In porto il convoglio italiano di Tito Sansa

In porto 81 convoglio italiano Nel Golfo è cominciata senza incidenti la missione di scorta a un mercantile In porto 81 convoglio italiano Raggiunto il primo scalo nell'Emirato di Dubai - A poca distanza unità iraniana spara contro un mercantile danese che rifiutava di cambiare rotta «Nave da guerra in vista» DAL NOSTRO INVIATO DUBAI — In assetto di combattimento due fregate italiane hanno scortato Ieri fino al sicuro porto di Ras Rashld, nell'emirato di Dubai, all'interno del Golfo, 11 porta-container Jolly Turchese. Erano 11 Grecale, con a bordo l'ammiraglio Angelo Mariani, e lo Scirocco. II primo allarme è venuto già all'alba, poco dopo che 11 breve convoglio aveva superato — con il mercantile a tutta macchina alla velocita di 20 nodi — 11 punto critico dello Stretto di Hormuz pattugliato dagli iraniani. Una piccola unità da guerra si è presentata in rotta di collisione con il Jolly Turchese. Immediatamente il Grecale che lo seguiva a mezzo miglio lo ha affiancato mentre lo Scirocco si è avvicinato, ambedue con i cannoni puntati e con gli uomini in giubbotto antiproiettile pronti dietro alle mitragliere. La nave da guerra sconosciuta (identificata poi per una cannoniera del sultanato dell'Oman) ha virato di bordo mettendosi in rotta parallela con i cannoncini vistosamente girati dalla parte opposta. La «missione di pace» della flottiglia, consistente nella protezione dei mercantili italiani, era cominciata alle 2 di lunedi mattina, corrispondenti alle 23 di domenica sera in Italia. Al largo di Fujairah, nel Golfo dell'Oman, il Jolly Turchese si è presentato puntuale all'appuntamento fuori della zona di mare minata. Gli ordini dell'ammiraglio erano chiari: •Procedete sulla vostra rotta, se sarete in difficoltà interverremo: E inoltre: «Se una nave iraniana vi chiama per radio intimandovi di fermarvi per un'ispezione del carico, non rispondete. Ci penserà l'ammiraglio: Al massimo della velocità, quando già albeggiava, le tre unità italiane hanno passato lo Stretto di Hormuz, tenendosi il più possibile distante dalle acque iraniane. Ha raccontato il comandante del mercantile, Iasaia Menconi: ^Intorno non c'era nessuno, salvo un porta-container danese che poi è stato perso di vista». Alle 18,12 il Jolly Turchese era fuori di Hormuz, il primo •punto critico» era superato. Ce ne saranno altri nei prossimi giorni quando la nave si dirigerà verso Dammara nell'Arabia Saudita e poi verso Kuwait attraversando campi minati. Si era soltanto a poche miglia dalla zone dove aerei Iracheni avevano attaccato poche ore prima tre superpetroliere, ma si respirava già un'aria più tranquilla. Da qui a Dubai, distante solo cinque ore di navigazione, la navigazione è stata breve. Mentre da bordo di un rimorchiatore cercavamo di metterci in contatto radio con il mercantile italiano, siamo stati testimoni di una drammatica conversazione tra una nave militare iraniana e il porta-container danese che seguiva il terzetto di navi italiane. Una voce molto calma ha detto: «Questa è una nave da guerra iraniana, cambiate rotta, mettetevi sulla 320.. 'Sono un portacontainer danese — ha risposto una voce nervosa — non posso virare di bordo perché vado addosso a una petroliera.. -Cambiate rotta oppure comincio a sparare. ha intimato con calma l'iraniano. -Non posso, se volete fermo te macchine. Okay, obbedisco, ha risposto il danese stizzito. E qui il contatto radio si è intorrotto. Si è poi saputo che la nave da guerra iraniana aveva sparato alcune raffiche contro 11 mercantile danese e che alcuni uomini erano saliti a bordo, il tutto è avvenuto — per la prima volta in pieno giorno — a poche miglia di distanza dalla costa, quasi sotto gli occhi della fregata inglese Andromeda e pochi minuti dopo il passaggio del convoglio italiano. Non si conoscono i motivi del non intervento britannico. Per quel che riguarda le fregate italiane, la spiegazione è che il loro compito è soltanto «nazionale» e si limita alla protezione dei nostri mercantili, basandosi sul principio dell'autodifesa contemplato dal diritto internazionale. Intorno alle 13 il primo contatto radio con le unità italiane. E' venuto al microfono il comandante Giuseppe De Giorgi, incaricate dei contatti con la stampa. Abbiamo chiesto di salire a bordo per incontrare l'ammiraglio Mariani. •£' complicato salire a bordo per il mare e per il traffico, ha risposto De Giorgi. Alle nostre insistenze, l'ufficiale ha promesso: «tra venti minuti cercherò di contattarvi, farò il possibile.. Ma quelli del Grecate non hanno mantenuto la promessa. Dopo 40 minuti, abbiamo cominciato a chiamare su due frequenze. Nessuna risposta e cominciava a farsi forte il sospetto che non ci volessero a bordo. Alle 14, finalmente, la fregata si è fatta viva. «Qui 'Grecale' per la stampa italiana — ha detto De Giorgi leggendo poi un comunicato —. C'è la massima disponibilità nei confronti della stampa durante te soste in porto. In questo momento le unità sono impegnate in un'operazione di scorta che continua anche durante la sosta del mercantile. Non ci sono possibilità di contatti, non possiamo avervi a bordo.. 'Allora che ne è del nostro appuntamento?», è stato domandato. 'Rivolgetevi allo Stato Maggiore della Marina a Roma: 'E quale sarà il vostro prossimo scalo?.. 'Rivolgetevi a Roma. Arrivederci.. E ha staccato. Tito Sansa

Persone citate: Angelo Mariani, De Giorgi, Giuseppe De Giorgi, Mariani, Menconi, Scirocco

Luoghi citati: Arabia Saudita, Italia, Kuwait, Oman, Roma