Imputato spara durante il protesso

Imputato spara durante il protesso A Milano: voleva uccidere detenuti rivali, ha ferito due carabinieri Imputato spara durante il protesso Antonino Miano, sicario di Epaminonda, accusato di 17 omicidi, ha vuotato il caricatore della pistola contro la gabbia vicina - L'arma forse gli è stata passata nell'aula bunker chiano nelle gabbie e gridano: 'Aiuto, portateci via». Grida anche dal pubblico. Alcuni agenti in borghese estraggono le pistole. SI sente una voce: 'Venite, presto, c'è un ferito qui». Marano, pallido e teso, si arrampica sulle sbarre e grida: 'Infame, carogna, tu e la tua famiglia. La testa, ti stacco». Destinatario delle invettive il detenuto Santo Mazzei che si trova in una gabbia dalla parte opposta dell'aula. Mazzei risponde insulti in siciliano stretto. Minuti di assoluta confusione. Poi 1 feriti vengono portati via, si fa sgombrare l'aula, si comincia a cercare di capire che cosa esattamente è accaduto. L'aula-bunker costruita alcuni anni fa, all'epoca dei grandi processi per terrorismo, si trova di fronte a San Vittore, nei locali dell'ex carcere minorile. Porte blindate, corridoi isolati per i detenuti, metal-detector, perquisizioni per tutti, pubblico, avvocati, giornalisti. I dete¬ MILANO — Ore 10,20 del mattino, processo alla banda di Angelo Epaminonda. In aula sta parlando 11 p.m. Francesco Di Maggio: dovrebbe essere l'ultimo giorno della sua lunga requisitoria. « Varrebbe qui la considerazione: perché mai pagare...». Il p.m. non finisce la frase: due colpi secchi di pistola, poi quattro, poi ancora uno, l'ultimo. Un imputato, Antonino (Nuccio) Miano, ha vuotato l'intero caricatore di una pistola contro la gabbia dove sono rinchiusi Antonino Faro e Antonino Marano. Voleva ucciderli, li ha mancati, ma ha ferito due carabinieri. Nell'aula il panico. Avvocati, giornalisti, buona parte dei giudici si buttano d'istinto a terra, sotto i banchi. I carabinieri non sanno bene come intervenire: tre si gettano addosso allo sparatore, altri corrono verso il corridoio delle gabbie mentre due di loro, colpiti, si piegano urlando di dolore. Altri detenuti, spaventati, si ammuc¬ nuti, inoltre, vengono sottoposti a due controlli. Uno prima di lasciare 11 carcere. In cui vengono spogliati e sottoposti anche a perquisizione intima; un altro prima di entrare nell'aula. Eppure, nonostante questa «massima sicurezza», nel bunker è entrata una pistola. Come, è quanto cercherà di stabilire l'inchiesta appena avviata. Nuccio Miano, ieri mattina, poco prima delle 10,20 chiede di andare alla toilette. VI si accede attraverso un corridoio, che passa dietro le gabbie. I carabinieri sono ovunque ed in numero notevole: davanti al corridoio, e dentro le gabbie. Miano è rinchiuso assieme a diversi altri detenuti, tra cui Vincenzo Andraus. Nella gabbia a fianco ci sono Faro e Marano: sono da soli dalla fine di aprile, quando in carcere cercarono di ammazzare Andraus. Le gabbie tra loro non comunicano, c'è uno spesso vetro divisorio. Ma In ognuna c'è un cancello che dà sul stanza a Novara, dove infatti sono detenuti Faro e Marano. La pistola, subito sequestrata, è una calibro 6,35; i numeri di matrìcola sono cancellati. Chi l'ha fornita a Miano? n detenuto, rinchiuso nel reparto di massima sicurezza di San Vittore, è considerato uno dei più pericolosi, accusato di 17 omicidi. E' sottoposto ad attentissime perquisizioni. Salvo complicità del personale di custodia o di scorta, è impossibile possa averla portata con sé. Nel bagno Miano non è arrivato come invece sembrava in un primo tempo, ed è pure stata smentita la voce che fosse andato alla toilette poco prima dell'inizio dell'udienza. Quindi non è 11 che ha trovato la pistola. L'aveva mentre era in gabbia: gliel'ha passata un altro detenuto, magari uno sottoposto ad un regime di sorveSusanna Marzolla (Continua a pagina 2 In nona colonna) corridoio. Ed è al cancello della gabbia di Marano e Faro che d'improvviso s'affaccia Miano, pistola in pugno, mentre i carabinieri lo accompagnano al bagno. Il gesto è cosi subitaneo che non fanno in tempo a fermarlo. Spara due colpi a vuoto, già dal corridoio; poi riesce ad affacciarsi nella gabbia e vuota il caricatore. Paro e Marano sono tranquilli: uno passeggia, l'altro, defilato In un angolo, legge il giornale. Li sorveglia una scorta di militari e contro di loro finiscono i colpi. Aldo Serpi, 28 anni, viene ferito ad una scapola e alla coscia sinistra: la prognosi è di 15 giorni. Più grave sembra Luca Bonomi, 22 anni, il militare che viene visto da tutti 'Stramazzare al suolo comprimendo l'addome», come poi metterà a verbale il presidente della corte. Un proiettile gli si è conficcato nel bacino: i medici gli danno 40 giorni di prognosi, ma temono lesioni interne. Entrambi i carabinieri sono di

Luoghi citati: Marano, Milano, Novara