I Nobel vanno ai superconduttori e all'imitazione di una proteina di Piero Bianucci

I Nobel vanno ai superconduttori e all'imitazione di una proteina Assegnati a Stoccolma i riconoscimenti per la fìsica e la chimica I Nobel vanno ai superconduttori e all'imitazione di una proteina I premiati sono un tedesco e uno svizzero, due americani e un francese STOCCOLMA — Il premio Nobel per la Fisica 1987 è stato assegnato ex aequo aito scienziato tedesco-occidentale Georg Bednorz e all'elvetico Alex Mùller per le loro scoperte sui materiali superconduttori, cioè quei materiali che, opportunamente raffreddati, perdono la resistenza elettrica, aprendo molti campi di applicazione pratica, dal risparmio di energia ai treni ad alta velocità. Il Nobel per la Chimica è stato invece suddiviso tra gli americani Donald Cram e Charles Pedersen e il francese Jean-Marie Lehn per i loro studi sulla sintesi di alcune molecole capaci di riprodurre importanti processi biologici. Quello di Bednorz e Moller era un Nobel atteso. L'anno scorso erano riusciti, nel Laboratori Ibm di Zurigo, a ottenere un materiale che diventa superconduttore a una temperatura di 12 gradi centigradi più alta di tutti 1 superconduttori prima sperimentati (1 migliori erano allora quelli in lega di niobio e titanio, che annullano la resistenza elettrica a 250* C sotto lo zero). L'idea nuova era stata quella di mettersi a provare il comportamento di ossidi a bassa temperatura. Lavorarono un po' come alchimisti medievali, provando miscugli diversi. Venne fuori un composto a base di bario, lantanio, rame e ossigeno che funziona da superconduttore a 238" C sotto zero. Può sembrare un piccolo progresso, ma in realtà era una nuova linea di ricerca che si apriva. Subito centinaia di laboratori di tutto il mondo si misero a sperimentare ossidi, tentando altre varianti della composizione-base. E i risultati arrivarono a pioggia, con una sorprendente corsa al rialzo della temperatura critica: — 233 C (Università di Tokyo e Accademia Sinica), — 221 (U-niversltà ,dl Houston), —179 (ancora Università di Houston). Quest'ultimo risultato, ottenuto da Paul Chu nella scorsa, primavera, ha avuto uno speciale risalto sul giornali perché la temperatura era ormai salita al di sopra della barriera dell'azoto liquido (—196° C), e ciò rende molto pratico ed economico ottenere 11 raffreddamento necessario del materiale superconduttore. I vecchi superconduttori, infatti, richiedendo la costosa tecnologia dell'elio liquido, avevano poche applicazioni. L'azoto li-, quido. Invece, è alla portata di tutte le borse. Il superconduttore messo a punto da Chu all'Università di Houston è un po' diverso da quello di Bednoz e Mailer. Al posto del lantanio contiene dell'atrio. Attualmente si lavora per migliorarne le caratteristiche elettriche e meccaniche. Trattandosi di una ceramica, non è infatti facile ottenerne fili e lamine sottili, come sarebbe necessario. In ogni caso l'Accademia di Stoccolma è stata saggia premiando in Bednorz e MUller i pionieri della nuova tecnologia senza cedere alla tentazione di accomunare anche Chu. In questo caso, più che 11 risultato clamoroso, conta infatti la capacità di aprire una strada diversa e inattesa, ciò che Bednorz e MUller hanno fatto mettendosi a sperimentare ossidi e «terre rare» come il lantanio. MUller è nato il 20 aprile 1927 a Chur und Scaffhausen in Svizzera. Dal 1963 lavora al Laboratorio Ibm e dal 1985 si occupa esclusivamente di superconduttori. Autore di oltre 200 pubblicazioni, ha anche insegnato all'Università di Zurigo. Bednorz è nato a Munster in Germania Ovest 11 16 maggio 1950. Oltre a lavorare con MUller, Insegna all'Istituto federale svizzero di tecnologia. Sono tre anni consecutivi che il Nobel per la fisica laurea scienziati tedeschi, e già l'anno scorso il premio era stato assegnato a ricercatori dell'Ibm di Zurìgo per aver perfezionato 11 microscopio elettronico. Con Pedersen, Cram e Lehn 11 Nobel consacra invece i pionieri della «chimica sopramolecolare», detta anche «chimica host-guest» (ospltante-ospitato). Vediamo di chiarire di che si tratta. I tre ricercatori sono riusciti a sintetizzare composti chimici relativamente semplici in grado di compiere le stesse funzioni delle proteine. Tali composti sanno «riconoscere» punti specifici di molecole molto più complesse (proteine, appunto, o acidi nucleici) e legarsi ad esse in punti specifici, cosi come una chiave entra nella sua serratura. Pedersen, 83 anni, origine coreana, ricercatore della Dupont dal '27 al '69, è stato 11 precurosre di questi studi con due saggi ormai classici pubblicati nel '67. Cram, 68 anni, professore all'Università di California di Los Angeles dal '47, ha sviluppato le tecniche per produrre le nuove sostanze, con l'obiettivo di creare molecole ospitanti sintetiche In grado di riconoscere altre molecole biologicamente attive. Lehn, 48 anni, docente al Collège de Franca di Parigi, è riuscito a produrre una molecola ospitante per l'acetilcolina, una sostanza essenziale per l'organismo umano in quanto agisce come trasmettitore degli impulsi nervosi. Piero Bianucci n fisico Karl MUller (nella foto con la moglie) ha appreso a Napoli, dove partecipava ad un convegno, di avere vinto il Nobel