Rissa sulle armi chimiche
Rissa sulle armi chimiche Rissa sulle armi chimiche Polemica Usa-Urss dopo la prima ispezione a un arsenale sovietico - «I nuovi ordigni americani ostacolano la distensione» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Stati Uniti e Unione Sovietica si sono scambiati accuse molto aspre e vivaci ieri mattina, durante una conferenza stampa che ha concluso la visita di osservatori occidentali — un'iniziativa senza precedenti — a un arsenale di armi chimiche sovietiche. Protagonisti, l'ambasciatore americano ai colloqui di Ginevra sul disarmo, Max Friedersdorf, e due generali sovietici: Anatoly Kuntsevltch, responsabile del ministero della Difesa ai negoziati di Ginevra e Vladimir Plkalov, comandante in capo delle «unità di guerra chimica». Entrambi hanno duramente attaccato la decisione americana di avviare, in dicembre, la produzione di armi chimiche binarie (composte cioè di due prodotti chimici inoffensivi se isolati, ma capaci di produrre danni gravissimi se combinati). «72 programma binario è un ostacolo serio alla conferenza sul disarmo., hanno lamentato. E hanno respinto le accuse occidentali, secondo le quali l'Urss avrebbe continuato ad aumentare le scorte di armi chimiche dopo la decisione americana di sospenderne la produzione, nel '89. La replica di Friedersdorf è stata secca: siamo costretti a produrre armi chimiche perché l'Unione Sovietica continua ad accumularne e .si trova a un livello ampiamente superiore al nostro., ha detto. E poi ha aggiunto: .Perché i negoziati di Ginevra sarebbero resi più difficili dalle armi binarie americane, mentre voi continuate ad armarvi e noi continuiamo a negoziare in buona fede?.. La polemica esplosa alla conferenza stampa di ieri è in netto contrasto con il eli- ma disteso che ha segnato la visita alle installazioni militari di Chikhany, sulle rive del Volga. Per la prima volta, alle delegazioni dei quaranta Paesi presenti alla conferenza di Ginevra i sovietici hanno mostrato diciannove armi chimiche presenti nel loro arsenali Una dimostrazione senza precedenti, che la delegazione italiana a Chikhany (composta dal colonnello Di Carlo, del «corpo tecnico dell'esercito» e esperto della nostra delegazione a Ginevra, e dal consigliere Baistrocchi, dell'ambasciata di Mosca) ha valutato come un segno del nuovo clima di distensione instaurato nei mesi recenti; anche se «il momento scelto per la dimostrazione — secondo Baistrocchi — ha forse un'intenzione propagandistica, considerata la decisione americana di riprendere la produzione di armi binarie: e. n.
Persone citate: Baistrocchi, Di Carlo, Max Friedersdorf, Vladimir Plkalov
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