Lo storico dei condannati di A. Galante Garrone

Lo storico dei condannati E* SCOMPARSO PIERO MALVEZZI Lo storico dei condannati Nelle origini familiari e nelle vicende di Piero Malvezzi, di cui ieri è stata annunciata la morte, si rispecchiano i momenti più tristi e drammatici, ma anche più alti, della vita italiana di questo secolo. Suo padre Giovanni Malvezzi, di origine vicentina, nel 1908 era accorso appena ventenne, con il coetaneo Umberto Zanotti-Bianco, nel Sud flagellato dal tremendo terremoto di Messina e Reggio, consacrandosi a opere di redenzione sociale. «Intelligente ed energico», lo definì allora Salvemini, in una lettera a Giustino Fortunato. Qualche anno dopo aveva sposato Elena Giacosa, figlia di Piero, fratello dello scrittore Giuseppe. Cosi che Piero Malvezzi, nato a Torino nel 1920, si legò a Parella nel Canavese, la patria dei Giacosa, respirando l'aria culturalmente e civilmente rarefatta non solo della casa materna, ma dei Ruffini, Carandini, Albertiili: un'aria naturaliter libera e antifascista A Parella da oggi la sua salma riposa. Nel 1940 anche Piero dovette partire militare, nella sciagurata aggressione alla Grecia, e ne tornò grave¬ mente mutilato. Ma non si arrese. E dopo la guerra, con l'amico Giovanni Pirelli, si dedicò alla raccolta delle Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, pubblicata da Einaudi nel 1952; seguita, nel 19S4, da un'analoga raccolta per tutta la Resistenza europea (Einaudi). L'opera, diventata in breve famosa, e tradotta in tutto il mondo, rimarrà — come abbiamo letto in queste ore in un necrologio di amici al quale sento di dovermi associare — «oltre il nostro personale ricordo, oltre i nostri sentimenti, oltre le nostre vite, un monumento eretto con rispettosa umiltà: monito o tutta l'umanità». Al di là della commozione, dobbiamo riconoscere che quella ricerca, condotta con rigore scientifico, è stata, nel 1952-54, una svolta decisiva nella storiografia della Resistenza. Lo riconosceva Rodolfo Battaglia, in un convegno storico del 1959. E ce lo conferma oggi la classica Storia della Resistenza europea di Giorgio Vaccarino. Quelle lettere erano una chiave preziosa per capire a fondo i moventi supremi di quella lotta, in Italia e in Europa Tutti noi, che quell'esperienza avevapio vissuta, lo sentimmo nel 1952 con estrema chiarezza E anche oggi, dopo tanti anni, siamo certi che a quella fonte purissima dovranno risalire gli storici di domani. Di qui la nostra gratitudine imperitura per Malvezzi e Pirelli. Quest'ultimo è morto tragicamente anni fa in un incidente d'auto. Piero, rimasto sempre nell'ombra, si è prodigato generosamente per gli altri. Sensibile come sempre alle più gravi tragedie del nostro tempo, ha raccolto in un'antologia. Le voci del ghetto, rate testimonianze della stampa clandestina ebraica a Varsavia nel 1941-42. E per molti anni si è prodigato al Tribunale dei minorenni di Milano, e ha dato lezioni ai detenuti di San Vittore, scrivendo un libro agghiacciante, Scuola in carcere. Non è senza significato che la sua ultima fatica sia stata la cura del libro di memorie, Quello che ho fatto, di Riccardo Bauer: un uomo del quale Malvezzi può essere considerato degnissimo continuatore ed erede. A. Galante Garrone

Luoghi citati: Europa, Grecia, Italia, Messina, Milano, Reggio, Torino, Varsavia