sono tempi difficili, di chiusure e terrorismo. Coppola insiste col suo stile equanime e lancia dalle colonne del giornale commentatori scomodi, come Giampiero Mughini ed Ernesto Galli della Loggia. Chiusa quell'esperienza difficile che lo vede coraggiosamente critico nei confronti della politica di solidarietà nazionale in quegli anni portata avanti da Berlinguer, gli viene proposto di andare negli Usa, inviato dell'Unito: -Avevo paura, ri¬ cominciare alla mia età, in un Paese nuovo, imparare la lingua» diceva, Ma poi va ed è una nuova stagione felice. Spiega ai suoi lettori la rivoluzione reaganlana senza semplificazioni, studiando 11 modello politico americano con la stessa curiosità partecipe che aveva dedicato all'Italia. La scorsa primavera era tornato a Roma e prima di lasciare gli Stati Uniti l'ambasciatore a Washington Rinaldo Patrignani aveva organizzato un pranzo per lui dicendo: -Coppola ha insegnato agli americani che non si può prendere l'Italia lasciando fuori i comunisti, un terzo del Paese, e ha spiegato ai suoi lettori che non possono capire gli Usa tagliandone via le fette che non amano». Aniello Coppola era soddisfatto di questo giudizio: gli sembrava che il fine del giornalismo e della politica fosse proprio capire di più le cose, anche e soprattutto quelle non buone per la sua parte politica. Domani i funerali con il discorso commemorativo di Pietro In¬ grao. Gianni Riotta Aniello Coppola
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