Rischia lo sfacelo

Rischia lo Augustinianum: le conseguenze di troppe indecisioni politiche Rischia lo Dopo le vicende giudiziarie, ora il palazzo è stato occupato per protesta da un gruppo di giovani - Una giungla nel cortile Non c'è pace per l'antico* .Spedale de' Pazzerelli., il palazzo barocco di via Santa Chiara 19, costruito nel 1728, primo nucleo degli ospedali psichiatrici di Torino, dal 1980 al centro di una vicenda giudiziaria conclusasi solo quest'estate con una generale assolutoria. Ora, un gruppo di giovani lo ha occupato e ha iniziato a ripulirlo sommariamente per ricavarne spazi per la musica ed il teatro. Ma è più una provocazione che altro. Da una parte il proprietario, Augusto Bernardi, non può ristrutturare l'edificio perché questo è ancora vincolato all'uso — deciso dal Comune con un'apposita variante al piano regolatore — per gli uffici del tribunale (che ora invece si realizzano nelle ex caserme Pugnani e Sani). D'altra parte, lo stabile è uno dei tanti contenitori vuoti — e in sfacelo — che continuano a costellare 11 centro storico: 11 gruppo Collettivo spazi metropolitani, che lo ha .occupato. (come aveva già fatto in altre case vuote di via Bonelli e via Sant'Agostino), intende trasformarlo in .centro dt aggregazione giovanile.. Il Comune, che tanta parte ha avuto nella vicenda (e negli anni persi a discutere), sta a guardare, mentre la polizia, su denuncia del proprietario, identificati gli occupanti, si appresta ad inviare un rapporto alla magistratura. In realtà 1 giovani del Collettivo, al di là degli slogan folcloristici (.10-100-1000 occupazioni, nelle baracche mettiamo i padroni.) denunciano con una mostra di fotografie e di lunghe didascalie i ritardi nel risanamento del centro storico, a partire da quelli del Cst, il consorzio di 36 imprese che si è arenato sulla discussa ristrutturazione del .Palazzo delle piramidi, di via Bonelli. .Questo — dicono i giovani — quando da settembre ci sono 23 mila sfratti esecutivi.. Anche l'.Augustinianum. — sia pure con una situazione diversa — è l'ennesimo esempio di un edificio abbandonato al degrado per l'impossibilità di intervenire causata dalla mancanza di decisioni politiche. Era un bel palazzo, ora rischia di diventare un rudere: il tetto cede, 11 cortile è divenuto una giungla impenetrabile, l'umidità corre sulle pareti sgretolandole. Dice il proprietario, Augusto Bernardi: .Dopo tutto il tempo che si è perso perché il Comune lo voleva tanto da impedirci di venderlo ad altri (l'Inali aveva offerto 8600 milioni per l'edificio ristrutturato, ndr), ora ci troviamo con l'assurdo del vincolo ad uffici giudiziari, che ci impedisce qualsiasi Intervento, mentre questa destinazione è già tramontata. Come se non bastasse, nell'86 abbiamo dovuto rifare la facciata, per ordine del Comune, spendendo inutilmente fior di soldi.. g.b. Evidente lo stato d'abbandono in cui versa l'antico ospedale

Persone citate: Augusto Bernardi, Sani, Spedale

Luoghi citati: Torino