Vento di rivolta in Calabria di Giuseppe Zaccaria

Venta di rivolte in Calabria A17 anni dalle proteste per il centro siderurgico, 7 mila in piazza Venta di rivolte in Calabria La gente grida: «Non vogliamo la centrale a carbone» - Bloccata per tre ore la linea ferroviaria Salerno-Reggio - Preoccupati i politici: «Qui può succedere di tutto» DAL NOSTRO INVIATO ROSARNO — «Questa imposizione e un insulto-, grida l'oratore dalla balconata dell'ufficio postale. La gente risponde con un boato che fa impressione. Saranno sei, settemila 1 calabresi che in auto, in pullman, sul cassoni del camion ieri sono piovuti a Rosarno. Scuole, negozi, uffici pubblici, farmacie sono chiusi In tutta la Piana di Gioia Tauro, la gente di trenta Comuni ripete il suo «no» alla centrale a carbone. Fra poco anche la linea ferroviaria, Invasa dai dimostranti, innalzerà il cartello 'Chiusa per protesta*. Può essere solo un timore, ma l'atmosfera di questa piazza lo rende corposo: dopo quasi vent'anni, nel Reggino forse sta cominciando a spirare un nuovo vento di rivolta. Allora reclamavano la realizzazione del V Centro Siderurgico a Gioia Tauro, oggi rifiutano l'impianto a carbone. 'La centrale ve la farete da soli. Voi e la mafia... », aveva detto due settimane fa, al ministro dell'Industria, Franco Politane 48 anni, comunista, vice segretario della giunta che fino a ieri governava la Calabria. Da quel momento, 1 rivoli della protesta si sono trasformati in torrente. Il governo regionale ha rotto le «relazioni diplomatiche» con Roma, nel Reggino si è scatenata la rincorsa di partiti, sindacati, gruppi, associazioni. Adesso è difficile dire chi si trovi più avanti, basta uno sguardo ai manifesti che tappezzano piazza Valarioti. -No alla centrale, si al lavoro', è lo slogan del pei. La giunta regionale lancia da un fitto messaggio la sua 'Vibrata protesta: Gridano Lega Ambiente, Italia Nostra e coordinamento studentesco della Piana. La CgU se la prende con 'l'arroganza e la sopraffazione' L'associazione del produttori ortofrutticoli dice; che quell'impianto equivarrebbe a un suicidio, «f cacciatori dicono no alla centrale a carbone; annuncia un rosso volantino del circolo cultu rale «Il tordo» di Pollstena. Sopra un camion qualcuno spiega un lenzuolo su cui una scritta a spray sinteti camente comunica: 'Siamo incazzati'. Sui binari della ferrovia tirrenica, a bloccare convogli E* come se vent'anni dopo, dopo una sconfortante serie di battaglie per qualcosa che non è mal arrivata, da Rosarno a Taurlanova, da Locri a Melicucca rabbia e frustrazione si stiano nuovamente coagulando «contro» qualcosa. Accadde a Reggio, contro l'Ipotesi di collocare a Catanzaro gli uffici regionali: come andò a finire lo ricordano tutu. Poi una serie inutile e in fondo rassegnata di battaglie per il centro siderurgico, 11 porto, per il fantasma di un'Industrializzazione che ha portato solo alla distruzione di 170 mila alberi da frutto, alla trasformazione di un Immenso giardino in un deserto. Adesso lo spettro della centrale a carbone, dell'inquinamento rovescia nuovamente la prospettiva. «si, anch'io comincio ad essere preoccupato'. Sui binari, fra ragazzi in Jeans e politici in gessato scuro, c'è anche Polltano: la sensazione è che stia avvertendo come la protesta rischi di sfuggirgli di mano. Un ragazzo gli sussurra: «Fra un'ora noi ce ne andiamo. con qualche miglialo di viaggiatori adesso si ritrovano assieme senatori comunisti e sindaci democristiani con fascia tricolore, «verdi», contadini, democrazia proletaria, l'aspirante metalmeccanico e il consigliere socialdemocratico della Usi. E' successo ieri mattina, pochi minuti prima delle undici. Dopo i discorsi, il corteo si era mosso attraverso le vie di Rosarno, poi qualcuno ha cominciato a scendere in giù, sempre più in giù, fino alla stazione, ai binari. Ai ferrovieri non è rimasto che bloccare il traffico Nord-Sud L'espresso 181 da Milano, straccarico di viaggiatori dopo lo sciopero degli aerei, è rimasto bloccato quasi quattro ore alla stazione di Nicotera, 1 rapidi «Aurora» da e per Roma si sono mossi in forte ritardo. «Ornai questa non è più una protesta dì partito», commentava intanto sulle banchine invase dai dimostranti Girolamo Tripodi, parlamentare comunista, primo cittadino di Pollstena, ma da pochi giorni anche presidente del «comitato sindaci» della Piana. ma altri vogliono occupare i binari fino a stasera... ». Altri sono stati bloccati proprio mentre stavano organizzando 11 blocco dell'autostrada. Lui annuisce, blandisce, attenua. É al cronista, assicura ohe l'occupazione finirà presto. «JVon ce l'abbiamo con la gente come noi, con quei poveretti che viaggiano... Ma questo è un segnale importante. Il governo ci scavalca, vuole imporci una centrale a carbone? Se continuerà su questa strada perderà anche noi come possibili interlocutori. E allora non so davvero cosa potrà accadere:. n Masaniello di Calabria comunque è di parola: l'occupazione della ferrovia dura poco più di tre ore. Chiederemo un incontro a Goria, al ministro dell'Industria, all'Enel, la centrale sarà bloccata: dinanzi a queste promesse democristiani e demoproletari, giovani e disoccupati, sindaci con la fascia e componenti 1 comitati d'agitazione, ripiegano le bandiere e se ne vanno. Per ora. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Franco Politane, Girolamo Tripodi, Goria