E segreto dei guerrieri sanniti di Sabatino Moscati

E segreto dei guerrieri sanniti L'ULTIMA E segreto dei guerrieri sanniti Probabilmente è Aquilonia la grande città emersa dagli scavi sul Monte Vairano - Qui, secondo Livio, si riunirono quarantamila soldati per un tremendo giuramento suggellato col sangue - Sconfitti, ne portarono il mistero con sé nella tomba - Ora riaffiorano case, forni, filatoi di lana: un documento della vita nel IV secolo a. C. MONTE VAIRANO (Campobasso) — Una grande città antica, fiorita tra il IV e il I Secolo a.C, risorge sulla cima di Monte Vairano, nelle vicinante di Campobasso, a circa mille metri di altitudine. Nell'interno di un enigmatico recinto di mura, da tempo segnalato, cominciano ora a rivelarsi le strutture abitative; e sono quelle proprie dei Sanniti, il popolo che si oppose con sfortunato valore alla conquista romana. E' un'esplorazione dal fascino straordinario. Uscendo da Campobasso, s'imbocca in auto la strada a scorrimento veloce per Isemi a e, dopo appena sei chilometri, si devia sulla destra seguendo l'indicazione per Busso. La strada sale a grandi giravolte, quasi aggredendo la montagna. A poco a poco l'aria si fa più fina, le case si diradano, la coltivazione scompare. Domina ormai la macchia di cerri e di quercioli: una vegetazione densa e selvaggia da cui emergono a tratti spuntoni di roccia. Prima di raggiungere Busso, si prende nuovamente sulla destra una carrareccia stretta nel bosco. Le curve sono sempre più. ripide, l'auto sale sempre più a fatica. Ma l'ambiente è quanto mai suggestivo, sicché vale la pena di percorrere l'ultimo tratto a piedi, in uno splendido parco naturale che vede fiorire l'orchidea selvatica, guizzare lo scoiattolo nano. Ed ecco, infine, la radura sulla vetta. Siamo nel cuore dell'antica, misteriosa città. Tuttlntorno, . adattandosi al ciglio roccioso, si snodano per ben tre chilometri le mura, fatte di blocchi messi in opera a secco. In esse s'aprono tre porte; ed è presso la più piccola (ha tre metri di apertura, le altre ne hanno sei} che stanno avvenendo le nuove scoperte.: Dalla porta; . lo vediamo chiaramente, muove verso l'interno una strada; è sul fianco della strada riemerge un'abitazione con il suo forno, il grande recipiente pieno di farro e di legumi rimasti fino a noi come significativa testimonianza, il telaio di cui si sono conservati ben novanta pesi. E' la prima casa sanni fica che conosciamo! Certo la filatura della lana fu l'attività principale. Quanto al destino della casa, esso risulta chiaro dalle nere tracce di incendio, dalle tegole del soffitto crollate e rtni}enute in ampio numero a terra. L'occupazione dovè durare qui dall'inizio del II Secolo a.C. alla metà del I; e forse la di straziane avvenne nell'ambito della guerra sociale romana, che ebbe nel Molise ampi e disastrosi riflessi. Più all'interno, altri resti di abitazioni stanno emergendo. E su tutta l'area la ceramica sparsa indica una presenza abitativa diffusa. Ma quando si potrà ampliare adeguatamente lo scavo? Con venti o trenta milioni all'anno, osserva sconsolatamente la soprintendente Gabriella D'Henry, non si può scavare più di un mese, e neppure in forze. La conforto dicendo che ho conosciuto altri luoghi, in Italia e all'estero, dove esistono molti più mezzi e molte menò idee: tutto sommato, è meglio qui. Intanto è naturale chiedersi se fu abitata tutta l'amplissima'area racchiusa nei tré chilometri di mura. La rlspostd'e' che"- probabilmente una parte anche notevole dei cinquanta e più ettari di terreno fu adibita ad agricoltura e a pascolo da parte degli abitanti, il che implica una concezione della città molto diversa dalla nostra. Le attività produttive venivano tutelate dalle mura nella loro interezza, dentro e fuori delle abitazioni. E che tali attività fossero sviluppate lo mostra l'impianto per la filatura nella casa, lo conferma una fornace contemporanea di cui ci resta un'ampia produzione ceramica. Altro che recinti per le greggi, come si pensava un tempo! Veri e consistenti abitati si celano su queste montagne, anche se, va ripetuto, molto diversi dai nostri. E i trattari che passano a valle, controllati e condizionati dall'alto, non sono semplici -piste di pastori': sono, come