Sulle Alpi la maratona che uccide di Piero Cerati

Sulle Alpi la maratona che uccide Sulle Alpi la maratona che uccide DAL NOSTRO INVIATO COURMAYEUR — E' morto di fatica e freddo sotto il Col de la Se igne a 2300 metri, a trenta metri dal sentiero che doveva condurlo a Courmayeur, In Valle d'Aosta: lo hanno trovato coperto da pochi centimetri di neve, una giacca a vento di carta bianca, una tuta e scarpette da ginnastica: Silvio Piumetti. 43 anni, tecnico alla Fiat, partecipava alla supermaratona del Monte Bianco, una corsa podistica organizzata da Stivata Saudan, l'ideatore e protagonista dello «sci estremo», del buttarsi dalle vette delle più' alte montagne con gli sci ai piedi. Piumetti era ormai a pochi chilometri dal traguardo della prima tappa: 70 chilometri da Chamonlx a Courmayeur, tra rocce, neve e nebbia, un'Impresa improba che ha pagato con la vita. E ora si dovrà cercare se vi sono responsabilità In questa «corsa estrema», una vera sfida al Monte Bianco, che ancora una volta ha vinto. Piumetti era giunto al Col de la Seigne con l'amico Alberto Olivero, 39 anni, un geologo di Torino. Era stanco, ma sapeva di non doversi fermare: erano le 18 di venerdì, la nebbia era fitta, cadeva una neve rada, ma persistente; cedere in quelle condizioni poteva significare la fine. Alberto Olivero non ha esitato, ha preso in spalla l'amico e ha proseguito, puntando verso il colle, dove era previsto un posto di rifornimento. Ha percorso ancora qualche chilometro, poi non ce l'ha più fatta. .Ti lascio qui e vado a chiedere soccorsi, riparati in qualche modo; ha detto ed è ripartito verso Courmayeur perché sul Col de la Seigne non c'era nessuno: il rifornimento erano tre bottigliette d'acqua minerale gelida e alcune arance. Alle 19 Olivero giungeva nella cittadina al piedi del Monte Bianco e si recava alla caserma della Guardia di finanza. Partiva subito una prima squadra di soccorso con l'appoggio delle guide del Soccorso alpino, coordinate dal responsabile Renzino Cosson. Le ricerche nella nebbia e sotto la neve al Col de la Seigne duravano sino alla mezzanotte, ma senza esito. A mezzanotte e mezzo partiva una seconda squadra, che perlustrava la montagna sino alle 4,30: di Silvio Piumetti non c'era traccia. Il maltempo impediva ormai di continuare l'impresa. Le ricerche riprendevano ieri mattina alle 6 e alle 8,15 il gruppo si divideva per esplorare 1 due versanti: a trenta metri dal sentiero è stato però visto affiorare qualcosa, era 11 corpo del Piumetti. La sottile giacca a vento bianca si confondeva con la neve. Non c'era più nulla da fare: il freddo della notte e la stanchezza avevano stroncato 11 podista. Con la barella la salma era portata nella camera mortuaria del cimitero di Courmayeur. Veniva avvisata la moglie, che giungeva poche ore dopo. Teresa Pasotto, 42 anni, affranta, ripeteva sconsolata: «Glielo avevo detto di non partecipare: Renzino Cosson era scuro In volto: 'E' incredibile una simile disorganizzazione: pochi metri più in basso dove Piumetti è morto c'è un alpeggio. Li avrebbe potuto trovare rifugio, ma nessuno aveva consegnato una cartina del percorso ai concorrenti della corsa. Non si può affrontare una gara a queste quote senza una minuziosa organizzazione e preparazione'. La supermaratona, ideata e allestita da Silvaln Saudan, era partita venerdì mattina (sotto i peggiori auspici del tempo) ed era arrivata a Courmayeur nel primo pomeriggio dopo 70 chilometri con passaggi a oltre duemila metri di quota. I concorrenti sono ripartiti Ieri mattina (tranne una decina che si è ritirata) per fare tappa dopo 40 chilometri a Champex, in Svizzera, toccando il Col Ferret a 2537 metri, dove nevicava abbondantemente. Riparte stamane da Champex per ritornare a Chamonlx dopo altri 40 chilometri. Un tour attorno al Monte Bianco in maglietta e calzoncini, un'impresa che ha messo a rischio più d'un concorrente, un'organizzazione che non ha previsto cartelli segnaletici, collegamenti radio, l'appoggio di elicotteri, posti di rifornimento adeguati (non c'era una bevanda calda). Si è visto subito che la sfi-' da al Monte Bianco (con la presenza di atleti giunti da molti Paesi d'Europa, in tutto una quarantina circa) era improba: partenza rinviata di un'ora, deviazione dal Col Forclaz per neve allungando il tracciato, un giornalista disperso (1 francesi sono stati Impegnati nella notte per ce; carlo e rintracciarlo), due podisti feriti e ricoverati a Challence (sono caduti in un dirupo), altri concorrenti che invece di fermarsi a Courmayeur sono andati sino a Planpincieux, In Val Ferret, convinti di dover proseguire per la Svizzera. Un fallimento, con 11 dramma d'una morte che sembrava annunciata. Eppure la corsa continua, salvo che l'introvabile Saudan rinunci di fronte all'imperversare del maltempo- . Piero Cerati Atleta stroncato da freddo e fatica nella gara d'alta quota Chamonix-Courmayeur