Noiret si perde per amore

Noiret si perde per amore Noiret si perde per amore Dal romanzo di Bassani uno spaccato dell'Italia alla vigilia della guerra Un racconto con molte libertà, come l'espulsione degli studenti ebrei dall'Università - Accanto al protagonista, Rupert Everett e la Sandrelli GU OCCHIALI D'ORO di Giuliano Montaldo con Philippe Noiret, Rupert Everett, Valerla Golino, Stefania Sandrelli, Roberto Herlitzka, Nicola Farro ri. Musica di Ennio Morricone. Produzione italiana a colori. Dal romanzo di Bassani. Al cinema Lux di Torino. Ai cinema America, Quirinale, Admlral, Paris di Roma. Storia del dottor Padigati di Ferrara, alla vigilia della seconda guerra mondiale: era il medico delle famiglie bene, poco per volta viene messo al bando perché si scopre la sua omosessualità, s'innamora di un mascalzone che lo abbandona, ridotto In solitudine si uccide, privatissimo simbolo delle persecuzioni più grandi che si tramano in quegli anni. Forse la disinvoltura che lasciò perplessi alla recente Mostra di Venezia nel film di Montaldo (l'eccessiva libertà nel tradurre il bel libro di Bassani, la cadenza da sontuoso sceneggiato televisivo, il mutamento del luoghi secondo le esigenze produttive, l'aggiunta di personaggi in ossequio al cast tutte stelle) sarà l'elemento di successo in sala pubblica. Perché Montaldo sa bene cosa piace agli spettatori e quali ritmi narrativi riescono più familiari, e come si devono semplificare o enfatizzare i sentimenti: consapevolmente ha allargato la scena, in modo didascalico, non più solo Fadigati, segno di una condizione e di un mondo, ma gli ebrei di Ferrara sotto 11 fascismo e 11 posto di protagonista al narratore, a Giorgio Bassani in versione Rupert Everett (che pure era l'ideale per la parte dell'insolente amante di Fadigati). Non commettete, comunque, l'errore di rileggere o di leggere Bassani in vista del film, un confronto troppo puntiglioso non sarebbe leale verso Montaldo che ha diritto alle sue linee interpretive. Ma è giusto ripetere che certe semplificazioni rischiano di alterare la comprensione dei fatti, non s'è mai svolto all'Università di Bologna (né in altre Università italiane) 11 rito pubblico dell'espulsione degli ebrei, con gli studenti schierati sullo scalone al grido nazista di •giudeo! giudeo!.. E' vero che conta in definitiva 11 fatto che gii ebrei furono banditi dall'Università, ma la messa in scena nazista rende difiicile da capire l'ingenua speranza di alcuni professionisti ebrei (come il padre del protagonista) che tutto si sarebbe risolto in un sotterraneo compromesso all'italiana. E" curioso che le parti di maggior scostamento dall'originale siano quelle meglio girate. Come accade per la serata al mare, in origine a Riccione, nel film, in onore della compartecipazione Jugoslava, ad Abbazia, dove 1 ferraresi mai si sarebbero sognati di andare. Eppure in quell'improbabile décor absburgico, nell'esibizione dell'incongruo balletto spagnolo, nel viavai operistico dei cortigiani di Balbo, nel contrasto col bellissimi sfondi d'altro pianeta, c'è un'ombra malinconica di solenne •kitsch» fascista. Quanto a Noiret, è bravo per abitudine, ma un poco estraneo alla parte, forse troppo sussiegoso e trattenuto (un primo progetto prevedeva la bonarietà sfatta di Mastro Ianni). La Sandrelli, come maldicente di mezza età. impara a usare la lingua, mentre la Golino qui è ferma all'uso del corpo (pur sempre bellissimo) s. r. Philippe Noiret, il «dottor Fadigati» nel film di Montaldo

Luoghi citati: Ferrara, Italia, Riccione, Roma, Torino, Venezia