Uccel di bosco in città

Uccel di bosco in città Uccel di bosco in città DIDIMO E' accaduto a più di un galantuomo di doversi nascondere dal nemici o dalla forza pubblica; per il che un fallace Istinto indica a volte luoghi lontani o solitari o deserti; tra 1 monti o dove si pensa che nessuno sia cercato. In realtà, miglior rifugio è la folla, la grande città, dove In generale ciascuno è estraneo e Indifferente agli altri e bada a sé. Nei luoghi deserti è difficile campare, mentre in quelli piccoli qualsiasi presenza è notata, fatta oggetto di commento, persino spiata. Il passare Inosservati è uno dei pochi benefizi di cui gli abitatori di una metropoli godono, In cambio della lontananza dai luoghi naturali, dal silenzio e dalla salutare prossimità del boschi e del campi. E' singolare che oggi fin gli uccelli desertlno la campagna e trovino rifugio nelle città, sulle piante dei viali, dei giardini pubblici o del cortili; che a sera, stanchi del voli, sostino sopra 1 tetti, posandosi sul rebbi orizzontali delle antenne televisive; e quando piove si allineino su cornicioni e davanzali. Non crediamo che siano tanto gli spari del cacciatori ad allontanare gli uccelli dalla campagna, quanto gU insetticidi, gli erbicidi, i veleni chimici, sparsi sulle colture: insieme con la circostanza che la gente di città è abbastanza benevola verso questi inurbati; tanto che passeri e merli si sono fatti quasi domestici e più di tutti 1 piccioni, che dal terrazzi delle case entrano fin nelle cucine a cercar di che beccare. I quali piccioni poi, trovando sulle piazze principali 1 fotogra fi, che li attirano col becchime e li addestrano a non temere le mani di bimbi e di grandi che glielo porgono, e trovando altresì anime buone che li allettano nel giardini e nel viali alberati, spargendo granaglie o riso e frammenti di pane, per il placere di averseli starnazzanti e fitti dattorno, hanno preso possesso delle città. Cosi hanno trasformato in sorta di aie campagnole belle piazze cittadine, non senza lasciare immondi segni di sé sui sagrati e sui monumenti. Qui si ha, con 1 piccioni inurbati, una conferma della proposizione di Malthus che una popolazione tende a crescere fino al limite delle sue sussistenze e oltre. Qualche volta, nelle stagioni delle semine, 1 piccioni delle città minori, lasciano le piazze, le torri, 1 pinnacoli delle chiese, 1 nidi nascosti nei sottotetti e si uniscono a corvi, stomi, passeri per far bottino nei seminati; ma poi ritornano a sera. Qualcuno si è fatto killer del piccioni, ha tentato genocidi, spargendo nelle piazze, mangime frammisto a veleni: poveri untorelli. Un po' dovunque si presenta agli amministratori delle città un difficile rompicapo. Non c'è una soluzione, un rimedio simpatico contro questo rralanno. 81 è costretti a difendersi dagli ospiti importuni. Fuori delle città, all'aperto, a mantenere l'equilibrio biologico provvedono in parte 1 rapaci e 1 cacciatori; 1 quali ultimi, piaccia o no, sono da sempre tra 1 fattori di quell'equilibrio. A noi, personalmente, la caccia non place; ma bisogna riconoscere che c'è un po' di vero nella pretesa (che sembra assurda) di molti tra 1 cacciatori, di essere •amanti della natura».