Sigari di Mazzini pallottola di Garibaldi storia da toccare

Sigari di Mazzini pallottola di Garibaldi storia da toccare Sigari di Mazzini pallottola di Garibaldi storia da toccare CI sono la pallottola estratta dalla ferita che Garibaldi riportò ad Aspromonte, ed una fronda del pino a cui si appoggiò, la copia fotografica della bozza del trattato di Plombières ed alcuni sigari di Mazzini, la divisa, lacerata da un proiettile, che Massimo d'Azeglio indossò a Monte Berico ed il torchio tipografico utilizzato dai patrioti (tra i quali Santorre di Santarosa), la notte del 10 marzo 1821, per stampare la richiesta a Vittorio Emanuele I della Costituzione. Le 30 sale circa del museo nazionale del Risorgimento italiano (in via Accademia delle Scienze 5, tel. 511.147), allestite dal 1930 all'interno di Palazzo Carignano, raccolgono una quantità imponente di cimeli e documenti autografi, proclami, libri, qudri, disegni, sculture, che coprono un arco di tempo che va dal '700 alla Seconda Guerra Mondiale. Per poter ammirare tanta dovizia di oggetti, che fanno rivivere e materializzano ricordi scolastici magari un po' troppo sbiaditi con il passare degli anni, bisogna inoltrarsi, dall'ingresso di piazza Carlo Alberto, tra le lamiere e le impalcature che hanno «impacchettato» Palazzo Carignano. Il primo impatto lascia un po' a desiderare, per lo stato di abbandono in cui versa la piazza e per le condizioni dell'atrio e dei gradini che conducono al bellissimo scalone che sale al secondo piano del palazzo, attualmente adibiti a cantiere. Le sale del museo, in compenso, sono ampie e ben organizzate, con alti soffitti spesso decorati da stucchi e affreschi, n percorso si svolge in ordine cronologico, attorno all'aula del Parlamento Subalpino. Nella prima sala campeggia il grande quadro che rappresenta la battaglia di Torino del 7 settembre 1706, che pose fine all'assedio dei francesi (Il sacrificio di Pietro Micca si riferisce proprio alla difesa organizzata contro le truppe di Luigi. XIV). Secondo la vecchia concezione storiografica questa vittoria contribuì a fare del Piemonte uno Stato indipendente dalla Francia, consentendogli, nel secolo successivo, di avere una parte preponderante nel processo unitario. La seconda sala è dedicata alle riforme ed alla reazione: nella bacheca centrale sono esposte la prima edizione di «Dei delitti e delle pene», di Cesare Beccaria, ed una delle prime edizioni del «Discorso sull'uguaglianza» di J.-J. Rousseau. Le sale successive illustrano via via l'Italia nel periodo napoleonico, la Restaurazione, le società segrete ed i moti rivoluzionari, la con¬ Sigari di Mazzini pallottola di Garibaldi storia da toccare Sigari di Mazzini pallottola di Garibaldi storia da toccare CI sono la pallottola estratta dalla ferita che Garibaldi riportò ad Aspromonte, ed una fronda del pino a cui si appoggiò, la copia fotografica della bozza del trattato di Plombières ed alcuni sigari di Mazzini, la divisa, lacerata da un proiettile, che Massimo d'Azeglio indossò a Monte Berico ed il torchio tipografico utilizzato dai patrioti (tra i quali Santorre di Santarosa), la notte del 10 marzo 1821, per stampare la richiesta a Vittorio Emanuele I della Costituzione. Le 30 sale circa del museo nazionale del Risorgimento italiano (in via Accademia delle Scienze 5, tel. 511.147), allestite dal 1930 all'interno di Palazzo Carignano, raccolgono una quantità imponente di cimeli e documenti autografi, proclami, libri, qudri, disegni, sculture, che coprono un arco di tempo che va dal '700 alla Seconda Guerra Mondiale. Per poter ammirare tanta dovizia di oggetti, che fanno rivivere e materializzano ricordi scolastici magari un po' troppo sbiaditi con il passare degli anni, bisogna inoltrarsi, dall'ingresso di piazza Carlo Alberto, tra le lamiere e le impalcature che hanno «impacchettato» Palazzo Carignano. Il primo impatto lascia un po' a desiderare, per lo stato di abbandono in cui versa la piazza e per le condizioni dell'atrio e dei gradini che conducono al bellissimo scalone che sale al secondo piano del palazzo, attualmente adibiti a cantiere. Le sale del museo, in compenso, sono ampie e ben organizzate, con alti soffitti spesso decorati da stucchi e affreschi, n percorso si svolge in ordine cronologico, attorno all'aula del Parlamento Subalpino. Nella prima sala campeggia il grande quadro che rappresenta la battaglia di Torino del 7 settembre 1706, che pose fine all'assedio dei francesi (Il sacrificio di Pietro Micca si riferisce proprio alla difesa organizzata contro le truppe di Luigi. XIV). Secondo la vecchia concezione storiografica questa vittoria contribuì a fare del Piemonte uno Stato indipendente dalla Francia, consentendogli, nel secolo successivo, di avere una parte preponderante nel processo unitario. La seconda sala è dedicata alle riforme ed alla reazione: nella bacheca centrale sono esposte la prima edizione di «Dei delitti e delle pene», di Cesare Beccaria, ed una delle prime edizioni del «Discorso sull'uguaglianza» di J.-J. Rousseau. Le sale successive illustrano via via l'Italia nel periodo napoleonico, la Restaurazione, le società segrete ed i moti rivoluzionari, la con¬

Persone citate: Cesare Beccaria, Massimo D'azeglio, Mazzini, Pietro Micca, Rousseau, Santarosa, Vittorio Emanuele I

Luoghi citati: Aspromonte, Francia, Italia, Piemonte, Torino