Equipe delle Molinette a Pittsburgh trapianta il fegato a bimba romana di Angelo Conti

Equipe delle IMIelinette a Pittsburgh trapianta il legate a bimba romana Quattro medici torinesi sono in Pennsylvania per un corso di specializzazione Equipe delle IMIelinette a Pittsburgh trapianta il legate a bimba romana L'intervento è durato 9 ore - Una esperienza utile in vista di un centro trapianti nella nostra città Un'equipe medica torinese ha eseguito, ieri, un trapianto di fegato al Presbiterian University Hospital di Pittsburgh, in Pennsylvania. Ne ha beneficiato una bambina romana di 15 mesi, Francesca Marciano. L'intervento, durato oltre 9 ore (è terminato alle 15,15, le 20.15 italiane), risulta tecnicamente riuscito, il decorso post-operatorio appare favorevole. La straordinaria esperienza è stata resa possibile nell'ambito di un progetto comune fra Università di Torino e Usi 1-23. A Pittsburgh sono infatti da un mese (e ci resteranno sino a gennaio) quattro giovani medici delle Mollnette: 1 chirurghi Francesco Enrichens e Giorgio Olivero (Istituto di Chirurgia d'Urgenza), Franco De Costard (Istituto di Anesteslologia) e Vittorio Gallo (Patologia medica B). Nella notte erano stati contattati dal primario di chirurgia del Presbiterian Hospital, il prof. Starzl, che ha loro proposto di collaborare al trapianto. Al dottor Francesco Enrichens è stato affidato l'espianto: il chirurgo ha raggiunto in aereo Tampa, in Florida (due ore e mezzo di volo), dove è stato prelevato il fegato di una bambina di 2 anni, morta annegata in piscina (l'intervento è durato un'ora e mezzo). Poi ancora in aereo e 11 ritorno al «Presbiterian». Qui era in attesa Francesca Marciano, colpita da atresia biliare, lo stesso male che non ha Invece dato scampo a Simone Brencella, 11 bimbo torinese deceduto l'anno scorso a Pittsburgh, 48 ore dopo un tentativo di trapianto, reso possibile dalla generosità del lettori de •La Stampa- («Specchio dei tempi» raccolse oltre 450 milioni). Francesca è entrata in camera operatoria alle 6, sotto il controllo dell'anestesista Franco De Costard. All'intervento, coordinato dal professor Starzl, hanno partecipato il chirurgo Giorgio Olivero e l'epatologo Gallo. A Pittsburgh sono stati compiuti oltre 1500 trapianti di fegato (la metà del totale mondiale), quasi tutti eseguiti dall'equipe del prof. Starzl. Il centro americano vanta la miglior percentuale mondiale di sopravvivenza: oltre il 75% dei casi dopo 5 anni dall'operazione. Al Presbiterian lavorano da 5 anni medici torinesi, il primo fu proprio Francesco Ennchens che, nell'83, restò alla scuola di Starzl ben 8 mesi. Successivamente chirurghi ed epatologi delle Mollnette hanno frequentato l'ospedale americano raggiungendo un alto grado di specializzazione e conquistandosi la fiducia del direttore del Centro. 1 Per il professor Sergio Olivero, direttore dell'Istituto di Chirurgia d'urgenza delle Mollnette (dell'equipe fanno parte Enrichens e Giorgio Olivero) «bisogno evitare gli entusiasmi, restare con i piedi per terra e continuare a lavorare. Ma quello che hanno fatto questi giovani medici è importante. Hanno dimostrato che la nascita di un centro trapianti anche a Torino potrebbe, non essere tanto remota. Il fattore umano non ci spaventa: abbiamo ottimi chirurghi, pronti a lavorare anche in questo settore. Ed il fatto che questo gruppo di medici stia facendo esperienza insieme può Indicare che già esiste in embrione un'equipe preparata. Purtroppo la realizzazione di un centro trapiani è molto complessa: le difficoltà tecniche e burocratiche non sono indifferenti. Però episodi come quello di Pittsburgh dimostrano che stiamo camminando nella direzione giusta. Gli ostacoli restano, ma adesso c'è più entusiasmo-. Angelo Conti