Vanno nel cosmo per spiare la Terra

Vanno nel cosmo per spiare la Terra Vanno nel cosmo per spiare la Terra digni sempre più complicati e ingombranti, «il vantaggio è la possibilità di condividere le risorse, dal lancio all'alimentazione di bordo, dividendo i costi come In un condominio», spiega Marri. Alla piattaforma polare ci si potrà attraccare per riparazioni e rifornimenti di carburante in orbita. Un altro vantaggio non seconda¬ tone 'vedono' di volta in volta solo un terzo della superficie terrestre. E aspettando di scaricare i dati nella stazione giuste sono oggi costretti a immagazzinarli a bordo su registratori facili a guastarsi. La piattaforma polare funzionerà abbinata a un satellite relay (l'europeo DRS, analogo all'americano TDRS) che C9 E' chi dice che riescano a fotografare la palla bianca che rimbalza in un campo da tennis e chi sostiene addirittura che possano leggere la Pravda in mano ai cittadini sovietici sulla Piazza Rossa. Sulle spettacolari capacità del moderni satelliti spia, Andrea Marni, direttore commerciale della Selenia Spazio, non vuole sbilanciarsi. «Lasciamo ai militari 1 loro segreti», dice. In compenso Marri crede nello sviluppo nei prossimi anni del satelliti civili di osservazione della Terra che alla tecnologia militare si intrecciano in vari modi. Di qui al 1995 i satelliti di telerilevamento in sviluppo da parte di americani, europei, sovietici, giapponesi, perfino indiani, sono una ventina e altrettanti sono allo studio. «Le informazioni acquisibili dallo spazio si rivelano sempre più importanti dal punto di vista scientifico e' applicativo», spiega. Si tratti di conoscere l'inquinamento dell'atmosfera o il tasso di ozono, di mappare le strade, le colture o le case abusive, di osservare le calotte polari o il moto degli Iceberg, fino alle più recenti analisi della superficie degli oceani. A lungo termine si va probabilmente verso l'Earth Observing System promosso dagli americani, un sistema che integri tutti i dati raccolti come accade per la meteorologia. Destinata all'osservazione della Terra sarà interamente la Piattaforma Polare carica di sensori ottici e radar.alTinfrarosso e laser più avanzati che fa parte del programma europeo Columbus, il laboratorio orbitante dell'Agenzia Spaziale Europea. Sorta di «zatteroni» lunghi anche 15-20 metri progettati per galleggiare nello spazio con carichi di varie tonnellate, le piattaforme sono l'ultima tappa di un'evoluzione che dal piccolo Telstar ha spinto verso or¬ essere precisissimi e la stabilità massima». Oli attuali Landsat hanno una risoluzione di 30 metri: vedono cioè due punti distanti 30 metri l'uno dall'altro. Il francese Spot arriva a 25 metri. La precisione qui dipende dal sistema di lenti e filtri. I sensori ottici non sono dissimili da una macchina fotografica, capace in babilmente l'europeo Ers-1, che nel 1990 caricherà vari tipi di radar. Col radar-altimetro, .specializzato nella misurazione dell'altezza, sono già state avviate osservazioni sperimentali degli oceani, dallo studio del moto ondoso a quello del vento sulla superficie del mare: informazioni utili al meteorologi come ai pescatori o ai progettisti di piattaforme petrolifere per i quali la resistenza di un'onda alta 50 centimetri in più può essere una questione di miliardi. «Sapendo anche la distanza del satellite dal centro della Terra si potrebbe capire meglio la distribuzione delle masse del pianeta: si potrebbe misurare l'altezza delle maree, o tracciare una mappa delle correnti studiando le depressioni che generano sul mare», racconta Somma. - Ancora più sorprendenti saranno le scoperte a cui si va incontro con i radar a immagine che usano varie frequenze e diverse angolazioni. Il più avanzato, previsto per i primi Anni Novanta, sarà il SIR-c, lo Shuttle Imagining Radar della Nasa a cui partecipano anche gli europei. «Più è bassa, più una frequenza penetra negli oggetti, nello stesso modo in cui la luce non oltrepassa un muro ma le onde della radio si», spiega ancora Somma. Capire in che modo le tre frequenze del SIR-c influenzeranno 11 contenuto informativo delle immagini è lo scopo della missione. Usando due frequenze si è visto per esempio che il fogliame di un bosco diventa 'trasparente' rendendo visibile la superficie del terrena Ed è già capitato che sorvolando il deserto del Sahara il siR-b abbia «penetrato» lo strato di sabbia mostrando la struttura di un bacino fluviale che risale a un'era geologica lontanissima. Maria Grazia Bruzzone I a- quattro fasi di dispiegamento nello spazio deU'«ATS-6», un satellite per telecomunicazioni rio dal momento che il carburante è oggi 11 fattore che più di ogni altro limita la vita di un satellite. Il nome viene dall'orbita «polare» in cui sarà lanciata, la stessa che ospita gli attuali Landsat e Spot: un'orbita ellittica che passa sul Poli a 6800 chilometri di distanza «affettando» la Terra lungo 1 meridiani. A ogni giro i sensori raccoglieranno le informazioni obbedendo ai telecomandi inviati in tempo reale o preregistrati (si possono preprogrammare alcune orbite). Ma 1 satelliti di osserva- farà da ponte radio collegando gli elaboratori di bordo direttamente con la Terra. Sulla piattaforma ci saranno veri computer che sottoporranno 1 dati grezzi a un primo trattamento automatico integrando le informazioni dei diversi sensori. «La maggior risoluzione visiva del satelliti moderni si traduce in un aumento del dati da gestire», spiega Roberto Somma, esperto di Telerllevamento alla Selenia Spazio. «Anche il puntamento del satellite diventa più problematico: i controlli di assetto devono più di tradurre In bit i punti dell'Immagine. La ricerca sui sensori radar prosegue quella cominciata nel 1978 con il SeaSat, satellite della Nasa che per primo Imbarcò il radar ad apertura sintetica (o radar a immagine) inventato negli Anni Cinquanta ma rimasto per oltre un decennio coperto dal segreto, mentre 1 nuovissimi sensori Lidar utilizzeranno la luce del laser per studiare la composizione dell'atmosfera. Il primo del nuovi satelliti a sensori attivi a microonde, nel 1990, sarà pro¬ t

Persone citate: Andrea Marni, Maria Grazia Bruzzone, Marri, Roberto Somma