Jaruzelski: cambieremo così

Jaitizelski: cambieremo così La perestrojka approda in Polonia, referendum il 29 novembre Jaitizelski: cambieremo così H Parlamento discute la riforma economica: imprese più libere, meno ministeri, rigore finanziario Incoraggiata l'iniziativa individuale - Il portavoce del governo: «Sarà un vero e proprio terremoto» La perestrojka. approda in Polonia. Dopo mesi di studi ancorati alla linea tracciata dalle spinte riformiste introdotte nell'Unione Sovietica e in Ungheria, anche il governo di Varsavia ha deciso di imboccare la strada del nuovo corso gorbaceViano varando un programma di austerità nazionale che il portavoce ufficiale, Jerzy Urbani, definisce «un vero e proprio terremoto'. Saltano l vecchi schemi di conduzione dell'economia, ormai vicina al collasso con un debito estero che sflora i 35 miliardi di dollari, sostituiti dal principio inedito secondo il quale «ciò che rum è espressamente vietato deve considerarsi lecito*. Una rivoluzione sociale dunque di ampia portata, destinata a incidere in profondita su tutti i settori della vita polacca, voluta ed imposta dal generale Jaruzelski in attesa del salto di qualità successivo che prevede graduali forme di apertura ideologica nei confronti delle forze politiche di opposizione. Approvato giovedì dal plenum del Comitato centrale del poup, «il colpo di spugna sul passato* è stato presentato al Sejm, il Parlamento monocamerale, dal primo ministro Zbigniew Messner. Tre i punti qualificanti del pacchetto di misure che, altra novità sensazionale, verrà sottoposto a referendum popolare il prossimo 29 novembre (11 Sejm lo voterà il 24 ottobre): ristrutturazione 'Sensa guardare in faccia nessuno* dell'apparato gestionale con l'Inserimento nel sistema direttivo di persone qualificate 'estranee al partito*; decentralizzazione Il generale Jaruzelski visto da David Levine (Copyright N.Y. Revlew ol Books. tipa e per l'Italia .La Stampa-) del ruolo dello Stato concedendo maggiori spazi di manovra alle imprese in modo da sconfiggere l'andazzo corrente .in cui la gente fa finta di lavorare e le aziende fanno finta di pagarla'; infine rigore finanziario per uniformarsi alle raccomandazioni del Fondo monetario internazionale che, come noto, ha condizionato al varo delle riforme la rinegoziazione delle pendenze in corso e la concessione di prestiti freschi, ed accedere di riflesso al ripristino dell'assistenza americana promessa durante la recente visita del vicepresidente Bush. In concreto vengono dimezzati i ministeri economici — dagli attuali 16 si passerà a otto —, sarà esaltata la funzione del responsabile delle Finanze che, in collaborazione con la Banca na¬ zionale, dovrà riorganizzare la politica dei redditi e della spesa pubblica, anche qui sfuggita di mano al potere. Nasce cosi il maxiministero dell'Industria con 11 difficile compito di assorbire le competenze frazionate finora fra gli apparati della produzione chimica e leggera, della siderurgia, dei combustibill, dell'agricoltura e delle foreste. Elemento coordinatore del Piano diventa pertanto, ha detto Messner, il ripescaggio dell'iniziativa individuale, «un immenso serbatoio di capacità latenti' del quale 11 regime intende attivare le potenzialità. Quindi via libera alla meritocrazia, «le autorità non potranno più guardare con sospetto chi guadagna più degli altri*, basta insomma con la sperequazione del bassi salari percepiti dai professionisti rispetto, per esempio, ai minatori. Il premier ha accennato inoltre alla possibilità di copiare dall'Occidente l'incentivo dell'emissione di obbligazioni ed azioni, ma in ogni caso (la precisazione era scontata) non si tratterà di una forma mascherata di capitalismo quanto piuttosto della ricerca «di risultati capaci di far funzionare meglio l'economia socialista*. L'obiettivo prioritario della manovra resta comunque la sfida lanciata all'inflazione: galoppa attorno al 20 per cento, occorre imbrigliarla in tempi ravvicinati per bloccare 11 diffuso malcontento della popolazione e arginare soprattutto la corsa all'emigrazione dei cervelli. Si calcola Infatti che quasi mezzo milione di polacchi ha scelto di restare all'estero dal 1981 ad oggi, mentre masse di giovani sfiduciati e rassegnati stentano ad inserirsi nella vita produttiva della nazione. A loro Messner promette il miraggio di un costo della vita ridotto della metà entro tre armi Se funzionerà, sarà la carota dietro la quale però si nasconde il bastone della stangata sul prezzi di alcuni generi di largo consumo visto che qualcuno parla già del raddoppio Imminente per gli alimentari, il terzo rincaro da gennaio. E qui si inserisce il delicato discorso del referendum proposto da Jaruzelski per rafforzare l'immagine della democratizzazione interna sulla scia indicata dalla jaumosc, la glasnost in chiave polacca. Perché la voglia della legittimazione attraverso il consenso popolare (sovrano nell'accettare o respingere la medicina proposta dalla Dieta), pur favorevole alla rivalutazione delle competenze locali dei voivodati (le prefetture) rischia di scatenare sia le Ire della nomenklatura economica, timorosa di perdere gli antichi previlegi di casta, sia quelle del nostalgici di Solidarnosc. Al coraggioso progetto di vincolare la riforma al segreto delle urne, di certo concertato con Mosca, resta affidata pure la trasparente intenzione di zittire le perplessità espresse dal conservatori e nell'ala più intransigente del partito. Secondo una voce che circola a Varsavia, Jaruzelski sarebbe stato intransigente: «O passa l'alternativa o ci troveremo nel caos*. Piero de Garzarolli

Luoghi citati: Italia, Mosca, Polonia, Ungheria, Unione Sovietica, Varsavia