I parenti: «forse era meglio il silenzio»

I parenti: tifone era meglio il silenzio» I parenti: tifone era meglio il silenzio» MILANO — Uno del tre tecnici scomparsi In Iraq, Giacomo Commetti, fu rapito esattamente un mese fa, nella «lotte del 14 settembre, poche ore prima della partenza della flotta Italiana da Taranto e da Augusta. Un commando di quattro uomini armati lo prelevò dalla sua roulotte nel campo base della Sae, l'azienda di Milano che sta costruendo un elettrodotto vicino a Sulalmanya. E* questo il particolare più clamoroso che si è saputo ieri sulla vicenda degli italiani sequestrati dal guerriglieri kurdi Gli altri due — l'Ingegner Roberto Dibtallevi e Giuseppe Carrara, dipendenti della Ole, impresa del gruppo Ansaldo specializzata in centrali elettriche «chiavi in mano», con sede a Coreico — sono invece scomparsi 12 giorni fa, il 2 ottobre, durante una gita con la jeep verso una zona desertica, lontano dal campo base di Baiji Le due aziende milanesi per le quali lavorano i tecnici informarono subito la nostra ambasciata a Baghdad e la Farnesina e da allora mantengono un filo diretto con i familiari Ora i parenti frastornati dal riamore che è nato intorno alla vicenda, aspettano con trepidazione informazioni in un misto di speranze e di timori Ce comunque ottimismo, tutti ri¬ cordano l'esito positivo di altre vicende analoghe, nelle quali sono stati coinvolti altri dipendenti delle stesse ditte. Le tre famiglie coinvolte vivono in Lombardia. La famiglia di Giacomo Commetti che compirà 46 anni il 22 ottobre prossimo, vive in un piccolo centro della Valtellina. Bianzone, a pochi chilometri da Sondrio: 1300 abitanti, con tanti frontalieri ed emigrati Giacomo è un giramondo fin da ragazzo: per molti anni in Australia, se ne è andato via con la sua «chiave a stella» — come il Faussone del libro di Primo Levi — per montare ovunque tralicci e trasfor¬ matori Lo ha accompagnato spesso il fratello Egidio, che lavora anche lui per la Sae in un cantiere vicino a Milano. In Cile, qualche anno fa, i due Commetti trovarono moglie. Ma nel matrimonio di Giacomo non tutto fila liscio e Isabella Astudillo, con la figlia Giace, di 9 anni dopo un po' se ne tornò in Sud America. L'altra bambina, Eilen, di 7 anni, è rimasta in Italia da una zia. • Lui è tanti anni che va e viene dall'Italia — racconta la cognata Maddalena Altamirano, moglie di Egidio — masi è sempre trovato bene, anche da quando è in Iraq. E' partito tre anni fa e ci ha sequsaPnasetusosospsugdgpnriPha sempre detto di stare tranquilli. Aveva promesso die sarebbe tornato per Natale. Poi è arrivata quella telefonata dalla ditta, il 1S o il 17 settembre...*. A Bianzone tutti conoscono i Corninetti: sono in sei tre fratelli e tre sorelle, ma le donne si sono sposate fuori. In un altro piccolo centro sulle colline intorno a Bergamo, non molto lontano dalla Valtellina, è nato 11 più giovane del rapiti: 6 Giuseppe Carrara, di 32 anni originario di Predai unga. Adesso rive a Cene con la moglie Patrizia Bertasa, di 27 anni: hanno una bambina di 5 anni Silvia, e un altro figlio In arrivo, •proprio per questo Patrizia è ritornata a settembre in Italia — racconta il padre, Giacomo Carrara, un pensionato di 63 anni che è assessore de al Comune di Predai unga — e lui 6 rimasto al campo. Era molto contento del suo lavoro e non aveva paura, non sentiva i pericoli: La voce del padre, al telefono, è calma, quasi serena. Continua: 'Dall'altra sera sono ottimista. Temevo che quella jeep si fosse rovesciata nel deserto, che mio figlio e l'ingegnere fossero morti in un incidente: Giuseppe ha studiato a Bergano come perito Industriale e fin da ragazzo, racconta il padre, aveva la voglia di andare a lavorare lontano dall'Italia, un po' per 11 gusto dell'avventura e un po' per guadagnare bene. I contratti di questi emigrati infatti, sono tutti particolari Oltre agli stipendi del settore metalmeccanico, hanno tutti forti premi personali legati al tipo di incarico che devono svolgere. Sono cifre top secret sia fra i dipendenti sia per le aziende, ma in genere portano a raddoppiare o a triplicare lo stipendio. Se dal familiari di Carrara e Commetti traspare un certo ottimismo, i parenti dell'ingegner Dlotallevi originario di Bologna ma residente a Gallarate, In provincia di Varese, appaiono duramente provati dalla drammatica vicenda. Assunto nel "79, dopo alcuni anni passati negli uffici di Milano della Gie, Roberto Dlotallevi è partito nell'83 per l'Iraq: nella centrale termoelettrica finita nell'84 è rimasto a sorvegliare 11 funzionamento degli impianti, come responsabile meccanico. Dlce.il fratello Paolo, anche lui.inge-i gnere, che vive a Bologna: «Sfamo «tari tnfòmbtt'dàl? l'azienda e ora confidiamo che le iniziative che potranno prendere il presidente Goria e il ministro degli Esteri Andreotti possano riportaci Roberto a casa. Non so se ora che la notizia è stata divulgata la conclusione sia più facile o più diffìcile Per tutto il pomeriggio è stato impossibile parlare con la moglie del rapito, Fabrizia Turchi che con il figlio Stefano (frequenta la quinta elementare) ha evitato ogni contatto con 1 giornalisti fino ad una improvvisata conferenza stampa presso la sede del giornale locale La Prealpina. Emozionata, tesa, ha confermato di aver parlato con il marito 11 2 ottobre scorso, proprio 11 giorno della scomparsa: «Lui era sereno. MI ha detto che probabilmente in novembre sarebbe venuto a Gallarate per un breve periodo di riposo. Da quel giorno non ho più avuto alcuna notizia diretta», Gigi Padovani Giuseppe Carrara, Roberto DiotaQeri e Giacomo Cuminetti, i tre tecnici rapiti in Iraq (Ansa)