Cattivi Pensieri

Cattivi Pensieri di Luigi Firpo Chiunque segua lo svolgersi della vita politica, non tarda ad accorgersi che, ben al di là dei contenuti specifici delle leggi, senza tener conto della gravità o dell'urgenza dei singoli problemi, è in corso una degenerazione progressiva del sistema parlamentare, cioè del fondamento primario della democrazia. Senza voler entrare nel merito delle singole decisioni, è mouvo di serio allarme il modo in cui vengono prese. Per offrire un termine immediato di paragone tra lo schema ideale di funzionamento e la realtà del mondo contemporaneo, proverò a riassumere in modo elementare quali sono i punti qualificanti di un regime democratico. Il presupposto è che gli uomini (e le donne) nascono uguali e che ciascuno è titolare del diritto inalienabile di aver voce in tutte le decisioni che lo riguardano. Da questo nucleo essenziale derivano tutti i diritti fondamentali, che l'eguaglianza politica comporta, come il diritto alla libertà personale, di associazione, di opinione e di espressione, cioè all'esplicazione intera della personalità, con il solo limite dei divieti che la comunità stessa abbia stabilito nei confronti di ognuno per assicurare la convivenza pacifica di tutti. Marx osservò che questa eguaglianza era illusoria, perché si trattava di eguaglianza politica, cioè astratta, e non di concreta eguaglianza sociale: con la conseguenza che il povero, l'ignorante, il menomato si trovava investito di un diritto teorico, che in realtà non riusciva a esercitare. Non a caso, le prime concessioni del diritto di voto furono privilegio della cultura e del censo, ritenendosi che le masse analfabete e superstiziose non potessero sensatamente decidere alcunché. Ma la progressiva conquista del suffragio universale, l'estensione (sacrosanta) del diritto di voto alle donne, la generalizzata alfabetizzazione, hanno consentito di superare queste iniziali diffidenze, che spesso mascheravano soltanto la difesa di vecchi privilegi. Quello che oggi rimane un problema aperto è come si possa rendere effettivo questo diritto, come far sì che il voto consenta alla volontà popolare di incidere direttamente e in modo efficace nella conduzione dei pubblici affari. Una prima difficoltà ven- I Cattivi Pensieri di Luigi Firpo I genere, da quelle del denaro alle supreme e anche più pericolose del potere. Il primo fattore di degradazione è il numero, eccessivo, dispendioso (sarebbe il meno) e livellatore dei deputati. La metà sarebbe più che sufficiente a lasciar spazio e voce a tutte le opinioni, mentre la massa degli eletti provoca appiattimento intellettuale e tendenza all'ossequio servile verso i capi. Chi non è emerso per doti personali perspicue, per rigorosa moralità, per autentica conoscenza almeno di taluni problemi, fonda tutte le sue speranze di elezione o di rielezione sulle squallide benemerenze di partito, sui vincoli di sudditanza di corrente, sul procacciamento di fondi di oscura provenienza per finanziare le campagne elettorali, da ultimo persino sui brogli di scrutatori compiacenti o di compari che procacciano mazzi di voti a pagamento. La consapevolezza di dipendere in tutto dal favore di pochi leader suscettibili e gelosi provoca così una sudditanza meschina, un voto passivo e scontato, l'annullamento di ogni personalità. Ecco allora mettersi in azione il secondo fattore, che è conseguenza diretta del primo: il deputato non pensa più con la sua testa e si limita a chinarla, a obbedire. Il Parlamento si riduce a cassa di risonanza di decisioni prese in altre sedi, da poche decine di persone; ac cade persino che, quando esso sembra attardarsi nel volerne sapere di più, riceva da qualcuno dei «grandi capi» bacchettate sulle dita, quasi cancelliere distratto che non abbia timbrato subito un documento su cui non ha voce. Questo è uno dei modi in cui può morire una democrazia: oggi per ucciderla non occorre neppure instaurare la dittatura. Basta l'arroganza dei partiti onnivori e onnipotenti, ciascuno guidato da uno o da pochi de spoti, che decidono e negoziano tutto. Alla radice del male sta il voto di preferenza, fomite di corruzione; bisogna reintrodurre il collegio uninominale con i giusti correttivi a tutela delle minoranze; bisogna che - gli elettori sappiano chi stanno eleggendo, che faccia ha, cosa possono attendersi da lui. Per uccidere una democrazia non occorre un colpo di Stato: basta estenuarla con l'inedia, l'umiliazione e l'impotenza.

Persone citate: Luigi Firpo, Marx