L'angelo custode dei refuznik

L'angelo custode dei refiiznik L'angelo custode dei refiiznik Le persecuzioni hanno la particolarità'. di conferire l'aureola del simbolo alle loro vittime, come è successo appunto alla cinquantaseienne ebrea russa Ida Jakovlèvna Nudel: la sua lunghissima lotta con le autorità so\i e tiene si è conclusa solo ora, nel clima di glasnost in cui, sia pure a titolo esclusivamente individuale, si sono risolti anche altri casi analoghi. Laureatasi a Mosca in economia, all'inizio degli Anni Settanta, la Nudel chiese il visto per emigrare in Israele, dove si era già recata la sua unica parente stretta, la sorella liana Fridman. Come a tanti ebrei dell'era brezneviana, l'espatriò non le fu concesso. Cominciò allora la sua attività' sociale al fine di aiutare chi, come lei, si trovava in difficoltà. Oltre a firmare appelli in favore dei detenuti per reati d'opinione, s'impegnò soprattutto per dare consigli di natura legale ai suoi confratelli, poiché era importante che venisse rigidamente mantenuto il tratto distintivo della dissidenza sovietica di qualunque orientamento: la stretta osservanza delle leggi e la non violenza. Svolta in questo modo, la sua azione apparve particolarmente irritante alle autorità sovietiche, tanto più che la Nudel, mentre si prodigava per gli ebrei, era vicina agli ambienti della dissidenza democratica Venne quindi sottoposta a angherie di ogni genere: fu spiata dal Kgb e dai vicini di casa, diffidata, sospettata di pazzia, tatclata^'di-prosutuzione — poiché riceveva le visite dei suoi protetti — e perfino di alcolismo — benché fosse astemia. Il 21 giugno 1978 fu arrestata e condannata a norma dell'articolo 206 del codice penale della Federazione russa per «chuliganstvo» (teppismo) nella sua accezione più grave, cioè «per azioni caratterizzate da eccezionale cinismo o da particolare insolenza». Tra il 1977 e il 1981, nel tentativo di stroncare le attività dei dissidenti, si svolsero in Urss numerosi processi condotti con accanimento contro noti esponenti, quali per esempio il fisico Jurij Orlov, Anatolij Sciaranski, Ivan Kovalev, Irina Grivnina o Viktor Crailovski, impegnati, come la Nudel, in imprese di carattere esclusivamente umanitario, miranti solo ad ottenere il rispetto dei più elementari diritti dell'uomo sanciti dalla Costituzione sovietica. " La Nudel fu mandata per quattro anni nella regione di Tomsk, in Siberia, ma la durezza della condanna non sembrò sufficiente alle autorità, che la fecero alloggiare in una baracca abitata unicamente da uomini, in condizioni materiali pessime. Scontata nel 1982 la pena, la Nudel dovette vivere un'altra esperienza amara: fu costretta a intraprendere una specie di pellegrinaggio attraverso l'Urss poiché non aveva il diritto di risiedere a Mosca e veniva respinta da molte città. Finalmente potè stabilirsi a Bendery, un centro industriale della Repubblica moldava, dove fu costretta a fare i più umili lavori. Nonostante le persecuzioni, la Nudel non ha mai perso la sua forza d'animo e anche al confino ha continuato a lottare. Ad un giornalista in visita chiese «di spingere i governi a pronunciarsi, di mandare lettere a coloro ai quali è negato il visto d'uscita, di diffondere manifesti che sottolineino tulli gli aspetti della nostra situazione. E poi scrivere libri... fare un film sulla mia storia». Quest'ultimo desiderio, dopo trattative durate sette anni, è stato esaudito nel 1986 dal regista Mauro Bolognini, che con il film «Mosca addio» in cui Liv Ullmann è la protagonista, ha voluto «onorare la vita e le sofferenze di Ida Nudel, assumendo la sua a simbolo di tante altre storie sconosciute». Quello stesso anno, alla Nudel veniva concessa la cittadinanza onoraria di Torino'. ;J ^Lià Wàfnstein

Luoghi citati: Israele, Mosca, Siberia, Urss