osserva Gianfranco De Benedlttts che dirige lo sca¬ vdcsccs vo, «piste della lana», arterie di un intenso commercio che costituiva la condizione essenziale della vita. C'è tuttavia un problema cronologico basilare: le mura che qui e altrove furono costruite per recingere gli insediamenti montoni sono anteriori, contemporanee o posteriori alla conquisto romana, che si svolse con le tre guerre sannitiche tra il 343 e il 290 a.C? La risposta più naturale, e più corrente in passato, è che quelle mura fossero anteriori, che costituissero una caratteristica primaria degli insediamenti. - Ma anche- in questo caso ti giudizio- va cambiato, anzi rovesciato: le mura sorgono sul finire del IV secolo a.C. o dopo ancora, sicché sono piuttosto II segno di una reazione ai Romani, di un'iniziativa presa per difendersi quando le guerre sannitiche erano già cominciate. Ed ecco un altro problema, il più interessante di tutti: poiché a Monte Vairano sorse senza dubbio una città imponente, di quale città si tratta? Osserviamo preliminarmente che questo è il punto strategico più importante del Molise. Controlla dall'alto i due grandi trattari ■Pescatseroll-Candsla e Lucera-Castel di Sangra,. che passano a valle sull'uno e sull'altro lato. E' verosimile che qui l Sanniti concentrassero la loro resistenza alllnvasione romana, di cui ci parla dettagliatamente Tito Livio. Riandiamo dunque al racconto del grande storico, al fatti che si svolsero nell'anno 293 e che ebbero per sede la maggiore città dei Sanniti, Aquilonia. Diciamolo subito: secondo ogni verosimiglianza, l'abitato che risorge a Monte Vairano è appunto quello che Livio chiama Aquilonia, dando una serie di ragguagli topografici che con Monte Vairano ben si accordano. La fuga dei finti nella vicina Baiano e la successiva conquista di Savino sono, infatti, la naturale conseguenza dell'espugnazione della montagna. Ma rileggiamo Livio, con l'emozionante descrizione dell'ultima chiamata a raccolta dei Sanniti per la guerra contro Roma: «81 fece una leva per tutto il Sannlo con una nuova legge, secondo la quale chi non fosse accorso tra i giovani alla chiamata del capi e chi si fosse allontanato senz'ordine doveva essere consacrato alla vendetta di Oiove. Poi si ordinò a tutto l'esercito di radunarsi ad Aquilonia. VI convennero circa quarantamila soldati, il fior fiore del Sannio. Quasi al centro dell'accampamento v'era un'area racchiusa con recinti e graticci, coperta da teli di Uno, che si estendeva per un massimo di duecento piedi in ogni direzione. Là fu offerto un sacrificio.. Compiuto il rito, il comandante fece introdurre a uno a uno i guerrieri più nobili per stirpe e per gesta in un ampio spatrio: c'erano altari nel mezzo, animali uccisi sul terreno e tuttintorno i centurioni con le spade sguainate. I guerrieri venivano l'uno dopo l'altro, e sembravano più vittime che protagonisti del rito. Dovevano anzitutto impegnarsi a non rivelare a nessuno ciò che avevano visto e udito. Continua Livio: «Erano costretti a giurare secondo una terribile formula, con la quale invocavano la maledizione su di sé. Bulla loro famiglia e sulla loro stirpe se non fossero andati a combattere dove 1 comandanti li avrebbero condotti, se fossero fuggiti dal campo di battaglia o se avessero visto altri fuggire e non li avessero Immediatamente uccisi. VI furono alcuni che all'inizio rifiutarono questo giuramento: essi vennero decapitati dinanzi agli altari, dove giacquero tra le vittime uccise come ammonizione per gU altri affinché non rifiutassero». Queste furono le genti domate da Roma. E su questa vetta si comprende quanto ancora esse ci sono sconosciute, quanti misteri si celano dietro le sagome caliginose delle loro fortezze montane, lungo le piste a perdita d'occhio dei loro tratturt. Forse II giuramento di Aquilonia si è realizzato almeno in questo, nel segreto che fu imposto ai Sanniti destinati a morire e che essi portarono con sé nella tomba. Ma non c'è segreto che possa durare in eterno. A Monte Vairano, oggi, il sole limpido e bruciante della montagna illumina un nuovo giorno dell'archeologia. . . - Sabatino Moscati Monte Vairano: gli scavi della Porta Meridionale. Nella foto in basso: statua in pietra di divinità femminile (IV Secolo a.C.)