Pace precaria di Paolo Passarini

Pace precaria Tutto rinviato a un match successivo Pace precaria Evitata una crisi che nessuno voleva - Partiti soddisfatti, ciascuno con una sua ragione - Ma restano nodi irrisolti ROMA — Scampato pericolo. Sulla combattutlsslma vicenda dell'ora di religione 11 governo è riuscito a evitare una crisi che, In realtà, nessuno voleva. Perdtpiù, tutti 1 protagonisti dello scontro all'Interno della maggioranza, la de i laici, 1 socialisti e, soprattutto, il presidente del Consiglio, cui spettava istituzionalmente il ruolo di mediatore, si sono dichiarati decisamente soddisfatti per 11 punto di equilibrio raggiunto. Il rischio di crisi, molto alto fino all'ultimo minuto, è stato allontanato attraverso una specie di patta con rinvio a un match successivo, essendo stata risolta in linea di principio la questione della facoltatlvita dell'ora alternativa (che perù dovrà adesso essere definita con norme precise) e demandata a una rinegoziazione dell'Intesa la soluzione del nodo che riguarda lo status degli insegnanti di religione. Il Parlamento riesaminerà tutta la questione e, quindi, è realistico attendersi un'altra puntata di questa storia. •il governo non è stato salvato in extremis, ma con convinzione», ha dichiarato Giovanni Goria, contrapponendo due termini non necessariamente contraddittori tra di loro. Secondo 11 presidente del Consiglio, il suo ministero esce rafforzato perché ha ••dimostrato di essere momento di confronto». An¬ che 11 portavoce di Ciriaco De Mita, Clemente Mastella, ha affermato che «ogni voto positivo in più è un rafforzamento per il governò». E, per Claudio Martelli, «Goria esce rafforzato da questa vicenda soprattutto grazie al psi e al pri». Ma, come ha riconosciuto il capogruppo de alla Camera, Mino Martinazzoli, «é stato difficile». De Mita si è detto soddisfatto perché «la vecchia posizione della maggioranza sullo status degli insegnanti di religione non è plit la posizione del governo, ma scio una delle ipotesi possibili», anche se il ciellino Roberto Formigoni ha avvertito che il loro ruolo «va difeso fino in fondo». .Mi pare vada bene», ha commentato Bettino Craxi dopo la replica di Goria, anche se, ha aggiunto, «adesso bisogna risolvere il problema che è stato solo posto». 'Siamo molto soddisfatti», ha proclamato Giorgio La Malfa, per il quale «è stato accolto nel modo più pieno il punto che stava a cuore ai repubblicani, quello della non obbligatorietà della materia alternativa». La soddisfazione del pri è amplificata da una circostanza politica: sono riusciti a ottenere quasi tutto quello che volevano (avrebbero desiderato anche che gli studenti «non awalentisl» potessero uscire di scuola) senza essere risucchiati In una battaglia di schiera¬ mento tra de e psi e senza essere accusati di aver provocato una crisi per conto terzi. Ma perfino i liberali, astenuti perché fuori dalla partita, hanno manifestato contentezza perché la loro mozione a favore di un superamento del Concordato ha raccolto 11 20% del consensi parlamentari. Tutti f elici, quindi, e ciascuno con una sua ragione. Ma come mai, allora, il governo ha rischiato, come ha detto Craxi, di 'affogare in un bicchier d'acqua»"! Probabilmente le strategie di immagine di ogni componente hanno fatto un po' premio sul merito del contenzioso, trasferendo lo scontro sull'ora di religione sul plano di una concitazione un po' nevrotica. Inoltre è probabile che le diverse strategie di immagine si siano in qualche caso accavallate, in modo da far scattare, in più d'uno dei protagonisti, il timore di vedersi occupato 11 proprio spazio vitale. Lo si capirà meglio quando la vicenda avrà la sua conclusione definitiva. D'altra parte, U segretario liberale, Renato Altissimo, ha dichiarato che «il rinvio annunciato da Goria sul problema degli insegnanti significa anche rinvio della crisi», come per dire che, se crisi non c'è stata, è solo perché, nonostante qualcuno cominciasse a pensarci, i tempi non erano ancora maturi. Paolo Passarini

Luoghi citati: Roma