Mezzogiorno di sfide
Mezzogiorno di sfide Mezzogiorno di sfide LUCIANO GALLINO E' possibile che agli Italiani non restino molte energie da spendere, impegnati come sono, in contemporanea, nella battaglia per l'ora di religione, nel tentar di capire quanto peserà la legge finanziaria sul loro bilancio familiare, e nel seguire le gesta del Cobas. Trovassero mal tempo e voglia di appassionarsi a qualcos'altro, vai la pena di segnalare loro la lunga partita che si sta svolgendo nel Mezzogiorno tra le squadre dello Sviluppo e del Sottosviluppo, tra le forze che in qualche modo rappresentano forme di modernizzazione e quelle che operano per mantenere una parte vitale del Paese in condizioni premoderne. Ancora nel giorni scorsi si sono susseguiti successi e Insuccessi da ambedue le parti. Il governo ha annunciato che nel quadro della finanziaria sono disponibili per il Sud 13.000 miliardi. A questo Insidioso attacco delle forze della modernizzazione, 1 difensori della tradizione hanno risposto assaltando una caserma dei carabinieri, e intensificando in varie zone del campo gli omicidi. Ma l'eco di tali episodi non s'era ancora spento, che una grande azienda annunciava, preceduta di poco da Iniziative analoghe da parte di altre, di voler aprire nel Sud un Impianto di grosse dimensioni. Si attende ora il contrattacco dei premoderni. Anche per uno spettatore che voglia mantenersi imparziale, la partita della modernizzazione del Mezzogiorno, che sebbene abbia ormai raggiunto punteggi da basket è tuttora In parità, e rimane aperta ad ogni possibile esito, presenta aspetti davvero avvincenti. In primo luogo è ori¬ ginale l'intreccio dei giocatori, perché nel cuore stesso del Mezzogiorno operano forze che vogliono accelerare lo sviluppo eco- ' nomico e sociale di quelle regioni, fianco a fianco — o fronte a fronte — con quelle che vogliono Invece tenerlo legato al tratti più conservatori della sua tradizione. In secondo luogo ci si può chiedere se le due parti dispongano effettivamente di strategie efficaci per sconfiggere l'avversario in modo definitivo. Da un lato si afferma che alla base dei comportamenti e dei tratti di cultura premoderni si trova anzitutto il sottosviluppo dell'economia e delle infrastrutture, cui conisponde una elevata disoccupazione. Avanti quindi con gli investimenti, trascurando ogni altra forma di politica sociale — ma bisogna vedere se l'ipotesi è corretta. Da parte loro 1 cursori del premoderno vedono le loro speranze di successo soprattutto in uno sviluppo che della modernità abbia le apparenze, la crosta, ma abbia dentro tutti 1 vizi peggiori della tradizione, e confidano che le apparenze bastino ad ingannare la controparte — riuscendoci sovente, ma non abbastanza per conseguire 1 loro fini. Fondandosi su queste ipotesi a carico dell'avversario, ambedue le parti hanno finora conseguito successi e Insuccessi, significativi ma limitati: non da ultimo perché le suddette ipotesi potrebbero essere sbagliate. Un certo peso per far pendere la bilancia "a favore dell'uno o dell'altro contendente potrebbe averlo l'incitamento del pubblico, che però da tempo, come si diceva, tende a scarseggiare. Intanto, anche se lo stadio è semivuoto, la partita continua, più incerta che mal
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