II sindaco parla solo francese e il governo belga si dimette di Fabio Galvano

II sindaco paria solo francese e il governo belga si dimette I «dèmoni linguistici» regalano a Bruxelles l'ennesima crisi II sindaco paria solo francese e il governo belga si dimette I ministri fiamminghi contro la rielezione del primo cittadino di Fourons che non vuole parlare l'olandese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — I .demoni linguistici», come li ha definiti il primo ministro Wilfried Martens, hanno regalato al Belgio un'altra crisi di governo. Con sconcertante periodicità, a un anno e' un giorno da quelle precedenti, Martens ha presentato ieri le dimissioni a re Baldovino. Il sovrano, come già nella passata occasione, .si è riservato una decisione». La storia si ripete: il terremoto politico si riconduce infatti al nome di José Happart, sindaco francofono di un paesino di provincia che rifiuta di parlare l'olandese della sua regione, e in definitiva all'eterno scontro fra valloni e fiamminghi, a quelle che l'eufemismo più in voga definisce semplicemente .questioni comunitarie». .Con la buona volontà si può sempre sperare di trova¬ re una soluzione», ha detto Martens uscendo dal palazzo reale. Ed ha aggiunto, quasi a voler anticipare un'uscita dalla crisi: .Mi pare che la buona volontà non manchi». Ma ai miracoli, forse, 1 belgi non credono più. La crisi nasce nel municipio di Fourons, che racchiude sei piccoli Comuni francofoni, in tutto 4200 anime: un'isola presso 11 confine' olandese, nel cuore del Limburgo che è regione fiamminga; un'Isola che già negli Anni Settanta aveva provocato la caduta di due governi, che si batte per la riannessione alla provincia vallona di Liegi da cui era stata separata nel 19C3 in una dubbia operazione (come provano i fatti) di riequilibrio linguistico del Paese, il sindaco Happart, che è anche eurodeputato socialista o zo, e Mi à i, o iune: e' mmli ornla a e iil nta a Strasburgo, è un francofono battagliero: in spregio alle norme delle zone cosiddette «a facilità», in cui entrambe le lingue sono ammesse, rifiuta l'olandese dei fiamminghi, anzi dichiara provocatoriamente di non saperlo. Un anno fa — il 30 settembre 1987 — il Consiglio di Stato giudica insostenibile la sua posizione e ne decreta la rimozione. E' l'inizio della erisi. Dimenticando le linee politiche tradizionali (Happart è all'opposizione) 11 governo si spacca secondo criteri linguistici. I cristianosociali francofoni lo difendono, quelli fiamminghi (11 partito di Martens) chiedono che il sindaco sia cacciato; e la stessa divisione separa' gli altri due partiti della coalizione, i liberali francofoni e fiamminghi. Un anno è durato il braccio di ferro, dopo la ricomposizione di quella prima crisi che era costata le dimissioni al ministro degli Interni (francofono) Nothomb: attraverso ricorsi, nomine, siluramenti, infine una sua rielezione come «primo assessore con funzioni di sindaco», Happart è sopravvissuto alla burrasca. Il governo — il più longevo nella storia del Belgio — non è stato altrettanto saldo: l'ultimatum dei cristiano-sociali fiamminghi, che chiedevano a Martens una definitiva presa di posizione contro lo scomodo borgomastro, scadeva ieri; e 11 primo ministro, che nonostante la matrice politico-linguistica ha sempre cercato di mantenersi al di sopra delle parti, non ha atteso che fosse il suo stesso partito a far cadere il governo, ed è andato da Baldovino. Fabio Galvano

Persone citate: Baldovino, Martens, Nothomb, Wilfried Martens

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Strasburgo