A Martora il giorno dell'Oca di Gianfranco Quaglia

A Martora il giorno dell'Oca A Martora il giorno dell'Oca LA Lomellina è una terra lombarda piatta, incastonata fra il Mon- „ ferrato, il Novarese e il Vercellese. Un mare di risaie, con gli orizzonti sfumati nella foschia, sembra nascondere antiche tradizioni e i sapori di una volta. Eppure la Lomellina, con la sua capitale riconosciuta (Mortara) all'inizio dell'autunno vive il magico momento dell'anno ed è sufficiente un'oca per smuovere l'apparente apatia. Tutti attorno al palmipede, anzi a 60 mila capi (tanti sono in questa zona) come fosse una regina, per riscoprire valori gastronomici, motivi turistici, folcloristici e storici. Innalzata sull'ara o sacrificata, questa domenica 37 settembre l'oca richiamerà a Mortara appassionati della buona cucina e tante gente L'occasione non è solo ghiotta In tavola ma anche in piazza dove si svolgerà il «Paliti dell'oca», una ricostruzione vivente del noto gioco che si perde nella notte del tempi: qualcuno dice che già durante l'assedio di Troia 1 soldati greci avessero inventato questo passatempo e che la stessa struttura circolare sarebbe stata loro ispirata dalla disposizione delle mura di cinta. A Mortara più che nella leggenda ai pesca nella sto¬ ria: bisogna risalire a Ludovico il Moro e a Beatrice d'Este che avevano eletto il borgo lomellino a residenza estiva. E pare fosse proprio Beatrice, per vincere la noia, che trasformò l'antico gioco in una sfida vivente. Domenica 600 personaggi in costume si rifaranno alla corte di Ludovico Sforza e sfileranno per le vie: un prologo medioevale che introdurrà il palio «Città di Mortara-gioco dell'oca». AI posto dei dadi gli arcieri, in rappresentanza delle sette contrade, si esibiranno nel tiro con l'arco. In base al punteggio totalizzato, le pedine viventi, sempre in costume, avanzeranno lungo il percorso, andando a occupare le caselle sino ad arrivare al castello medioevale ricostruito. Sfilata storica e competi¬ zione costituiscono i momenti più spettacolari di una sagra padana unica nel suo genere, arrivata alla ventunesima edizione e dedicata all'allevamento del palmipede in Lomellina, dove la produzione di carne ha raggiunto 1 2500 quintali l'anno. La punta di diamante è il salame d'oca, per il quale è stato costituito un consorzio di tutela che raggruppa otto artigiani, tutti esperti nel manipolare l'impasto crudo, aromatizzarlo con spezie e erbe, insaccarlo in speciale involucri fatti con la pelle dell'animale. Ma altre e numerose sono le varietà gastronomiche ricavabili dall'oca. Ad esempio i ciccioli, pezzetti di pelle del petto dell'animale, conservati sotto grasso. Poi il prosciuttino: la coscia marinata per almeno 30 giorni con sale, pepe, spede naturali, stagionato per due mesi in ambiente per arieggiarlo. Il ragò: in pratica una «cassoeula» nella quale al posto della carne di maiale c'è quella dell'oca, stufata con le verze e accompagnata dalla polenta. Infine 11 foie gras o fegato grasso per "dirlo all'italiana: è proposto da un macellaio del luogo, Gioacchino Palestra, e per qualità fa concorrenza a quello che arriva in Italia dall' Alsazia. Gianfranco Quaglia

Persone citate: Beatrice D'este, Gioacchino Palestra, Ludovico Sforza, Moro

Luoghi citati: Alsazia, Italia, Martora, Mortara