Il successo della Mountain Bike

Il successo della Mountain Bike Il successo della Mountain Bike TRA le due guerre la bicicletta era l'unica vera utilitaria per gente di città e di provincia. Dopo fu la speranza di gloria sportiva più diffusa per milioni di timidi ragazzi delle campagne padane, il cavallo di Coppi e Bartali, il vero regalo per un adolescente. Conobbe un periodo di oscurantismo con l'era delle mitiche motociclette generazionali post miracolo economico, velocissime, ag¬ UNA replica del triplano Fokker Drl del •Barone Rosso», il leggendario asso tedesco della prima guerra mondiale, ha volteggiato nel cielo di Venegono (Varese) nel corso della manifestazione annuale del C.a.p. (Club Aviazione Popolare) svoltasi ai primi di settembre. Il Fokker è stato uno del molti modelli presentati in mostra statica ed in volo da piloti un po' particolari; piloti che volano su macchine di propria costruzione e qualche vòlta addirittura di propria ideazione. In genere però la costruzione di un aereo amatoriale parte da scatole di montaggio di un progetto affer: mato. Esiste infatti, particolarmente all'estero (Usa, Francia, Svizzera), una vasta gamma di progetti già sperimentati — non solo aerei ma anche alianti, motoalianti, e di recente elicotteri — che offrono assoluta garanzia di successo purché il costruttore segua scrupolosamente nella realizzazione le istruzioni'fornite con la scatola di montaggio. Lo 8tesso Burt Rutan, l'Ideatore del Voyager, l'aereo che detiene 11 record assoluto di distanza senza scalo e senza rifornimenti in volo, ha commercializzato in tutto il mondo scatole di montaggio di macchine sportive di grande originalità e successo. Alcuni esemplari come biposti In tandem «Canard» In composito Vari-Eze e Long-Eze erano presenti e volavano al raduna < gressive, ottimo rapporto «moda-prezzo», giovani, sfrontate, avventurose, fuori strada, irresistibili «on the road». n cicloamatore degli Anni Sessanta e Settanta fu per i giovani solo un nostalgico, un proletario, un vecchietto, un turista tedesco senza soldi, un provinciale. Nell'80 sono stati gli americani a riscoprire la bicicletta come sport-salute, giovane, originale e -in» (il 75% del venduto e del fattu¬ rato mondiale in questo settore è assorbito ora dagli Usa). Dopo, naturalmente, ci siamo riconvinti pure noi. Persino i campioni oggi non hanno più quell'aria sgraziata, quel viso camuso e sofferente, quel piccolo torace montato su due arti inferiori larghi come pistoni, quella semplicità intellettuale tipo «ciao mamma, sono contento che sono primo». I ciclisti americani oggi sembrano, tutti Christopher Lambert. Il cicloturismo è ormai un fatto assodato, di moda e salute. Le acrobazie delle Bmx e del ciclocross hanno contagiato milioni di adolescenti, e perfino il mondo del «fuoristrada» ha adottato e lanciato una sua bicicletta. Con promesse d'avventura «fuori sentiero» e d'alpinismo «estremo» ecco comparire la «Mountain Bike»: diciotto rapporti nel cambio, linea spartana, componenti d'avanguardia, indistruttibile e leggera, versatile su ogni tipo di terreno e capace di affrontare salite e discese impossibili, La sue definizione è passata di bocca in bocca fin dalla sua nascita (recentissima), ancor prima che i primi modelli comparissero nelle vetrine, perché esprl; rne',1itHì'«mcetto e una filosofia^'davvero innovativa, nell'andar pedalando, senza portarsi appresso il suo vero nome un po' démodé (chi dice «Mountain Bike» non vuole più dire «bicicletta» come quando si dice •new wave» o «punk» non si vuole più dire «rock», stessa roba, ma per altre teste). I neologismi a volte non riflettono solo una moda, ma uno spirito e una voglia di chiarezza, una necessita di distinguere e di distinguersi. Hanno poco da sbuffare i soliti nostalgici votati a ripetere «ma è sempre esistito, anche lo la praticavo... hanno inventato l'acqua calda», eccetera eccetera. E' il tono che fa la musica, è la eia), è cosi la spumeggiante quarantenne non sposata che oggi si definisce «single» — non zitella né nubile — è cosi la vecchia bicicletta dei bersaglieri ora detta «Bike». - Per passare alle caratteristiche tecniche innovative che distinguono una Mountain Bike da una bicicletta .tradizionale