Venti denunce presentate dai familiari dei pazienti

Venti denunce presentate dai familiari dei pazienti Venti denunce presentate dai familiari dei pazienti Venti denunce di parenti di malati morti di cancro, nonostante le cure del prof. Giulio Tempia, sono state presentate ieri ai carabinieri di Chierì. Sulla scrivania del giovane ufficiale che comanda la compagnia, il dossier è cosi cresciuto di un palmo. SI tratta di atti amministrativi che preludono alla costituzione di parte civile da parte di persone che sono state a lungo illuse, e depredate del risparmi di una vita. Le visite ai carabinieri si sono succedute a ritmo incessante. Gente con la rabbia nel cuore e sulle labbra, arrivata da Vercelli. Novara, Biella e da numerosi centri della cintura torinese. Un meccanico di Novara usa parole durissime: «Ho sempre sospettato che fosse un farabutto. Ma mi ero illuso che la morte di mia moglie fosse soltanto la conseguenza del ritardo con cui aveva cominciato le cure. Qui ho incontrato tanta gente che ha vissuto la mia stessa esperienza ed ho capito il raggiro-. Ci si scambia informazioni sul costo della terapia: «Per la cura di mio marito, morto dopo tre mesi per un tumore ai polmoni, ho dovuto sborsare 8 milionU. C'è chi se l'è cavata con meno: 5-6 milioni, ma c'è anche chi ha superato i 10. 'Non voleva assegni — raccontano — ma solo denaro contante*. Raccontano, quasi rabbrividendo, 1 particolari della terapia: -Dava del tu ai malati, cercando di illuderli del fatto che presto sarebbero stati meglio, che presto sarebbero guariti.. Quasi tutti hanno incontrato il professore dopo essere stati avvicinati da misteriosi personaggi: 'Si è presentato un signore — racconta un operaio di Vercelli — che ha detto di essere al corrente della malattia di mia moglie e che conosceva un medico che l'avrebbe salvata. Come non dargli retta?». Di fronte alle decine di denunce, la cronaca impone di registare anche alcune telefonate di difesa dell'operato del medico. .Si cerca di offuscare l'impegno di uno scienziato — racconta una donna di Carmagnola. 11 cui marito sarebbe nettamente migliorato dopo la cura Tempia — che è stato per otto anni assistente all'Università di Torino. Se fosse davvero un manigoldo lo avrebbero lasciato insegnare a migliaia di alunni? Gli avrebbero permesso di lavorare alle Molinette? Mio marito all'Istituto dei tumori di Milano era dato per spacciato, adesso sta benissimo». Al ministero di Sanità risulta essere stato Inviato un dossier: ^Abbiamo documentato le ricerche del professore — spiega Calogero Lo Giudice, consulente del Tempia — chiedendo l'inizio di una sperimentazione. Finora, nonostante i solleciti, non abbiamo avuto risposta. La terapia del prof. Tempia sfrutta la proprietà dell'alcol che provoca una reazione e la produzione di linfociti T. In pratica il preparato stimola una risposta immunologia dell'organismo, in grado di aver ragione anche di parecchie altre malattie». Tempia ha infatti chiesto al ministero della Sanità di iniziare la sperimentazione del suo farmaco, all'alcol e solvente, anche contro l'Aids.

Persone citate: Calogero Lo Giudice, Giulio Tempia, Tempia

Luoghi citati: Biella, Carmagnola, Milano, Novara, Vercelli