occorre;, anzitutto sapere clìé'esse,"suggerite dalla sperimentazione per uso militare già nel dopoguerra, sono mirate ad elevare il grado di robustezza del mezzo e a facilitare lo sforzo In salita. Anzitutto le sue misure standard: 49 e 52 (rispettivamente 24 e 26 pollici di diametro della ruota). Occorre sapere che queste due misure non vengono adottate in relazione all'altezza di chi le usa ma in previsione del tipo di utilizzo: il modello più piccolo e maneggevole è preferìbile per chi vuole pedalare solo in montagna su terreni molto accidentati, quello più grande per chi vuole anche andare su strada. ■ ■ r mentalità diversa che trasforma un vecchio oggetto o .una vecchia idea in qualcosa di nuovo. Il modo nuovo di guardare la bicicletta rende nuova la vecchia macchina a per dali, le dà una luce postmoderna, uno «charme» civettuolo, inedito, una veste per giunta ecologica. Sono cosi i vecchi merletti e il vecchio «body» della nonna adottati da Madonna, è cosi 11 «Pree climbing» (un tempo solo arrampicata su roc- II boom della bici da montagna ha cambiato la concezione delle vecchie due ruote. Pedalare fuori strada è diventato un fenomeno di gran moda Le ruote, le pedivelle, 1 pneumatici e le forcelle di questo «camoscio a pedali» sono naturalmente più larghe e surdimensionate per garantire più aderenza. I pneumatici hanno copertoni artigliati con tassellature tipo moto fuoristrada e i pedali hanno l'appoggio in gomma per non scivolare. I tre rapporti anteriori e 1 sei posteriori offrono 18 possibilità di cambio. I modelli più sofisticati hanno gli ingranaggi anteriori ad assetto variabile e il cosiddetto «Bio-pace» (un ingranaggio ovale che permette una fase di riposo a metà pedalata per dosare meglio la forza su salite ripidissime). n manubrio è ad arco rivolto verso l'alto per permettere un appoggio maggiore in posizione avanzata e per abbassare 11 baricentro lasciando spazio al torace. I freni sono a tirante centrale con ganasce particolari per flettere di meno sotto sforzo e garantire una presa fulminea. La componentistica di primo montaggio, per le ditte che si occupano solo di assemblaggio, è quanto mai varia. Le ditte più accreditate e presenti sul mercato sono l'italiana Ofmega e la giapponese Shimano. < ~ Attenzione però, i componenti di prima qualità sono spesso meno adottati perché molto cari. Alcuni sono in lega leggera-(pedali, freni, reggisella), altri in acciaio (telaio). Il meglio per quest'ultimo è una lega al cromo molibdeno con saldature dette a «Tig» (ad alta resistenza) che solo poche ditte specializzate come la •Columbus» effettuano. B cambio preferibile è quello a manubrio con selettore «intelligente e automatico» per evitare rapporti disastrosi o inutili (es. piccolo anteriore con piccolo posteriore). La sella, all'altezza del mozzo, ha una slitta oriz¬ tificato di navigabilità speciale), documento che ammette 11 velivolo alla Ubera circolazione nel cieli, pilotato dal'costruttore e, secondo una recente disposizione, anche da un altro pilota abilitato. Al raduno di Venegono erano presenti una trentina dei 45 tipi di modelli autocostruiti che figurano sul registri dell'Associazione: aerei a motore mono e biposto, alianti, alianti con motore ausiliario, ed anche un elicottero autocostruito. Erano inoltre presenti numerosi modelli d'aerei d'epoca restaurati sotto gli auspici dell'Associazione, tra cui primeggiavano lo storico «Spifire» pilotato da Franco Actis di Torino, un Macchi 205 ed un T6 «Texan». E' comprensibile che inizialmente — l'Associazione fu creata nel 1970 e riconosciuta dal Rai nel 1976 — l'idea di «farsi con le proprie mani» l'aereo con cui volare abbia suscitato incredulità e scetticismo. Ma i primi entusiasti pionieri, guidati dal professor Gianfranco Rotondi del dipartimento d'Aeronautica del Politecnico di Milano, riuscirono a ottenere che anche l'Italia si allineasse con 1 Paesi nel quali esistono da tempo efficaci regolamentazioni per le costruzioni d'amatore. Il Club Aviazione Popolare (via Roma 22,21040 Venegono Superiore, Varese) fornisce assistenza nella costruzione e nel restauro di aeromobili Mario Bernardi

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Svizzera, Torino, Usa, Varese, Venegono Superiore